Gianluca Baldini per la Verità
amos genish
Quella di ieri è stata una giornata positiva per Tim. Il Tar del Lazio ha sospeso la multa da 74,3 milioni di euro che la presidenza del Consiglio aveva chiesto l' 8 maggio scorso per la violazione degli obblighi relativi alla Golden Power, i poteri speciali in capo al governo che permettono di blindare un' azienda di interesse nazionale che il Paese potrebbe perdere.
Tim era stata sanzionata per non aver comunicato che di fatto il controllo del gruppo era finito in mano ai francesi di Vivendi. Il Tar, attraverso l' ordinanza firmata dal presidente della prima sezione Carmine Volpe, ha però deciso di congelare la sentenza perché la Tlc ha offerto una cauzione di importo pari alla sanzione irrogata.
Tim, subito dopo aver ricevuto la notizia della sanzione, si era appellata al Tar chiedendo la sospensione della pena. La sentenza, infatti, non è stata annullata ma il tribunale amministrativo si è riservato la «necessità di approfondire nella successiva fase di merito», quella cioè in cui si avvierà un dibattimento sul tema: i giudici hanno fissato la discussione l' 8 maggio 2019.
CARLO CALENDA
Intanto, come aveva già fatto sapere il vertice dell' azienda una delle strade che potrebbero essere intraprese in futuro è matrimonio con Open Fiber (al 50% di Enel e di Cassa Depositi e Prestiti). Le due società, secondo alcune indiscrezioni potrebbero fondersi in Flashfiber, un società di servizi infrastrutturali di rete in fibra ottica per conto di Tim e Fastweb.
Si tratta di una società nata due anni fa, a fine luglio 2016, ed è di fatto una replica precisa proprio di Open Fiber: il suo compito è infatti posare cavi in fibra ottica dagli «armadi» di Tim ai palazzi e poi con i verticali fin dentro le case degli utenti utilizzando le risorse stanziate da Tim e Fastweb per poi affittare ai due operatori la cosiddetta «fibra spenta».
gallia costamagna padoan
Il piano industriale parla di un budget di un miliardo per collegare entro il 2020 circa 2,9 milioni di abitazioni. Il bilancio 2017 riporta che sono stati attivati 155 milioni di investimenti per parte Tim e una quarantina per conto di Fastweb e che le unità cablate sono sotto il milione.
L' ipotesi avanzata dal numero uno di Tim Amos Genish riguarda Flashfiber perché dovrebbe, nelle intenzioni, consentire una migliore gestione della complessa partita del conferimento della rete Telecom, permettendo di procedere per gradi successivi.
La questione è infatti spinosa perché presenta due passaggi non facili da cogliere. Il primo riguarda il perimetro della rete da conferire: le opzioni possono andare dall' intera infrastruttura alla sola rete di accesso, in pratica il solo ultimo miglio. Se fosse quest' ultima la scelta, è chiaro che una parte di infrastruttura resterebbe in Telecom, che non potrebbe essere quindi definita come una società di soli servizi.
Il secondo nodo riguarda invece la valutazione: che non dipende solo dalla quantità di rete da conferire ma anche dal valore attribuito ai cespiti. Qui le valutazioni divergono in modo sostanziale.
FIBRA OTTICA
Per Telecom il valore della sola rete di accesso sarebbe sui 15 miliardi, con il resto del «backbone (la dorsale da cui partono i cavi)» si arriverebbe attorno ai 20. Valutazioni che circolano tra gli addetti ai lavori parlano di valori più bassi del 30%: tra gli 8-10 miliardi la rete di accesso, trai 3 e i 4 miliardi il «backbone».
Ad ogni modo, al momento, non è chiaro se l' operazione si farà. In caso affermativo, questo potrebbe rappresentare la svolta per l' annosa questione di scorporo della rete Telecom e della costituzione di un' unica società della rete in fibra.
fibra ottica
Così facendo, si sarebbe quindi creata la congiunzione favorevole per la convergenza degli interessi di praticamente tutti i protagonisti in gioco. Da un lato c' è Telecom che vuole dare un segnale forte al mercato e un muovere un titolo che a Piazza Affari boccheggia da un po' (da due anni e mezzo non supera quota un euro, ieri ha chiuso a 0,65 euro in crescita dello 0,21%), dall' altro l' operazione ribalterebbe l' attuale rapporto conflittuale tra la Tlc e il governo: del resto, Lega e i 5 stelle da sempre hanno appoggiato l' idea di una rete unica e, in una fase di fibrillazione come quella attuale, riuscire a mettere in cantiere un risultato presentabile come un piano strategico di interesse nazionale non sarebbe un obiettivo di poco conto.