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    TANTE CHIACCHIERE, POCA CICCIA: AL PRIMO CONSIGLIO EUROPEO A CUI HA PARTECIPATO GIORGIA MELONI NON SI È DECISO UN CAZZO, TANTO PER CAMBIARE – UNICA NOTIZIA RILEVANTE: IL SÌ ALLA GLOBAL MINIMUM TAX DA PARTE DEI POLACCHI, DOPO LA MEDIAZIONE DELLA DUCETTA – L’ITALIA VOLEVA EVITARE DI SOLLEVARE IL TEMA DEI MIGRANTI DOPO LO SCONTRO CO LA FRANCIA, MA SONO ARRIVATI OLANDESI E AUSTRIACI A ROMPERE LE PALLE SUI MOVIMENTI SECONDARI. RISULTATO: SE NE RIPARLERÀ NEI PROSSIMI SUMMIT


     
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    Ilario Lombardo per “la Stampa”

     

    karl nehammer 1 karl nehammer 1

    Quando in mattinata il cancelliere austriaco Karl Nehammer sta per infilarsi nell'Europa Building di Bruxelles lascia agli atti quale sia il suo obiettivo di giornata: «Siamo riusciti a inserire nell'ordine del giorno la questione migranti. In Austria ci sono state centomila richieste, di cui 75 mila persone non registrate da noi. Si tratta di un problema di sicurezza nazionale».

     

    giorgia meloni al consiglio europeo 10 giorgia meloni al consiglio europeo 10

    Poco dopo, anche Olanda e Belgio fanno sapere che chiederanno formalmente di parlare dei cosiddetti "movimenti secondari", si tratta di rifugiati che si spostano all'interno dei confini europei senza essere registrati nel Paese di arrivo. Di solito sono i Paesi del Sud. E l'Italia da anni è accusata di non rispettare questo obbligo sancito dal Regolamento di Dublino sull'immigrazione. È uno scontro che si trascina da anni e che ieri stava per riaccendere gli animi anche durante il Consiglio europeo.

     

    ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo

    Giorgia Meloni è al debutto in un vertice dei leader. E ci arriva gravata da una rottura diplomatica con la Francia sui profughi, da polemiche lunghe settimane sulle navi delle Ong, dalla promessa di una nuova stretta che ha fatto storcere il naso a Bruxelles e da una nuova spaccatura in Europa. Meno di due settimane fa, un gruppo di Paesi del Nord capitanati dal Belgio, a cui si è aggiunta la Francia, ha formalmente chiesto alla Commissione di richiamare l'Italia alle sue responsabilità sui movimenti secondari.

     

    mark rutte mangia un gelato a roma 2 mark rutte mangia un gelato a roma 2

    Un atto esplicito, arrivato alla vigilia del Consiglio dei ministri dell'Interno Ue. La scena si sarebbe potuta replicare ieri, se non si fosse attivato uno scudo diplomatico prima, per scongiurare l'ennesimo duello. Gli sherpa lavorano per evitare che, mentre si parla di energia, tasse alle multinazionali e Ucraina, il summit venga dirottato su un tema dove non c'è accordo. Quando si apre il capitolo del "vicinato mediterraneo", però, l'Olanda quel tema lo pone lo stesso.

     

    Chiede di parlare dei flussi interni. La premier italiana è pronta alla replica. Si consulta con i consiglieri: «Se insistono allora chiediamo di parlare degli arrivi primari, quelli via mare». Meloni può contare sul sostegno di Kyriakos Mitsotakis, il premier greco che ha incontrato in mattinata, in una bilaterale utile a saldare l'asse.

    petr fiala giorgia meloni mateusz morawiecki petr fiala giorgia meloni mateusz morawiecki

     

    Toccherà poi a Raffaele Fitto, il ministro degli Affari europei sceso a parlare con i giornalisti, definire «singolari» le critiche di olandesi, belgi e austriaci. Già il predecessore di Meloni a Palazzo Chigi, Mario Draghi, per ben due volte aveva preteso che nelle conclusioni di un Consiglio europeo ci fosse il riferimento agli sbarchi di cui l'Italia si fa carico da anni.

     

    Per Meloni - è quello che ribadisce anche a Bruxelles - «va evitato un approccio predatorio». Serve, sostiene, una soluzione europea, «strutturale», una missione finanziata dall'Ue che rafforzi i confini esterni, e un piano organico per i rimpatri verso i Paesi d'origine. «Se necessario, viste le visioni differenti tra gli Stati membri, poniamo il tema al centro di un vertice ad hoc».

     

    giorgia meloni al consiglio europeo 4 giorgia meloni al consiglio europeo 4

    E così, alla fine, i leader scelgono la via più prudente. Il rinvio. Su proposta italiana, la questione - arrivi primari e spostamenti secondari - sarà in cima all'agenda di uno dei due prossimi Consigli, o quello straordinario fissato per febbraio, o quello ordinario di marzo.

     

    Il primo vertice dei Ventisette a cui partecipa Meloni racconta anche la geometria delle alleanze della leader di Fratelli d'Italia. E il loro potenziale. I rapporti con i francesi restano gelidi. E quindi niente bilaterale con Emmanuel Macron, che invece vede il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

     

    roberta metsola giorgia meloni charles michel al consiglio europeo roberta metsola giorgia meloni charles michel al consiglio europeo

    La presidente del Consiglio ha più familiarità con i conservatori. Incontra il collega ceco Petr Fiala e il polacco Mateusz Morawicki. È un confronto cruciale, perché serve a far crollare le ultime resistenze di Varsavia sulla Global Minimum Tax. La tassa sulle multinazionali proposta dalla Commissione Ue, e che potrebbe portare nelle casse italiane circa 5 miliardi di euro, riceve il via libera del Consiglio. Anche il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni riconosce il ruolo di Meloni, apprezza e ringrazia.

     

    Si decideranno, invece, lunedì 19 dicembre forma e sostanza del prezzo al tetto del gas. Non c'è ancora un accordo sulla soglia del price cap, né sul numero dei giorni di sforamento consentiti prima che scatti la tagliola (potrebbero essere tre). Olanda e Germania, preoccupate dai contraccolpi sul mercato e sulle forniture, resistono nelle loro convinzioni.

    VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI AL CONSIGLIO EUROPEO VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI AL CONSIGLIO EUROPEO

     

    La vera, e forse unica novità di ieri è che ora c'è una data. Tra tre giorni si farà una scelta. Dalla soglia dipenderà il successo o l'insuccesso di un anno di pressioni portate avanti da Mario Draghi. L'asticella simbolica per l'Italia è 200 euro per megawattora. «Deve essere sotto questa cifra» spiega una fonte diplomatica. Il governo italiano propone 160 euro, e considera un buon risultato 180 euro. «Serve una risposta all'altezza - chiede Meloni in Consiglio -. Il tempo perso a cercare un'intesa sul meccanismo di riduzione del prezzo è in contraddizione rispetto a tutti i discorsi che facciamo sulla competitività tra l'industria europea e i nostri concorrenti globali».

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