Leonardo Iannacci per “Libero quotidiano”
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Teocoli è uno, nessuno e centomila. È Galliani e Cesarone Maldini, Valentino Rossi e l'avvocato Prisco, Caccamo e il presidente Moratti, Carletto Mazzone e Ibra. Teo è un Fregoli moderno che ti avvince, alternando la voce delle marionette che ha creato, imitandone tic e smorfie come fosse in scena. È il re della satira sportiva e recita anche se prendi soltanto un caffè con lui. Questo straordinario showman della vita, che ha avuto molto ma non tutto dallo star-system, ha scritto a quattro mani con Gabriella Mancini un bel romanzo sportivo: El piede de Dios. Surreale e psichedelico.
mai dire gol teocoli albanese
Teo, perché questo romanzo?
«Per raccontare la storia di Brigitte Lampion, così chiamato perché i genitori amavamo la Bardot. Lui è un uomo, alto due metri e 10... E più che asso lo definirei un due di coppe che ha vissuto una vita unica, debuttando a 40 anni nella primavera dell'Inter».
Dell'Inter? Ma tu non sei un ultrà del Milan da sempre?
«Sì, al Derby negli anni '70 avevamo il Milan nel sangue. Ma tutti fanno errori gravi e il mio Lampion, dopo l'Inter, si corregge subito e va al Milan. Dopo una carriera rocambolesca a 70 anni gioca la partita d'addio a San Siro».
peppino prisco imitazione teo teocoli
Nel libro c'è la Milano della tua giovinezza, vero?
«Sì, racconto i Navigli degli anni '60 e '70 partendo da fatti accaduti ma romanzandoli. Tra Inter e Milan si sono sempre verificate situazioni assurde».
Se pronuncio la parola Inter, qual è la reazione?
«Ho stima per tanti interisti, Moratti in testa, un vero signore, molto leale. E poi come dimenticare l'avvocato Prisco, un attore nella vita. Se vinceva l'Inter, in tribuna mi abbracciava. Ma se perdeva filava via smoccolando: Teocoli, lei è uno sporco milanista, mi saluti la signora».
sacchi teocoli
L'Inter attuale farebbe felice Prisco?
«Per niente. Inzaghi, si chiederebbe, è l'allenatore giusto? E poi Lukaku: Prisco non l'avrebbe mai riportato a Milano. Le minestre riscaldate sono sempre insipide, avrebbe detto.
A ragione... Ricordate quando il Milan riprese Shevchenko o Gullit?
Furono dei fiaschi».
A proposito di minestre riscaldate: Allegri alla Juve?
«L'Avvocato Agnelli, con la sua erre moscia, direbbe: come si fa a silurare uno che non guadagna certo un tozzo di pane? Allegri è una minestra riscaldata ma la dirigenza mi sembra bollita».
Torniamo al Milan?
«Volentieri. Con il Napoli è andato come un treno, ha preso due traverse e meritava almeno il pareggio. Sa che dico? Bravo Paaaaooolino!».
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Cesarone Maldini è nel suo cuore, eh?
«Pensi che la prima volta che lo imitai in televisione, con quella parrucchetta da Beatles, Cesare si incacchió di brutto».
Racconti...
«La sera mi telefonò: Teo, che cacchio fai? Mi prendi per il sedere? Ci conosciamo da 40 anni, che due paia di palle! Risposi: Cesare, vuoi dire che hai quattro palle?».
Paaaooooolino è forte come dirigente, però.
«È il regista di questa società che si è ricreata con giocatori giovani e una gestione assennata».
Per anni è stato tenuto fuori dal Milan, come mai?
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«Alla fine della sua ultima partita, San Siro lo fischiò di brutto e nessuno lo difese in società. Assurdo. Adoro questi personaggi che legano la propria vita a una maglia e non la tradiscono mai: I Totti e De Piero, in questo calcio di mercanti, sono rari».
Pioli è il tecnico giusto per questo nuovo ciclo?
«Chiamatelo Padre Pioli. Lui è ecumenico, gestisce la squadra come un parroco in sagrestia. Fa un buffetto, si alza la tonaca e via in campo».
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Gode il suo Galliani, a Monza?
«Vive il calcio in modo bipolare: domenica scorsa era triste per la ko del Milan e rideva come un pazzo per il Monza. Galliani mi ha sempre fatto ridere, è un ultrà nell'esultanza con quella bocca storta e la bocca storta».
Il Napoli di Felice Caccamo fa paura a tutti, adesso...
«Spalletti lo fa giocare bene. Nel weekend Caccamo chiude il suo negozio che si chiama, chissà perché, Cose di casa d'altri e non si perde una partita. Peccato non ci sia più Pesaola per le trasferte che faceva con Bruscolotti alla guida della sua Arna».
Questo Milan può fare il bis tricolore?
«Il nuovo corso creato con tanti giovane è quello giusto. Mi vengono in mente Kalulu, quando è arrivato faceva ridere per il cognome e invece si è rivelato un bel difensore. O Tonali che, pur di restare al Milan, ha accettato un compenso adeguato, quello che non ha fatto Donnarumma».
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Un flash della tua passione per il Milan?
«Nella mia vita Enzo Jannacci à stato fondamentale. Mi fece conoscere il Derby e mi scritturò per il suo primo spettacolo, Saltimbanchi si muore, con Cochi e Renato. Il giorno della prima era domenica ma io non rinunciai ad andare a vedere il Milan; arrivai in teatro con bandiera, sciarpa e cappello del Milan. Salii sul palco in quelle condizioni e la gente cominciò a ridere e ad applaudirmi. Pensava fosse una gag».
Un nuovo personaggio che ti piacerebbe imitare?
«Fefè De Giorgi. Sembra fatto apposta per entrare nella mia collezione di marionette».