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    TERRA AMARA A PARIGI: AL TENNIS ITALIANO MANCA SEMPRE UN SOLDO PER FARE UNA LIRA - SONEGO SI ARRENDE KHACHANOV DOPO LA MARATONA CON RUBLEV E AMMETTE: “DEVO MIGLIORARE SULL’ASPETTO FISICO”. LORENZO MUSETTI CONFERMA LA SUA INCOSTANZA E NON ENTRA MAI IN PARTITA CONTRO ALCARAZ: “HO SBAGLIATO TUTTO QUELLO CHE POTEVO SBAGLIARE” – POI C’E’ SINNER CHE HA MOSTRATO SCARSA CAPACITA’ DI GESTIRE LA PRESSIONE E UN TENNIS ANCORA INCOMPLETO…


     
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    Estratto dell'articolo di Stefano Semeraro per “La Stampa”

     

    lorenzo sonego lorenzo sonego

    Fatalmente domenica, come ai vecchi tempi, quando la seconda settimana degli Slam era un approdo difficile, problematico, quasi sempre proibito. Lorenzo Sonego finisce in quattro set (1-6 6-4 7-6 6-1) la benzina contro il troll moscovita Karen Khachanov, Lorenzo Musetti non entra mai in partita (6-3 6-2 6-2 in poco più di due ore) contro il supereroe Alcaraz su uno Chatrier battuto da un vento da regata, e au revoir, Italia, già agli ottavi siamo estinti. Terra amara, insomma. Dopo Roma anche Parigi ci respinge sulla superficie che in teoria è il core business del nostro tennis.

     

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    Al primo Lorenzo, il torinese, sono mancate le energie fisiche. Dopo un primo set quasi perfetto, agevolato da una falsa partenza di Khachanov al servizio, il Polpo ha perso progressivamente la presa sul match. Il rimpianto più grosso è il vantaggio sprecato nel tie-break del terzo set (4-0, con una palla facile per il 5-0): annetterselo avrebbe significato aggrapparsi con le unghie i nervi alla partita, stringere i denti, sperare nell'ennesimo "miracolo".

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    «Ma negli Slam l'aspetto fisico conta tantissimo», ammette Sonny. «Ed è su quello che devo lavorare. Per vincere a questo livello il cuore non basta. Ho dimostrato contro Rublev e anche oggi contro il n.11 del mondo di poter reggere il confronto tecnico, ma devo mettere più benzina nel serbatoio. Partite come quella di Rublev devi essere in grado di ripeterle fino in semifinale e in finale, la cosa che mi dà fiducia è che da questo punto di vista ho ancora tanto margine».

     

    lorenzo musetti lorenzo musetti

    La "musata" presa contro Alcaraz, nel match che pure era più difficile sulla carta, fa ancora più male. All'altro Lorenzo sono mancate fin dall'inizio le energie mentali, la voglia, un qualsiasi codice di accesso alla partita. La distanza rispetto alla sfida vinta da Musetti un anno fa ad Amburgo è siderale. Carlitos nel frattempo ha vinto uno Slam e oggi è un tennista completo, solido, con una mano fatata che sa essere de piuma e de fero, ricamare e martellare.

     

    Un suv a trazione integrale, ieri, fra una folata di vento e l'altra, mentre Lorenzo pareva una spider elegante ma leggera, deragliata dalle turbolenze, incapace di tenere la strada. Ed è il Muso il primo ad ammetterlo, con una autocritica scorticante. «La verità è che ho sbagliato tutto quello che potevo sbagliare. Il piano era colpirlo sul rovescio, ma mi sono fatto condizionare da chi c'era dall'altra parte della rete, ho avuto fretta e fatto un sacco di fesserie. Lui è il numero 1 del mondo, oggi ha dimostrato che può vincere questo torneo, a me invece è mancata non l'umiltà, ma la consapevolezza nei miei mezzi. E da qui che devo ripartire».

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