• Dagospia

    TIM FOR TWO - L'IDEA RESTA LO SCORPORO DI TIM DANDO VITA A DUE SOCIETÀ SEPARATE QUOTATE IN BORSA, UNA CON LA RETE E UNA PER I SERVIZI. SERVONO TUTTAVIA NON MENO DI 12-18 MESI PER ARRIVARCI. VIVENDI POTREBBE INVECE CEDERE LE AZIONI DELLA RETE PER CONCENTRARSI SUI "SERVIZI". OPPURE PARIGI POTREBBE ANCHE VALUTARE UNA TRATTATIVA CON KKR SULLA PROPRIA QUOTA (BOLLORÈ HA ANNUNCIATO CHE A BREVE LASCERÀ AI FIGLI TUTTE LE CARICHE RICOPERTE NEL GRUPPO DI FAMIGLIA)


     
    Guarda la fotogallery

    Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”

     

    pietro labriola pietro labriola

    E' iniziato il tour de force per arrivare alla nomina del nuovo amministratore delegato di Tim e al varo del piano strategico. Ieri il presidente Salvatore Rossi ha convocato il consiglio per un aggiornamento.

     

    La riunione era stata chiesta la scorsa settimana da Arnaud De Puyfontaine, Frank Cadoret e atri tre consiglieri che fanno riferimento a Vivendi, primo azionista di Tim, per procedere alla cooptazione del direttore generale Pietro Labriola e alla nomina ad amministratore delegato.

     

    BOLLORE' DE PUYFONTAINE BOLLORE' DE PUYFONTAINE

    Rossi ha preferito posticipare al 21, anticipando ieri il confronto, in attesa che Spencer Stuart comunichi la rosa di nomi da cui sarà scelto il nuovo capoazienda. Il percorso sarà completato giovedì prossimo con la nomina del nuovo amministratore delegato. Sul nome di Labriola ci sarebbe un'ampia convergenza. Il manager ha la fiducia dei rappresentanti di Vivendi, che si sono messi in movimento per riprendere centralità in consiglio.

     

    tim cambia logo tim cambia logo

    Per De Puyfontaine, il ceo di Vivendi che dal 2015 sta presidiando per conto di Vincent Bollorè l'investimento in Tim, quella con Kkr è una partita decisiva. In un libro appena pubblicato in Francia, Bollorè ha annunciato che a breve lascerà ai figli tutte le cariche ricoperte nel gruppo di famiglia.

     

    «La decisione di anticipare il passaggio di consegne - ha scritto il patron di Vivendi - è stata facilitata da una serie di difficoltà che mi riguardavano: giudiziarie, mediche e negli affari, che potevano essere il segnale dell'avvicinarsi della fine della mia epoca e del momento di fare un passo indietro».

    henry kravis henry kravis

     

    E' la prima volta che Bollorè fa cenno a problemi di salute, mentre aveva già annunciato che avrebbe lasciato le cariche in occasione del bicentenario della fondazione del suo gruppo, che ricorre quest' anno. Il passaggio di consegne potrebbe cambiare qualcosa anche in Vivendi, dove diverse voci parlano di un possibile trasferimento delle deleghe operative in mano a De Puyfontaine a Yannick Bolloré, ceo di Havas e attuale presidente della media company.

     

    Un portavoce di Vivendi ha fatto sapere che non sono previste novità al vertice. De Puyfontaine ha la fiducia di Bolloré e potrebbe tuttavia avere una responsabilità crescente in Lagardère, il gruppo editoriale in cui il finanziere lo ha messo in consiglio mentre lanciava la scalata in Borsa. De Puyfontaine ha costruito tutta la sua carriera nell'editoria.

     

    giancarlo giorgetti 1 giancarlo giorgetti 1

    Labriola intanto sta accelerando al massimo per tracciare le linee guida del nuovo piano che sarà costruito con l'obiettivo di farsi trovare pronti a rispondere a un'eventuale Opa di Kkr, con una strategia che punta soprattutto a estrarre valore dai singoli asset e a far crescere così anche il prezzo delle azioni in Borsa. Dovrà tenere insieme gli interessi di tutti gli azionisti.

     

    Labriola presenterà una prima bozza martedì prossimo e poi il 2 marzo è prevista l'approvazione. Il manager conosce l'azienda come pochi altri lavorandoci da oltre 20 anni sempre in posizioni di vertice, ma definire una strategia triennale per rilanciare un gruppo che da almeno un decennio perde incessantemente ricavi non è un esercizio facile.

    dario scannapieco foto di bacco 1 dario scannapieco foto di bacco 1

     

    Tanto più se dentro c'è lo scorporo della rete, attorno a cui si gioca il futuro di Tim. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti ha ricordato che «qualsiasi Opa viene fatta c'è un perimetro entro il quale lo Stato deve mantenere il controllo».

     

    Kkr ha avuto modo di illustrare i propri piani in alcuni incontri avuti a Roma prima di Natale e la disponibilità a separare la rete da Tim e a cederla ha riscontrato interesse. Insieme però a dubbi sui tempi e i rischi di esecuzione. Il piano del fondo Usa deve passare attraverso un'Opa, che potrebbe estrarre più valore e dare maggiori garanzie al governo sulla rete con un impegno a vendere, ma c'è ancora molto da definire. Il Tesoro ha arruolato Lazard per analizzare la situazione.

    salvatore rossi foto di bacco (1) salvatore rossi foto di bacco (1)

     

    La Cassa depositi e prestiti, a cui fa capo il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, si avvale del Credit Suisse e Vivendi di Rothschild. Tim ha chiesto a Mediobanca e Vitale & C., di assistere Labriola sul piano. L'idea resta quella di dividere Tim attraverso una scissione proporzionale, dando vita a due società separate quotate in Borsa, una con la rete e una per i servizi, con un azionariato speculare.

     

    giancarlo giorgetti e matteo salvini 2 giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

    Sarebbe un passaggio propedeutico alla creazione della rete unica con Open Fiber a cui punterebbe il governo, auspicata anche di recente dalla Cdp. Servono tuttavia non meno di 12-18 mesi per arrivarci. Per accelerare, Tim starebbe valutando una soluzione con Open Fiber per un coinvestimento nelle aree grigie che non rientrano nel Pnrr. Un primo abbozzo di rete unica, i cui piani di sviluppo verrebbero tenuti slegati dal confronto tra gli azionisti di Tim e Open Fiber sugli equilibri per la nuova società della rete unica. Su cui si sta già ragionando.

     

    pietro labriola pietro labriola

    Con la scissione Cdp potrebbe uscire da Tim "servizi" per concentrarsi sull'infrastruttura, in cui conferendo Open Fiber avrebbe il controllo. Vivendi potrebbe invece cedere le azioni della rete - le ipotesi sui possibili compratori vanno da Macquarie a Cdp fino a Kkr - per concentrarsi sui "servizi". Oppure decidere di uscire definitivamente.

     

    vincent bollore vincent bollore

    Il gruppo parigino avrebbe portato il valore di carico delle azioni Tim a 0,86 centesimi e Kkr ha detto di essere disposta a offrire 0,505 euro. Labriola dovrà far salire l'asticella. Secondo diversi osservatori Parigi potrebbe anche valutare una trattativa con Kkr sulla propria quota. E' vero che Bollorè è sempre stato un investitore paziente, ma è anche pragmatico.

     

     

     

    LEGGI ANCHE:

    ARTICOLI CORRELATI

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport