SPREAD 31 GENNAIO - 11 FEBBRAIO 2022
1 - SPREAD BTP-BUND APRE IN RIALZO A 162 PUNTI, RENDIMENTO 1,9%
(ANSA) - Avvio di seduta in tensione per i titoli di Stato dopo l'inflazione Usa. Lo spread tra Btp e Bund apre in rialzo a 162 punti, rispetto ai 160 punti della chiusura di ieri.
Il rendimento del decennale italiano sale all'1,9%, rispetto all'1,887% della vigilia. In rialzo anche i rendimenti dei decennali degli altri Paesi 'limitrofi' con la Spagna all'1,168% e la Grecia al 2,529%.
2 - SALE LA PRESSIONE SUI TITOLI DI STATO BTP VERSO IL 2%, SPREAD A QUOTA 160
Fabrizio Goria per "la Stampa"
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Il timore è quello di una tempesta perfetta da qui a giugno. Inflazione oltre le attese e incertezza sulle prossime mosse della Banca centrale europea (Bce) stanno impattando sull'Italia. Sale la pressione sui titoli di Stato italiani, con il rendimento del Btp decennale sempre più vicino a quota 2 per cento.
Ieri è stato toccato il massimo degli ultimi due anni, 1,924%, con uno spread fra Btp e Bund che ha chiuso a 162 punti base, più 5 punti rispetto la chiusura di mercoledì.
La soglia dei 175 punti base, prevista da Goldman Sachs a inizio settimana, potrebbe essere superata entro pochi giorni. Forse già oggi, dato che il Tesoro che va in emissione per 7,75 miliardi di euro con Btp a 3, 7 e 20 anni.
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Il segnale che la situazione si sta surriscaldando è stato chiaro e netto. Ieri il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro di Bot con scadenza a 12 mesi. La domanda ha raggiunto i 9,73 miliardi di euro, con un rapporto di copertura di 1,50, sostenuta come nell'ultimo biennio.
Ma a preoccupare è il rendimento medio, che è risultato sempre in territorio negativo, -0,324%, ma ha registrato un aumento di 12 punti base rispetto all'asta di gennaio. E dire che il rendimento al 9 novembre era di -0,5685 per cento. Ora che le incognite riguardo l'emergenza sanitaria si stanno riducendo, a preoccupare sono le mosse delle banche centrali.
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Da un lato dell'Atlantico, la Federal Reserve sta per innalzare i tassi - gli investitori puntano a marzo per la prima mossa, da 50 punti base -, dall'altro la Bce veleggia con cautela, convinta che non ci debbano essere correzioni immediate. In mezzo, l'eurozona. Con i Paesi più deboli dal punto di vista fiscale, come Italia e Francia, che stanno vedendo i primi rialzi sulle curve dei rispettivi titoli di Stato.
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Dove si possa arrivare non è chiaro. Secondo Goldman Sachs, si può arrivare entro fine mese con il Btp a dieci anni sopra quota 2 per cento. Analoga la visione di Morgan Stanley e Société Générale. A cercare di mettere ordine ci prova Antonella Manganelli, responsabile degli investimenti di Payden & Rygel: «Il punto è che nessuno si aspettava un cambiamento di retorica così repentino e pronunciato dalla Bce. La conseguenza è che il mercato già prezza tassi all'uno entro quest' anno, e per i periferici c'è il timore anche dello stop agli acquisti da parte di Francoforte».
Interessante, sottolinea inoltre Manganelli, che «le obbligazioni societarie non abbiano ceduto altrettanto, in proporzione».
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Sintomo che gli operatori stanno iniziando a prezzare il ritorno del "rischio-Paese" nell'area euro. Non a caso, è risultato in crescita anche il differenziale fra i bond governativi italiani e i corrispettivi spagnoli. «L'Italia sconta un elevato debito e un pacchetto di riforme da portare a termine entro la fine dell'anno», ha sottolineato S&P nei giorni scorsi.
Il giudizio complessivo, tuttavia, resta positivo. La ricalibratura della politica monetaria della Bce potrebbe accelerare il percorso. Intanto, aumenta anche il monitoraggio delle autorità, specie sul fronte della stabilità finanziaria e creditizia. Se è vero che Christine Lagarde continua nei tentativi di tranquillizzare i mercati finanziari sugli effetti transitori dell'inflazione, è altrettanto vero che Andrea Enria, capo della vigilanza bancaria dell'istituzione di Francoforte, non si può ancora alzare la guardia. «L'impatto della pandemia non è ancora finito.
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Le banche devono mantenere alta l'attenzione alle possibili conseguenze sui loro bilanci e, in particolare, rafforzare il controllo dei rischi e i meccanismi di governance», ha spiegato Enria. Il quale ha inoltre che la Bce non estenderà oltre dicembre 2022 la deroga ai requisiti patrimoniali aggiuntivi decisi durante la pandemia. Da marzo, infine, torneranno in vigore le misure di vigilanza che permettono agli istituti di credito di escludere dai coefficienti di leva le esposizioni con le banche centrali. Soluzione che potrebbe sostenere i finanziamenti a imprese e famiglie.
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