Estratto dell’articolo di Giovanni Sgardi e Tito di Persio per www.ilmessaggero.it
blackout challenge
«Stringi la cintura, resta senza respirare il più a lungo possibile». Sulla rete ci sono i video, c’è una chat con l’hashtag #BlackoutChallenge. E la sfida a trattenere il fiato più degli altri concorrenti potrebbe essere costata la vita a uno studente di 16 anni che si è strangolato con la cintura dei pantaloni. Antonio, nome di fantasia, venerdì notte, era davanti al computer, con il cappio al collo, agonizzante. A fare la scoperta è stato il fratello di 12 anni. La Procura ha aperto un’inchiesta per accertare se la morte sia “figlia” di gesti estremi diffusi sui social.
Blackout Challenge
Mezzanotte della vigilia di Pasqua a Roseto degli Abruzzi. Lo studente, figlio di genitori romeni (padre operaio, madre casalinga, perfettamente integrati nella comunità locale), anche se lui è nato in Italia, è nella sua cameretta, mentre i tre fratellini più piccoli e i genitori sono in salotto a guardare la televisione.
Il fratello di 12 anni, che condivide la stanza con lui, entra e vede Antonio esanime con la cintura stretta al collo: il bambino si mette a urlare e avverte il padre e la madre che allertano i soccorsi. I sanitari, appena arrivati, hanno cercato in tutti i modi di rianimare il ragazzo, un’operazione che è durata una quarantina di minuti, purtroppo tutti gli sforzi sono risultati vani.
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blackout challenge 2