bonucci
Gianluca Veneziani per Libero Quotidiano
Accendi il pc e... «Te devono morì tutt' e due i figli».
Nessuno può digerire un messaggio simile. «Ti sale il veleno dentro» disse Leonardo Bonucci, difensore della Juventus e della Nazionale, in un' intervista qualche mese fa.
Raccontava quando avevano provato a colpirlo proprio negli affetti. E ieri è successo ancora. Al mattino Leo era soltanto un papà felice che accompagna a scuola Lorenzo e Matteo, i suoi due piccoli sorridenti, qualche ora dopo era un uomo che controllando i social ci trova un messaggio barbaro. Con una firma che vuol dir poco o nulla: @the_98page. Un hater come tanti, senza identità, con 299 «seguaci» e 11 post. Meritava forse soltanto il cestino. Ma a volte non è così facile. Questa è una di quelle.
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Leonardo Bonucci controlla quasi tutto quel che passa sui suoi account. Ci ha pensato su, ne ha parlato con Martina, la moglie. E nel suo appartamento torinese ha deciso e reagito. «Niente denunce - confermerà poi anche alla Juventus, dopo l' allenamento - ma qualcosa andava fatto, ho mandato un messaggio». Ha scelto un fermo immagine con le parole del suo hater e la sua risposta. Il tutto inserito in una storia di Instagram, qualcosa che dura soltanto 24 ore e si cancella dai server, ma che ormai fa parte integrante della comunicazione social.
Soprattutto se chi le usa ha 2,4 milioni di fan e una moglie, ex modella e blogger esperta di web, che arriva a 240.000 e fa la stessa cosa sul suo profilo.
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Prima l' immagine del trio di maschietti «armati» di zainetto e sorrisi, poi la risposta: «Forse un giorno vivremo in un mondo migliore, per ora quello da cui spero di tenere lontani i miei figli è questo mondo qui. Quello di questa gente. Quello della violenza fatta di gesti, parole, pensieri.
Adesso @the_98page cancellati, cambia account, chiama qualcuno a darti man forte, peccato che nessuno potrà sollevarti dallo schifo di essere che sei». Leo non ha paura.
Da anni legge commenti beceri e passa oltre, ha resistito a cori e fischi per il passaggio al Milan e poi per il ritorno alla Juve. Sa colpire ma anche scusarsi. Il bullismo che diventa cyber invece non ha confini. I più deboli si smarriscono, qualcuno denuncia e chi può, come Leo, mette alla berlina tanta crudele ignoranza.
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