Corrado Zunino per “la Repubblica”
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« Non sono riusciti a entrare nel Parlamento, altrimenti saremmo qui a raccontarci un’altra storia: la polizia e l’esercito afgano hanno fatto bene il loro lavoro, e non era facile perché i Taliban si sono aperti la strada con un’autobomba». Alle 10,30 di ieri mattina l’ambasciatore d’Italia a Kabul Luciano Pezzotti era in ufficio con i suoi colleghi, «non abbiamo sentito subito l’esplosione, il parlamento è lontano da noi, ma siamo stati avvertiti immediatamente, abbiamo seguito le fasi dello scontro: i militari afgani sono stati velocissimi, hanno bloccato il commando e lo hanno neutralizzato in un paio d’ore».
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Ieri mattina i Taliban afgani si sono ripresentati a Kabul con un colpo che se fosse riuscito avrebbe gettato un’ombra nerissima sul Paese. Un attentatore suicida con un’autobomba si è fatto saltare in aria davanti a un ingresso della Jirga per provare ad aprire la strada del palazzo ad altri 6 miliziani. Il parlamento era riunito per approvare la nomina del ministro della Difesa Masoom Stanikzai, il terzo nome presentato in 9 mesi (ma ancora non c’è accordo).
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La tv afgana ha mandato in onda a rullo interviste ai soldati che hanno respinto l’assalto. Uno di loro, Essa Khan, 28 anni, ha mostrato in tv il kalashnikov con cui ha sparato: «Ho capito immediatamente che erano Taliban, con questo fucile ne ho uccisi almeno 3, poi gli altri si sono rifugiati in un palazzo in costruzione qui di fronte».
I Taliban hanno rivendicato l’assalto. Prima un Twitter, e un video, poi il portavoce Zabihullah Mujahid al telefono con le agenzie ha ricordato che «abbiamo deciso questo attacco proprio perché c’era una riunione importante del parlamento per votare il ministro della Difesa». «Il problema è che la nostra intelligence, la polizia, non hanno avuto nessun preavviso, non sono state capaci di prevedere nulla », dice un deputato, Farhad Sediqi.
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La vera questione non è la capacità delle forze di sicurezza afgane, perché è chiaramente una capacità limitata. Il problema è che i Taliban hanno una “road map” fatta di contatti politici con il governo, e parallelamente di attacchi militari, una manovra che nel giro di qualche mese rischia di mettere in scacco il governo afgano.
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Ieri mattina, poco prima dell’attacco al Parlamento, si era diffusa la notizia della conquista di un secondo distretto della provincia di Kunduz da parte dei guerriglieri. Sabato gli uomini del mullah Omar avevano conquistato il distretto di Chardara, ieri avrebbero preso il controllo anche di Dasht-i-Archi. Il tutto in uno scenario complicato dal fatto che in Afghanistan lo Stato Islamico”, si sta presentando in forze in molti distretti. Il mullah Mansour, il braccio destro del mullah Omar, la settimana scorsa è arrivato a scrivere una lettera aperta al califfo Al Baghdadi. Chiedendogli semplicemente di star lontano dall’Afghanistan, «qui lo Stato islamico siamo già noi».