Paolo Baroni per “La Stampa”
ENRICO LETTA
Enrico Letta rilancia l'idea di assegnare una dote in denaro a tutti i diciottenni (15 mila euro a testa era l'ipotesi) per aiutarli a costruire il loro futuro, tassando di più le successioni «di milionari e miliardari», e subito scoppia il pandemonio. Con tutto il centrodestra, e non solo, che va all'attacco al grido di «no alla patrimoniale».
Per il segretario del Pd «non tassare le successioni è qualcosa che non possiamo più permetterci. E va rimessa per finanziare i giovani che oggi non trovano lavoro», insomma togliere a chi ha di più per darlo a chi ha più bisogno. Per una questione di uguaglianza, come ha spiegato sabato sera in tv, e per rispettare quella progressività fiscale scritta nella Costituzione e al tempo stesso il diritto a una istruzione pubblica per tutti, con borse di studio per meritevoli e bisognosi.
ENRICO LETTA
Per tutto il centrodestra, invece, la tassa di successione semmai va abolita, come fece nel 2001 Berlusconi. Venne poi ripristina nel 2006 in maniera comunque molto blanda da Prodi, tant' è che oggi con aliquote tra le più basse in assoluto (4-6-8%, contro una media Ocse del 15) l'Italia incassa ogni anno meno di 1 miliardo contro gli oltre 14 della Francia dove il prelievo arriva anche al 45%.
Contro Letta ieri si sono schierati sia Giorgia Meloni che Matteo Salvini, usando praticamente le stesse parole: «Lui vuole più tasse e colpire i patrimoni - hanno dichiarato all'unisono - noi vogliamo tagliare le tasse e tutelare chi produce ricchezza e crea lavoro. Il 25 settembre ricordatevelo».
«Noi non siamo come Letta che vuole la patrimoniale. La politica fiscale della sinistra è continuare il vecchio ritornello dell'aumento delle tasse - aggiunge il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani -. Su questo ci batteremo per evitare tasse su successione, patrimoniale, case. Basta tasse».
L ARMATA BRANCALEONE DI LETTA
Per Maurizio Gasparri (Fi) «a sinistra hanno l'ossessione delle tasse», «il Pd perde il pelo ma non il vizio» sostiene sempre da Forza Italia, Sestino Giacomoni. Ma è soprattutto la Lega a scatenarsi con Borghi («Letta vuole patrimoniale e povertà, noi il contrario»), Tosato («la sinistra spreme gli italiani e vuole i padri contro i figli»), Siri («la patrimoniale è antisociale, no a mance ai giovani») e Bagnai: «Dal Pd odio sociale, serve flat tax non l'esproprio proletario». La proposta del Pd, però, non convince nemmeno Carlo Calenda («ai 18enni non serve una dote ma un'istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro») e viene criticata sia dal presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte («i giovani non vogliono una dote, ma lavoro»), sia Matteo Renzi che parla di proposta «incredibile».
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«Aumentare la tassa di successione è folle, paghiamo tante tasse, possiamo almeno morire gratis? ». Tutto il Pd fa ovviamente quadrato col suo segretario indicando la giustizia sociale tra le priorità del suo programma. «Letta ha fatto una proposta per i giovani italiani. Per Salvini e Meloni è inaccettabile - ha twittato il responsabile economico dem, Antonio Misiani -. La destra è così: dice di stare col popolo, ma in realtà difende gli interessi di pochi».
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