Viola Rita per www.wired.it
gwyneth paltrow uova di giada in vagina
Altro colpo sferrato alle fake news e alle bufale scientifiche. Goop, azienda di lifestyle e benessere della nota attrice Gwyneth Paltrow, dovrà pagare 145mila dollari come sanzione civile per aver ingannato i consumatori nella vendita di uova vaginali dalle presunte proprietà benefiche per la salute sessuale (invece assenti).
Per chi non lo sapesse, infatti, la nota attrice Gwyneth Paltrow ha messo in vendita sul blog Goop delle uova da inserire nella vagina, fatte di giada e quarzo, al costo di 55 o 66 dollari, che – a detta dell’azienda – potenzierebbero i muscoli interni e farebbero bene a livello ormonale. Peccato che si tratti di un’affermazione senza riscontro, come confermano vari ginecologi, dato che non c’è alcuna prova scientifica di questi presunti effetti positivi. Anzi, le uova di giada potrebbero addirittura far male, aumentando il rischio di infezioni.
Il sito Goop fornisce consigli di lifestyle
I prodotti in questione sono tre: l’uovo di giada, l’uovo rosa di quarzo e l’Inner Judge Flower Essence Blend. Quest’ultimo è stato pubblicizzato come miscela di oli essenziali che possono essere oralmente o aggiunti nell’acqua durante un bagno e che potrebbero prevenire la depressione. Mentre le uova di quarzo e giada potrebbero favorire l’equilibrio ormonale, regolare il ciclo mestruale, prevenire il prolasso uterino e aumentare il controllo della vescica evitando perdite urinarie.
paltrow a capo del sito goop
Già all’inizio del 2017 gli esperti avevano avvisato che le uova vaginali non facevano bene. Ad esempio, la ginecologa californiana Jen Gunter aveva avvisato Gwyneth Paltrow in una lettera aperta che l’idea delle uova vaginali di giada era una cattiva idea.
gwyneth paltrow
Questo perché la giada è porosa e può intrappolare batteri, causa di infezioni, mentre i muscoli vaginali non sono fatti per trattenere a lungo l’uovo e contrarsi continuamente, mentre esistono appositi esercizi e strumenti per allenarli. Anche la reazione dei ginecologi italiani non aveva tardato ad arrivare: “Non ci sono assolutamente prove di efficacia: i meccanismi collegati alla libido e al calo del desiderio sono altri, specie per le donne in menopausa, e non hanno niente a che fare con il prolasso dei muscoli vaginali”, aveva spiegato a Wired nel gennaio 2017 Paolo Scollo, primario del reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania ed ex presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia. “L’uso dell’uovo, inoltre, potrebbe dar luogo a infezioni o addirittura lacerazioni, tanto più che non è scontato che le donne che potrebbero utilizzarlo lo facciano solo dopo essersi sottoposte a un Pap test”.
UOVA DI GIADA
Ma l’avviso degli esperti non è bastato. Il messaggio pubblicitario, infatti, è stato oggetto di una causa avviata a tutela dei consumatori, che ha visto coinvolte 10 contee (province) della California rappresentate. Ed oggi la causa è stata archiviata con l’accordo di Goop che accetta di pagare la cifra di 145mila dollari come sanzione civile e poter continuare a vendere le uova di giada e quarzo con una descrizione aggiornata.
L’accusa sostiene che l’ingannevole messaggio sulle uova svolta dall’azienda “non è supportato da prove scientifiche di qualità e riproducibili”, ha dichiarato, in una dichiarazione appena rilasciata, Jeff Rosen, il rappresentante legale della Contea di Santa Clara. “Proteggeremo in maniera vigile i consumatori contro le aziende che promettono benefici per la salute senza il supporto di una buoni elementi scientifici… o di alcun elemento scientifico”.
uova di giada per la vagina
Insomma l’inganno è svelato. Ma l’azienda della Paltrow non si perde d’animo. “Goop ritiene che ci sia un fraintendimento onesto rispetto alla richiesta di risarcimento e vuole affrontare la questione in maniera rapida e amichevole”, scrive l’azienda in un’email a Business Insider. Che a fronte di quanto appena deciso risarcirà tutti i consumatori non soddisfatti che abbiano acquistato i prodotti fra il 12 gennaio 2017 e il 31 agosto 2017. Ma “questa decisione non indica alcun inganno da parte di Goop”, prosegue l’azienda, che non si arrende.