La nave cinese che taglia la strada al destroyer Usa nello stretto di Taiwan
1- LA NAVE CINESE CHE TAGLIA LA STRADA AL DESTROYER USA NELLO STRETTO DI TAIWAN
IL MOMENTO IN CUI LA NAVE DA GUERRA CINESE TAGLIA LA STRADA AL CACCIATORPEDINIERE USA NELLO STRETTO DI TAIWAN
Il ministro della Difesa cinese ha difeso la manovra di una nave militare che ha "tagliato la strada" a un destroyer americano e a una fregata canadese mentree attraversavano lo Stretto di Taiwan. Il generale Li Shangfu ha affermato che la cosiddetta “libertà di navigazione” nello stretto tra la Cina e l'isola è “una provocazione”. Pechino rivendica il braccio d mare come acque territoriali.
Il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, ha risposto che gli Stati Uniti “non tremeranno di fronte al bullismo e alla coercizione” cinese e continueranno ad attraversare lo Stretto di Taiwan con le proprie navi militari per ribadire che si tratta di acque internazionali.
li shangfu lloyd austin allo shang ri la dialogue di singapore
Questo tipo di incidenti attorno a Taiwan - che per le autorità cinesi è una “provincia ribelle” - rischiano di provocare una pericolosa escalation nelle tensioni già alte fra Pechino e Washington.
2. MANOVRE E MINACCE NEI MARI DI TAIWAN PECHINO: LA GUERRA SAREBBE UN DISASTRO
Estratto dell'articolo di Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
Una guerra tra Cina e Stati Uniti provocherebbe «un disastro insostenibile per il mondo», avverte il generale Li Shangfu, ministro della Difesa di Pechino. Mentre il dignitario mandarino parlava ieri a Singapore, alla conferenza sulla sicurezza nel Pacifico intitolata romanticamente «Shangri-La Dialogue», lo Stretto di Taiwan era ancora agitato da uno scontro sfiorato tra le Marine delle due superpotenze rivali.
XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Sabato 3 giugno una nave da guerra cinese ha intercettato due unità di una pattuglia congiunta costituita dalle flotte americana e canadese che sfilavano davanti all’isola di Taiwan in base al «diritto di libera navigazione». Il comandante cinese ha puntato verso la prua del caccia lanciamissili USS Chung-Hoon, tagliandogli la rotta e intimandogli di lasciare la zona della quale Pechino rivendica il controllo; gli americani hanno risposto via radio chiedendo di sospendere la manovra aggressiva; i cinesi sono arrivati zigzagando tra le onde a meno di 150 metri, rischiando lo speronamento.
La settimana scorsa il Pentagono aveva denunciato un altro «incontro ravvicinato» ad alto rischio con i cinesi, quella volta in cielo. Un caccia cinese ha volato a 120 metri dal naso di un RC-135 da ricognizione americano «che conduceva operazioni di routine» sopra il Mar cinese meridionale. «Una manovra inutilmente aggressiva», ha detto Washington.
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Non la vede così il ministro Li, che ha chiesto all’uditorio: «Perché queste cose succedono nel nostro mare e nel nostro cielo? Le navi e gli aerei cinesi non vanno mai vicino allo spazio di altri Paesi». Poi la rivendicazione di Taiwan come «cuore del nostro interesse centrale» e il monito piuttosto brutale: «Pensate ai fatti vostri invece di intromettervi in questioni che riguardano solo la Cina». [...]
IL MOMENTO IN CUI LA NAVE DA GUERRA CINESE TAGLIA LA STRADA AL CACCIATORPEDINIERE USA NELLO STRETTO DI TAIWAN
Alla riunione di Singapore, alla quale partecipano le delegazioni militari dei Paesi dell’Asia-Pacifico, è presente anche il ministro della Difesa americano Lloyd Austin. Si era sperato in un colloquio distensivo con il collega cinese, dopo gli ultimi mesi di guerra fredda aggravati dall’episodio del «pallone-spia» scoperto e abbattuto dalla US Air Force. Il presidente Joe Biden sta cercando di riprendere il dialogo con Xi Jinping, ha detto che «uno stupido pallone» non deve impedire le comunicazioni tra le due superpotenze. Il suo consigliere per la sicurezza Jake Sullivan assicura che «guerra fredda o conflitto non sono inevitabili», bisogna parlarsi. Ma a Singapore Austin e Li si sono visti di sfuggita alla cena di gala, stringendosi la mano con freddezza, senza scambiarsi una parola. [...]