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    TORNA A CASALEGGIO - ''TRA ROUSSEAU E M5S ORA SERVE UN ACCORDO''. MESSO DA PARTE PER GLI STATI GENERALI, IL GURU JUNIOR SA CHE DEVE TROVARE LA PACE CON DI MAIO E SOCI PER FAR SOPRAVVIVERE LA SUA SOCIETÀ. FRENANDO I BOLLENTI SPIRITI DI DIBBA - ''SBAGLIATO PARLARE SOLO DI STIPENDI E POLTRONE. SE DOVESSE ESSERCI UN CAMBIO DI MAGGIORANZA SI DOVRÀ CHIEDERE AGLI ISCRITTI COSA NE PENSANO''


     
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    LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI

    Emanuele Buzzi per il ''Corriere della Sera''

     

    Davide Casaleggio, come giudica gli Stati generali?

    «Sono soddisfatto si siano voluti ribadire principi e regole del Movimento come il limite del doppio mandato per eletti regionali e parlamentari, il no a qualsiasi forma di finanziamento pubblico e il no alle alleanze strutturali. Nel dibattito sono emerse anche altre richieste maggioritarie che dovranno essere sviluppate come la trasparenza sulle nomine attraverso processi di partecipazione dal basso e l'esigenza di prevedere incompatibilità tra cariche governative e istituzionali con gli organi del Movimento».

    DAVIDE CASALEGGIO OSPITE DI PORTA A PORTA DAVIDE CASALEGGIO OSPITE DI PORTA A PORTA

     

    Si è parlato anche di Rousseau: ci sarà un accordo?

    «Mio padre decise di far gestire la piattaforma Rousseau a un'associazione terza per evitare possibili conflitti di interessi di persone che potessero in qualche modo voler diminuire il potere degli iscritti come, per esempio, immaginando di far gestire le candidature o le liste da gruppi ristretti di persone politicamente coinvolte al posto dell'attuale processo di candidature dal basso votato poi dagli iscritti.

     

    Tra il Movimento e Rousseau può e deve essere definito un accordo, tra l'altro previsto dallo Statuto, che definisca al meglio quello che già avviene nella realtà, ossia che il Movimento ha la gestione politica decidendo, per esempio, le votazioni, i quesiti, le regole di candidature o tutti gli aspetti di indirizzo politico, mentre Rousseau si occupa di promuovere i metodi e gli strumenti di partecipazione a supporto di quell'indirizzo. Questo accordo deve essere una partnership basata su valori, principi e progetti condivisi che ci si impegna reciprocamente a rispettare».

     

    Che futuro ha in mente per Rousseau?

    DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

    «Lunedì presenteremo il piano 20/21 di Rousseau. Le parole chiave del 2021 saranno territorio e merito. Puntiamo a una forte decentralizzazione della piattaforma dando strumenti ai territori che rendano autonomi gli attivisti, che aumentino il loro potere decisionale, ma anche la responsabilità nella soluzione dei problemi. È il cuore dei modelli di Open Innovation a cui aspiriamo come Rousseau.

     

    Andremo a costruire su Rousseau, in un percorso partecipativo con gli iscritti, le sedi digitali territoriali e tematiche, attive in modo permanente e aperte a tutti. Definiremo anche un nuovo metodo meritocratico per far emergere persone e progetti che sappiano creare valore per la comunità. Utilizzeremo strumenti di social recommendation (referenza sociale) per individuare una rete di ambasciatori della partecipazione e daremo loro strumenti operativi e culturali per svolgere questo ruolo fondamentale».

     

    Si va verso un doppio organo collegiale.

    «Quando un'organizzazione sociale si avvia verso una trasformazione la prima cosa che dovrebbe fare è definire il suo indirizzo strategico che indichi la direzione verso cui si vuole andare e su quali processi si vuole avviare la trasformazione. Solo dopo vanno indicate le persone o il team di persone che andranno a presidiarli. Esiste già un organo collegiale: il Team del Futuro, sarebbe sufficiente analizzare le esigenze emerse e integrare questo organo con le funzioni che si rendono necessarie e facendo in modo che non vada mai a sostituire il principale organo collegiale: l'assemblea iscritti».

     

    beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2 beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2

    Per ora rimane anche il tetto dei due mandati.

    «È necessario lavorare al trasferimento di competenze e di esperienze mettendo al centro la formazione per "passare il testimone". Chiederemo a tutti gli eletti che stanno concludendo il secondo mandato di diventare "docenti" e formare chi un giorno andrà al loro posto».

     

    Cosa serve al M5S per uscire dalla sua crisi?

    «I temi e le battaglie condivise devono ritornare centrali. Se tutto il dibattito verte solo su struttura, stipendi e poltrone ci si annichilisce. Oggi abbiamo il dovere di mettere al centro la rivoluzione culturale, sociale e politica per la quale abbiamo combattuto fino ad oggi. L'ambiente e l'innovazione sono due potenti motori del cambiamento. Per affrontare l'ondata di disoccupazione in arrivo è essenziale avere il coraggio di essere noi a disegnare il futuro dell'Italia. Ho apprezzato ad esempio il piano di Johnson per eliminare completamente le auto a combustione entro il 2030, come anche il piano coreano per investire in innovazione che gli ha permesso di esportare la disoccupazione, mantenendo quella del Paese al 4% con investimenti in ricerca e sviluppo pari al 4,55% sul Pil (in Italia siamo al 1,3%)».

     

    Diversi big temono che lei e Di Battista vogliate minare la maggioranza di governo.

    «È un timore infondato».

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    Nel governo si registrano aperture all'opposizione.

    «Per adesso mi sembra sia una questione consultiva. Se dovesse esserci un cambio di maggioranza necessario credo si dovrà chiedere agli iscritti come si è fatto lo scorso anno e anche l'anno prima».

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