Emiliano Morreale per La Repubblica
ben affleck e jenniger lopez in gigli
Il titolo di peggior film della storia del cinema è controverso, anzi impossibile da individuare, come quello del migliore. I candidati possono essere sottoprodotti di serie Z, oppure grosse produzioni andate male, come Gigli con Ben Affleck e Jennifer Lopez. Quando Tim Burton girò Ed Wood, nel 1994, si disse che il peggior regista era quello raccontato nel film, per il suo anti-capolavoro Plan 9 from outer space.
Ma qualche settimana fa il Festival di San Sebastián è stato vinto da The disaster artist, ultima regia dell' iperattivo attore-regista-scrittore James Franco, che racconta la lavorazione di un oscuro film indipendente americano, The room (2003) diretto e interpretato dal misterioso Tommy Wiseau.
james franco the disaster artist
The room, definito "il Quarto potere dei brutti film", è un altro titolo che grazie alla sua bruttezza è diventato oggetto di culto oltreoceano. A vederlo, in realtà, non ha il fascino del supertrash: è un film con pochi personaggi, la storia di un uomo tradito dalla fidanzata col suo miglior amico che alla fine si spara. Certo, con attori oltre ogni immaginazione, fondali in green screen surreali, e sottotrame senza senso.
Il film di Franco uscirà negli Usa a dicembre, ma ha già suscitato entusiasmi in giro. All' origine c' è il libro con lo stesso titolo di Greg Sestero, un modello che era stato coinvolto nel catastrofico progetto come co-protagonista, ipnotizzato dall' improbabile carisma di Wiseau.
james franco
Tanto che Franco ha definito The disaster artist "un incrocio tra Boogie nights e The master". A suo modo, anche il film di Franco, come The room, è un' operazione familiare, seppur di alto livello (co-protagonista è il fratello di Franco, Dave), e può contare sulla partecipazione di personaggi noti come Melanie Griffith, Sharon Stone, Zac Efron, Zach Braff e Judd Apatow.
I registi "negati" affascinano spesso, come un esorcismo, gli autori di talento o di successo. In Hollywood Ending il regista interpretato da Woody Allen gira un film mentre sta diventando cieco, con esiti catastrofici, ma viene esaltato dai critici francesi.
il ritorno di cagliostro
Nel Ritorno di Cagliostro di Ciprì e Maresco una scalcagnata produzione siciliana porta alla follia un divo americano in declino (modellato su Errol Flynn che, completamente alcolizzato, girò in Italia Il maestro di Don Giovanni). Tempo fa è stata annunciata, per la regia del solo Ciprì, la biografia del "peggior regista italiano di tutti i tempi", Tanio Boccia alias Amerigo Anton.
Un personaggio rimasto proverbiale anche per una leggendaria telefonata di Alberto Sordi a Federico Fellini, in occasione dell' Oscar ad Amarcord: «A Federi', non t' hanno premiato, stavolta è toccato a Tanio Boccia!».
Anche la cinefilia ha da sempre un' anima trash: la passione perversa per i brutti film nutre un filone critico ricchissimo e di lunga data, quasi un genere a sé: riviste, poi siti, rubriche (quella di Marcello Garofalo su Ciak, Bizarro) e libri su libri, da L' incredibile storia del cinema spazzatura di Jonathan Ross al dizionario Stracult di Marco Giusti, a La piccola cineteca degli orrori.
the room
Tutti i film che i fratelli Lumière non avrebbero mai voluto vedere di Manlio Gomarasca e Davide Pulici. Nel settore, poi, l' Italia non è seconda a nessuno: la nostra è stata fino agli anni 70 una cinematografia spesso di fantasiosa povertà, con un gusto dell' eccesso che in molti contrappongono provocatoriamente alla mediocrità delle epoche successive.
All' epoca di Ed Wood, ad esempio, a Napoli c' era Nat Montiel alias Natale Montillo, che faceva film-sceneggiata con la sua produzione SAP (acronimo di Sant' Antonio Proteggimi). Ma alla base della singolare fortuna di un film come The room c' è anche qualcosa di nuovo.
A fare la sua fortuna, infatti, è stato soprattutto il commento su Internet che gli ha dedicato il canale online Nostalgia Critic di Doug Walker, americano nato a Napoli e campione di quella pratica detta riffing, ossia il commento audio ironico ai film, interi o a frammenti.
johnny depp in ed wood
Un po' quello che da noi ha sempre fatto la Gialappa' s con la tv. Una pratica che negli Usa ha il precedente della trasmissione tv Mystery Science Theater 3000, poi trasferitasi sul web con Riff Trax. Il riffing oggi è diffuso anche tra numerosi youtuber italiani, che commentano i mockbusters della Asylum ( Titanic 2, Sharknado), Jesus Christ Vampire Hunter o titoli nostrani come L' uomo puma, per la gioia di decine di migliaia di follower.
tim burton johnny depp
Che però sembrano guidati più dal gusto dello scherno che da quel piacere ambivalente che ha sempre fatto cercare, nel trash, le tracce del sublime più o meno involontario. Come Susan Sontag che così sintetizzava il motto del gusto camp: «È bello perché è orribile».
O prima ancora Man Ray, con la sua lapidaria provocazione: «I film peggiori che vedo hanno sempre cinque minuti meravigliosi; i più celebrati, non hanno più di cinque minuti validi».