Estratto dell'articolo di Renato Minore per “il Messaggero”
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Un giornalista lo andò a trovare poco tempo prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1992 a settantadue anni. […]«Esco quando mia moglie mi trascina, in realtà mi piace scrivere». E sorrise mentre descriveva i ritmi infernali che l'avevano portato a pubblicare quasi cinquecento volumi in poco meno di cinquanta anni. «E se le dicessero che ha solo sei mesi da vivere cosa farebbe?». Gli si era illuminato il volto: «Scriverei più in fretta».
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AUTORITRATTO
Molto probabilmente stava alle prese con la sua voluminosa biografia, che ora esce dal Il Saggiatore: Io Asimov. L'autoritratto di un uomo ambizioso, dedito interamente e monasticamente alla scrittura, in grado di alternare esegesi bibliche a saghe interplanetarie, romanzi polizieschi a saggi di fisica. Un vero memoir dove scorrono i giorni dell'infanzia vissuta a Brooklyn nel negozio di dolciumi dei genitori, una coppia di immigrati russi.
[…] fu proprio nel drugstore di famiglia che vide le copertine delle prime riviste di fantascienza, in particolar Astounding St, la cui redazione era a New York e al cui direttore, John Campbell, inviò i primi manoscritti. E poi le ricerche sperimentali per l'aeronautica durante la Seconda guerra mondiale fino all'incontro con Gorbaciov alla fine della Guerra fredda. Dal primo rifiuto editoriale alle offerte a cinque cifre per le sue storie e alle contese per aggiudicarsi le sue prestazioni di conferenziere. […]
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La sua attività prevalente fino a tutti gli anni Settanta - e la sua principale fonte di reddito era costituita da opere di divulgazione scientifica. […] Per il grande pubblico, il nome di Asimov resta associato alla fantascienza, ma egli era di formazione un fisico e un biologo che aveva lavorato in laboratori scientifici e utilizzato le competenze per scrivere appunto molti testi divulgativi.
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Questa doppia connotazione, ad un tempo scientifica e fantascientifica, ha indubbiamente contribuito a far sì che i lettori delle sue opere di fiction, cioè dei romanzi e racconti fantascientifici, si aggirassero in un territorio incerto; fantastico, sì, ma non per questo privo di agganci concreti con le teorie delle scienze contemporanee e con le ricadute di quella massa imponente di tecnologie che modificano la nostra vita quotidiana e la nostra immagine del mondo. Il memoir ne è la piena dimostrazione.
CAVALIERE
Asimov è stato un abile cavaliere dell'ambiguità, visionario fino ad un certo limite, in quanto gli scenari che ha disegnato nella sua opera, e soprattutto quelli comuni cui ci stiamo confrontando noi negli anni dopo la sua morte, non hanno perduto completamente gli agganci con la realtà scientifica. Le contaminazioni tra presente e futuro non riguardano soltanto un aspetto della realtà scientifica, ma le sue numerose facce ben rappresentate, dalla biologia alla fisica alla matematica e alle scienze spaziali, alle "grandi macchine" della scienza contemporanea.
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[…] Mentre nelle pagine finali di Fondazione anno zero Hari Seldon si appresta a morire, le equazioni del futuro vorticano intorno a lui che sa di guardare il domani da lui scoperto. Asimov in quei suoi ultimi giorni scriveva: «Non mi piango addosso perché non sarò qui a vedere alcuni dei futuri possibili. Come Hart Seldon sono in grado di vedere il mio lavoro intorno a me e ne traggo conforto. So che ho studiato, immaginato e scritto di molti possibili futuri, è come se ci fossi stato». […]
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