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    TAGLIARE LA TESTA ALLA TORAH - PROTESTA DA ISRAELE CONTRO IL PAPA DOPO UNA FRASE SIBILLINA SULLA LEGGE EBRAICA, GIUDICATA SUPERATA - FRANCESCO AVREBBE DETTO CHE "LA TORAH NON DÀ PIÙ VITA, E CIÒ IMPLICA CHE LA PRATICA RELIGIOSA EBRAICA NELL'ERA ATTUALE È OBSOLETA" - LA LETTERA DE RABBINO: "SIAMO PREOCCUPATI, VOGLIAMO CHIARIMENTI" - IL VATICANO VALUTA UNA POSSIBILE RISPOSTA...


     
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    Domenico Agasso per www.lastampa.it

     

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    Da Israele giunge Oltretevere un’allarmata richiesta di chiarimenti al Papa per alcune sue affermazioni sulla Torah. Le autorità ebraiche hanno inteso alcune meditazioni del Pontefice nell’udienza generale dell’11 agosto come un invito al superamento della stessa Legge ebraica, giudicandola obsoleta.

     

    Da questa interpretazione è nata la decisione di scrivere a Francesco. La lettera (come riportano l’agenzia Reuters e il sito paravaticano Il Sismografo) è arrivata al cardinale Kurt Koch, presidente oltre che del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani anche della Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo.

     

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    La missiva è firmata del Rabbino Rasson Arousi, presidente della Commissione del Gran Rabbinato d'Israele per il Dialogo con la medesima Commissione della Santa Sede. Nella lettera si parla di «preoccupazione» per le parole di Bergoglio, che peraltro ha sempre avuto ottimi rapporti con gli ebrei, anche da arcivescovo di Buenos Aires.

     

    Viene sottolineato che il Papa non solo avrebbe presentato la fede cristiana come un superamento della Torah, ma sosterrebbe che quest'ultima «non dà più vita, e ciò implica che la pratica religiosa ebraica nell'era attuale è obsoleta».

     

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    Arousi aggiunge che tutto questo sarebbe «parte integrante» di un «insegnamento sprezzante verso gli ebrei e verso l’ebraismo, cose che pensavamo fossero state completamente ripudiate dalla Chiesa».

     

    Infine il Rabbino chiede di «trasmettere la nostra angoscia a papa Francesco» e al contempo invoca una delucidazione per «assicurare che ogni conclusione dispregiativa sia chiaramente ripudiata».

     

    Nella catechesi di due settimane fa, basata sulla Lettera di san Paolo ai Galati, il Vescovo di Roma aveva evidenziato che «l’Apostolo spiega ai Galati che, in realtà, l’Alleanza con Dio e la Legge mosaica non sono legate in maniera indissolubile», e la Legge «non è alla base dell’Alleanza perché è giunta successivamente, era necessaria e giusta ma prima c’era la promessa, l’Alleanza».

     

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    Un'argomentazione come questa «mette fuori gioco quanti sostengono che la Legge mosaica sia parte costitutiva dell’Alleanza. No, l’Alleanza è prima, è la chiamata ad Abramo. La Torah, La legge in effetti, non è inclusa nella promessa fatta ad Abramo».

     

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    Detto questo, «non si deve però pensare che san Paolo fosse contrario alla Legge mosaica - puntualizza il Pontefice - No, la osservava. Più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza. La Legge però non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare. È un cammino che ti porta avanti verso l’incontro». Dal Vaticano filtra che si stiano studiando le osservazioni ricevute e si stia valutando la possibilità di una risposta.

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