Goffredo de Marchis per Repubblica.it
mattarella e conte
Stavolta Giuseppe Conte ha guidato la partita in prima persona. Per il caso dei migranti arrivati su un barcone, e trasferiti su due navi al largo di Lampedusa, la strategia è cambiata. E la vicenda si è conclusa coinvolgendo le istituzioni europee, con un aiuto arrivato da Francia e Malta (che accoglieranno entrambe 50 immigrati) in attesa di altri Paesi.
Il caso della Diciotti, concluso solo grazie all'intervento di Sergio Mattarella e la piena collaborazione del premier, ha modificato gli equilibri nella gestione degli sbarchi. Questa è la partita più importante, l'Italia deve creare in corso d'opera una soluzione che valga per l'oggi e per domani.
DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO
Finora, nelle varie crisi di questo ultimo mese ogni volta è stata adottata una politica diversa: una nave è andata in Spagna, una a Pozzallo, una a Malta, una a Trapani. Anche nella telefonata tra Palazzo Chigi e Quirinale di tre giorni fa si era discusso di questa non strategia, di questo quadro impazzito che creava solo un clima di emergenza continua. Emergenza istituzionale, non migratoria. Non possiamo andare avanti così, è stata la conclusione condivisa da Conte e Mattarella.
la nave diciotti a trapani
Se il problema è europeo, se la via d'uscita dev'essere condivisa, solo il presidente del Consiglio ha il potere di tirare i fili. Tanto più dopo il fallimento del vertice di Innsbruck con i ministri degli Interni. Tante parole nessuna idea. Matteo Salvini e Giuseppe Conte stavolta hanno lavorato insieme, ma il titolare del Viminale è stato costretto a fare un passo indietro.
conte macron
Brucia ancora il pasticcio della nave Diciotti, gli sconfinamenti di potere di Salvini. In più l'Italia spera che la soluzione trovata per i 450 migranti a bordo delle navi di Guardia di Finanza e Frontex diventi un precedente e quindi un protocollo per il futuro in modo che gli sbarchi non coinvolgano solo le nostre coste. La posta in gioco perciò è altissima. Ma l'Unione europea è dunque la strada principale da seguire. È il momento delle lettere a Juncker e Tusk, dei contatti tra le Cancellerie. Non delle dirette Facebook, che finora non hanno risolto il problema.