Giuseppe Del Bello per “la Repubblica - salute”
Il bimbo di Gaza si tappa le orecchie al suono dei proiettili
Un amico ti sta di fronte, gli stai parlando e lui ti interrompe: «scusa, non ho capito, cosa hai detto?». Ci siamo. È la classica reazione di chi non ce la fa a comprendere tutte le parole. E quasi si giustifica: «C’è troppo rumore, non capisco». Ma la colpa non è tutta del rumore che ci circonda. Fracasso assolto? Niente affatto, perché è proprio tutto il chiasso in cui siamo immersi h24 che causa quelli che i medici chiamano “danni da eccesso di rumore”.
Ristorante, cinema, perfino una riunione di condominio rappresentano il banco di prova del disagio uditivo. Quel disagio che si fa fatica ad ammettere. Ma che è una conseguenza diretta della metropoli’s life. E in Italia ne sanno qualcosa i residenti dei centri storici dove il traffico impazza, i locali e i negozi sono assordanti, la movida la fa da padrona.
OBAMA SI "MONTA" LE ORECCHIE NEL FINTO FILM DI SPIELBERG
Dai clacson alla musica a tutto volume il danno d’organo è frequente, ma alla lacerazione della membrana che vibra perché stimolata dal suono ci si arriva solo in casi eccezionali. Insomma, sordi no, ma il rischio di sentirci meno, c’è. Eccome.
«Chi ne fa le spese è l’orecchio interno - premette Roberto Albera, ordinario di Otorinolaringoiatria all’università di Torino - e in particolare quella parte dell’organo detta “del Corti” di cui risultano compromesse quelle cellule che analizzano le frequenze acute di un segnale acustico». Resta da chiedersi se si può misurare una diminuzione della capacità uditiva.
FORNERO si tappa le orecchie
«Al momento non ci sono test che consentano di identificare i soggetti suscettibili al danno uditivo - dice Albera - perciò, appena compaiono sintomi come senso di orecchie piene, fischi o acufeni, mancata percezione di certi suoni, che non si risolvono dopo qualche ora dall’esposizione a rumori elevati, è meglio interpellare uno specialista. Che, grazie a un semplice e non fastidioso esame audiometrico, potrà rilevare le iniziali alterazioni della sensibilità uditiva.
E se ci sono, il consiglio è di evitare al massimo stress sonori. D’altronde, solo il 10 per cento della popolazione risulta più sensibile. È una percentuale bassa che può essere identificata solo quando si manifestano danni precoci e modesti ».
orecchie bioniche
Bisogna dunque correre ai ripari. Prima che quei danni, non gravi, diventino permanenti. «L’effetto più evidente è la percezione compromessa di suoni acuti - chiarisce Albera - come lo squillo del telefono o il campanello della porta di casa. Accade per lo più alle persone che lavorano quotidianamente in ambienti acusticamente mal isolati e, quindi, esposte ad alti livelli di rumore in maniera prolungata.
Ma questo non significa che tutti gli altri possono dormire sonni tranquilli. Anche il chiasso dell’ambiente urbano o l’ascolto di musica in cuffia, parlo cioè di sorgenti sonore meno intense e limitate nel tempo, possono determinare in soggetti suscettibili un deficit uditivo».
Il guaio è che il deficit è irreversibile e che una volta compromesso, l’udito non lo si riacquista più perché al momento non vi sono terapie davvero efficaci.
Ma la buona notizia è che si può cercare di prevenirlo. In maniera del tutto empirica, però: a partire da un’adeguata informazione ai cittadini a cui andrebbe spiegato che la musica va ascoltata a livelli non elevati, e da una programmata autodifesa da mettere in atto cercando isole di silenzio. Perché, una cosa la medicina ce la dice: è utile il riposo acustico”.
il kit occhi orecchie per sonni tranqulli
Che significa far passare alcune ore tra una session musicale e l’altra, tra un’esposizione al chiasso e l’altra, per recuperare il modesto deficit uditivo transitorio conseguenza dell’esposizione a suoni intensi. Ed evitare che lo stress uditivo si accumuli danneggiando l’organo.
Anche perché il frastuono ripetuto e intenso incide sul nostro stato di salute complessivo. Non solo irritabilità, nervosismo cronico e sbalzi d’umore, ma anche disturbi dell’attenzione, difficoltà a concentrarsi, insonnia e disordini del sonno, ipertensione, emicrania.
pulitori di orecchie a chengdu 4
E non c’è da stupirsi se il primo a finire sul banco degli imputati è il traffico , secondo una recente ricerca pubblicata sull’European Heart Journal. I risultati dell’analisi effettuata su otto milioni e 600mila sudditi di Sua Maestà rivelano una correlazione tra esposizione al rumore in zone a intenso traffico e aumento delle morti. Con un maggiore rischio di ictus, soprattutto nella popolazione anziana.