Giacomo Amadori per “la Verità”
TIZIANO RENZI IL POST SU FACEBOOK DAI DOMICILIARI
Un tempo, sui social, si faceva chiamare Orso saggio. Ma ieri Tiziano Renzi non ha onorato il vecchio soprannome. Ha acceso il computer e su Facebook ha scritto con grande anticipo la sentenza sulle sue vicissitudini giudiziarie: assolto per non aver commesso il fatto. Anzi i fatti. Lo Spartaco di Rignano si è strappato le catene e si è issato sul suo pulpito digitale per proclamare la propria innocenza e attaccare i magistrati.
Lo ha fatto nonostante il Tribunale gli abbia concesso di trasferirsi con la moglie per scontare gli arresti domiciliari negli appartamenti sopra la loro ditta, la Eventi 6.
Qui vivono la figlia Matilde Renzi e il cognato Andrea Conticini insieme con i quattro figli, al cui accudimento da sempre partecipano anche i nonni. «Non auguro a nessuno - nemmeno al mio peggiore nemico - di vivere mai ciò che la Lalla e io stiamo vivendo», ha scritto su Facebook. «Tuttavia ci prepariamo a una lunga vicenda giudiziaria consapevoli di un fatto: la verità prima o poi verrà fuori».
TIZIANO RENZI E LAURA BOVOLI
Non sopporta che i giornali siano «pieni solo delle ricostruzioni dell'accusa»: «Io affermo qui (e purtroppo per il momento posso solo qui) che queste ricostruzioni sono FALSE. Come erano false le vicende del passato dalle quali siamo sempre usciti assolti. A tutti chiedo solo una cosa: aspettate i processi. Aspettate e vedremo chi ha ragione».
Il Tiziano furioso non si tiene: «Il massacro mediatico di questi giorni è incredibile. Ed è un incubo non potersi difendere. Vorrei urlare il mio sdegno e invece sono chiuso in casa come un criminale». Promette di affrontare il processo «da cittadino massacrato preventivamente sui media, ma da cittadino incensurato che rivendica con forza la propria innocenza». E respinge tutte le accuse, come fa sempre, anche di fronte a prove evidenti (come i lavoratori assunti senza regolare contratto): «Non abbiamo fatto mai fatture false, non siamo amministratori di fatto, non abbiamo fatto bancarotta, non abbiamo lavoratori in nero».
MATTEO E TIZIANO RENZI
Una frase che sembra anticipare la sua strategia difensiva, e cioè che lui e la consorte non sono mai stati gli amministratori di fatto delle società fallite. Un'asserzione che, numerose testimonianze agli atti, intercettazioni e altre prove sembrano, però, smentire clamorosamente. Prima di congedarsi dai suoi fan Tiziano lancia l'ultima stoccata: «A tutti quelli che commentano dico: noi siamo persone oneste e non abbiamo commesso nessuno dei reati di cui ci accusano. Che si possa massacrare qualcuno sui giornali senza dare spazio mai alle ragioni della difesa e alle evidenti contraddizioni dell' accusa è semplicemente ingiusto».
casa di tiziano renzi e laura bovoli 1
Lo sfogo è subito diventata una delle notizie più cliccate su Internet e l'avvocato Federico Bagattini difende la decisione del suo assistito: «Che cosa ha scritto di male? Se l'imputato non ha diritto di proclamare la propria innocenza e di sostenere che l' accusa sia confusa, allora siamo davvero arrivati ai Tribunali del popolo».
Lunedì prossimo Tiziano, sua moglie Laura e il terzo arrestato dell'inchiesta, Mariano Massone, difeso dall' avvocato Luca Gastini, saranno ascoltati dal gip Angela Fantechi nel cosiddetto interrogatorio di garanzia. «I miei assistiti sono intenzionati a rispondere», annuncia Bagattini.
casa di tiziano renzi e laura bovoli 3
In Procura attendono un gesto di collaborazione. Abbiamo appreso che le esigenze cautelari per i due genitori cadrebbero se la loro azienda, la Eventi 6, venisse venduta o subappaltasse i propri contratti di volantinaggio a un terzo attore, a patto che non si tratti dell' ennesima cooperativa gestita da prestanome.
Basterebbe persino che Tiziano si mettesse a distribuire il materiale pubblicitario (core business dell' azienda) in proprio, con dipendenti della Eventi 6, come faceva un tempo. Va ricordato che Renzi senior a ottobre aveva annunciato urbi et orbi di volersi disfare della propria società per mettersi a fare il nonno e il pensionato.
TIZIANO RENZI
In attesa di capire se la Eventi 6, che negli ultimi anni ha garantito fatturati milionari, sarà davvero messa sul mercato, la Procura porta avanti un altro filone d' indagine, «una storia ancora tutta da scrivere». Le investigazioni riguardano la Marmodiv, la cooperativa di cui i Renzi sarebbero stati, almeno sino al marzo scorso, gli amministratori di fatto e che sarebbe stata usata per emettere centinaia di migliaia di euro di fatture false al fine «di consentire alla srl Eventi 6 l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto». Per cinque di questi documenti contabili dell' importo nominale di 250.000 euro sono indagati i due genitori, il neo presidente Aldo Periale e il nipote di Laura Bovoli, Paolo Terreni, impiegato nella ditta. Ma le accuse non sono solo queste.
tiziano renzi con la moglie
Nelle scorse settimane la Procura ha contestato preventivamente, dopo la presentazione di un'istanza di fallimento, a diversi soggetti (non è chiaro se due o tre) il reato di bancarotta fraudolenta per un presunto stato di insolvenza della Marmodiv. Un'accusa che, dopo la presentazione di un acquirente, è stata cambiata in bancarotta per distrazione.
Nell'ambito di questo filone lo scorso 10 dicembre sono stati perquisiti in due: il presidente della Marmodiv Periale, un pensionato piemontese che gli inquirenti considerano un mero prestanome, e il nuovo responsabile commerciale della coop, Daniele Goglio, l'uomo che intercettato al telefono si vantava di tenere in pugno Tiziano Renzi.
tiziano renzi filippo roma le iene
A casa di Goglio i finanzieri hanno spaccato persino un salvadanaio. Ma che cosa cercavano? Tracce dei 270.000 euro che lo stesso manager avrebbe ricevuto attraverso società a lui riconducibili dalle casse della Marmodiv nei mesi scorsi.
Goglio ha tenuto quei soldi per sé? Oppure li ha girati a qualcun altro? O li ha usati per pagare dei debiti della coop? Ai pm questa opzione non risulta e per questo stanno cercando di capire dove sia finito il denaro. Un presunto buco che il nuovo acquirente, il genovese Massimiliano Di Palma, vecchia conoscenza di Renzi senior e di Massone, non ha inserito nell' elenco dei «buffi» che intende ripianare. La prossima udienza del processo è prevista per il 20 marzo. Nell' occasione un perito dovrà dire al giudice Silvia Governatori se ci sia stata o meno distrazione. E se l' azienda vada dichiarata fallita. Un' eventualità che innescherebbe una nuova probabile valanga giudiziaria.
lotti tiziano renzi