LANCINI
Cesare Giuzzi e Giacomo Valtolina per milano.corriere.it
Da giocatore professionista di poker è abituato a camminare sul filo della sorte. Da presunto golden boy della criminalità milanese, con più di un legame con le cosche calabresi, ha invece imparato sulla propria pelle cosa significa giocare con la vita: due proiettili lo hanno lasciato vivo nella sparatoria di in viale Faenza, alla Barona, nel ‘98. Ma Loris Grancini, 44 anni, ex gestore di locali, è soprattutto il capo ultrà più importante del tifo bianconero.
Lui milanese (vive a Cernusco) è il responsabile dello storico gruppo Viking. Un nome emerso di recente anche nelle indagini sul suicidio di un capo ultrà a Torino e sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel marketing della Juventus. Ora Grancini (già sfiorato da inchieste sulle cosche a Milano) è indagato per tentata estorsione al titolare di una società di eventi sportivi.
viking juve
Lo avrebbe costretto «a procurare biglietti». Come? Con minacce più o meno velate: «Bello alto qui, sai come brucia facilmente?». È stato lo stesso Grancini ad annunciare su Facebook la nuova inchiesta: «Ma come possono offendere così la giurisprudenza i giudici italiani?»