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    TESTA DI ZUCCHI - INVESTENDO NELLA ZUCCHI, GIGI BUFFON CI HA RIMESSO VENTI MILIONI DI EURO - LA SCORSA SETTIMANA HA SOTTOSCRITTO UN ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO, PROMESSA ALL’INGRESSO DEI FRANCESI DEL FONDO “ASTRANCE CAPITAL” - ORA IL PORTIERE SARÀ SOCIO DI MINORANZA


     
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    Massimiliano Nerozzi per “la Stampa”

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    Da portiere solitamente fenomenale, prendendo la Zucchi Gigi Buffon ha fatto invece la peggior scelta di tempo della carriera (oltre venti milioni di euro bruciati), ma poi chi gli sta vicino dice che s' è comportato da capitano: se non d' industria, almeno sul campo. Durante gli incontri in società, sempre più cupi, trimestrale dopo trimestrale, e nelle confessioni a qualche amico, in questi mesi il numero uno della Juve l'ha sempre ripetuto: non voleva lasciare senza lavoro gli oltre mille dipendenti dell'azienda tessile.

     

    L'INVESTIMENTO

    BUFFON BUFFON

    Anche per questo aveva contribuito a tenere in piedi la Zucchi con due aumenti di capitale, salendo fino al 56,3 per cento: in pratica, era l' unico a sborsare soldi. Non è beneficenza, perché nel 2009 Buffon era entrato nel capitale di Zucchi per guadagnarci, come fa ogni investitore, ma poi avrebbe potuto anche uscirne, in altri modi meno eleganti.

     

    La scorsa settimana si è invece arrivati alla sottoscrizione dell'accordo di ristrutturazione del debito bancario, premessa all' ingresso dei francesi del fondo Astrance Capital: con un aumento di capitale da 10 milioni, controlleranno Zucchi, tramite una nuova società. E Buffon diventerà azionista di minoranza.

     

    LA DIFESA DEL MADE IN ITALY

    Di certo, nell' avventura Buffon è stato consigliato malissimo, e l'azienda amministrata anche peggio, ma questa non è solo la storia del suo più grande autogol. Perché, in certe cose, in alcuni comportamenti, il capitano della Juve e della Nazionale sa essere una persona particolare.

    LOGO ZUCCHI LOGO ZUCCHI

     

    Uno che spiazza, anche se i rigori è abituato a pararli e non a tirarli. E alla fine, quando è spuntato il fondo francese ed è stato sottoscritto l' accordo con le banche, Buffon ha tirato un sospiro di sollievo. Facendo così, ragionava il giocatore con i suoi collaboratori, anche bruciando denaro, aveva provato a salvare uno storico marchio del made in Italy, e a non mettere sul lastrico migliaia di famiglie.

     

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    Eppure, ci credeva, come fosse una partita, e solo un anno fa mostrava ancora fiducia, partecipando a un convegno: «Vorrei rilanciare il tessile e un pezzetto dell' economia degli italiani». Va da sé, anche il suo investimento. Era un tiro imparabile Ma da tempo la Zucchi era un tiro imparabile, non solo per il miglior portiere del pianeta: anche mettendoci oltre 20 milioni di euro negli ultimi 5 anni.

     

    Quattrini che, sostanzialmente, hanno permesso all' azienda di non essere messa in liquidazione. Buffon era diventato azionista di un certo rilievo nel 2009 con il 2 per cento, salendo di volta in volta: 11 per cento, 19, fino all' attuale 56,3. Ma il gruppo continuava a restare in zona retrocessione: dal 2011 i ricavi erano costantemente in calo, con perdite accumulate in questi anni per una quarantina di milioni, capitale eroso e debiti bancari oltre gli 85 milioni.

     

    buffon buffon

    Tant' è che dal 2010 il marchio tessile era sulla black list della Consob: molto peggio che essere esclusi dal listone per il Pallone d' Oro. Impensabile l' ennesimo aumento di capitale, l' unica via d' uscita era di trovare un nuovo investitore. E adesso Buffon può metterci la faccia, senza vergogna: come ha sempre fatto, anche dopo le peggiori sconfitte.

     

     

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