Giancarlo Dotto per Dagospia
Quella bestia tentacolare a striscie bianche e nere manda a Parma uno dei suoi, De Ceglie, a storpiare la Roma, che ha però nel cilindro il piede mozartiano di Pjanic. Palla che sviene là dove non arriverebbe nemmeno l’uomo ragno.
PARMA-ROMA
Testa a testa. Quattro su quattro. Solo e sempre Juventus e Roma, l’odore forte della sfida titanica. Tra poco sapremo. Max Allegri, culo enorme come la Mole Antonelliana, si gode a Torino l’inerzia del tremendismo contiano, dopo essersi goduto a Milano l’inerzia del seminato ancelottiano. Rudi Garcia è come Gesù, sa parlare ai suoi, li unge uno a uno. Questa volta ha “toccato” Ljajic e il redivivo ha risposto.
PJANIC
Redivivi anche Vidal a Torino, Matri a Verona, Hernanes e Osvaldo a San Siro. Il nuovo si chiama Belotti, faccia da schiaffi, due gol ai morticini del Napoli. Il futuro è tutto suo. Zamparini sta già misurando l’ampiezza dell’assegno.
JUVE
Rafa Benitez insiste nel suo metodico suicidio. La famiglia lo aspetta a Liverpool. La raggiungerà presto. Scommetteci. Le narici di De Laurentiis fumano. Se non è ancora esploso è perché sta facendo due conti.
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Peggio del Napoli solo il Cagliari di Zeman, che rimette al mondo il Toro di Ventura e Cairo. Il boemo, da mo’ che se n’è andato in fumo. E, mentre il tarantolato Pippo (Inzaghi) scopre che può agitarsi quanto vuole ma a salvargli le isteriche chiappe sono i campioni, toh che notizia, si abbatte sul napoletano triste, alias Montella. Infortuni e pali, interminabile incubo.