DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
riproduzione la nascita di venere
Lucy Watson per www.dazeddigital.com
L’autoproclamata regina tragica di Instagram, Audrey Wollen, è l’artista-autrice della “Teoria della ragazza triste”, un atto di resistenza politica dice: «Il femminismo che attira l’attenzione dei media è quello accettabile, positivo innocuo, condiviso. Io mi sento alienata dal femminismo contemporaneo perché mi chiede troppo: amore per me stessa, successo economico, gran sesso. Non ho niente di questo. La tristezza delle donne dovrebbe essere riconosciuta come un atto di resistenza. La protesta politica è in genere definita in termini maschili, prevede l’occupazione di uno spazio, gesti eclatanti, violenza. C’è invece una storia di donne che usano il loro dolore e l’autodistruzione per rompere i sistemi di dominazione. La tristezza delle ragazze non è passiva, è un gesto di liberazione».
lo chiamano empowermentbotticelli secondo audrey wollenragazze al soleaudrey wollen regina tragica di instagramaudrey wollen si ispira alla kidmanaudrey wollen sosia di nicole kidmanaudrey wollen su twitterfotografia di audrey wollen
Le sue “tristi” preferite? «Judy Garland, Marilyn Monroe, Sylvia Plath, Frida Kahlo, Virginia Woolf, Brittany Murphy, Hannah Wilke, Elena Ferrante, Clarice Lispector, e Persefone. Il femminismo insiste a dire che essere donna è bello e divertente, invece è inimmaginabilmente doloroso e questo dolore non deve essere cancellato ma usato per cambiare gli schemi. Il patriarcato è il più antico sistema di potere, e le lacrime o l’autolesionismo sono da sempre sintomo di femminilità. Non una risposta autonoma, non pazzia. Essere emotive non significa essere deboli o patetiche».
Lei intanto continua ad immortalarsi nei dipinti classici, e anche questo è un modo per riprendere il potere sugli uomini: «Le donne sono sempre oggetti, mai soggetti, nelle opere d’arte. Quando sei un oggetto, sei incapace di azioni tue e vulnerabile a quelle degli altri. Un bel dipinto è spesso una scena di violenza. Penso che possiamo prendere i prodotti del patriarcato e usarli per smantellarlo. Ad esempio credo che Instagram abbia la funzione di rendere le donne parte della storia dell’arte. Non c’è bisogno del punto di vista maschile: le ragazze si fotografano e replicano la propria immagine come vogliono».
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