Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
antonio conte
«Roma non è stata costruita in un giorno», dice Antonio Conte dopo tre vittorie in campionato che hanno scaldato il cuore dei tifosi e a poche ore dall' esordio in Champions League alla presenza del gran capo Jindong Zhang. Ne serviranno pochi di più, una ventina, per capire di che pasta è fatta l' Inter. Il gioco si fa duro: stasera lo Slavia, sabato il derby e poi una dietro l' altra Lazio, Sampdoria, Barcellona e Juventus.
Senza respiro e senza possibilità di sbagliare. Conte è contro l' entusiasmo effimero «figlio del risultato» e insegue la continuità, l' oro che verrà.
«Se andiamo sulle montagne russe con una partita da otto e l' altra insufficiente, non arriviamo da nessuna parte».
conte sarri
In campionato l' Inter ha fatto il pieno, ma la Champions non è da meno, non può esserlo nel calcio moderno, per i soldi che porta e il prestigio che dà. Così nel tardo pomeriggio milanese inseguire la vittoria contro i cechi, l' avversario meno temibile del girone, sarà un piacevole imperativo. «Perché non è il momento di porci degli obiettivi, né tantomeno dei limiti. Solo strada facendo capiremo bene dove possiamo andare, farlo in questo momento sarebbe insensato». Forse anche controproducente all' alba di un nuovo progetto in cui ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo, migliorano le conoscenze e si cementa il gruppo.
ANTONIO CONTE
La sensazione, dopo appena tre settimane di partite vere, è che Conte l' Inter ce l' abbia in mano. E la Champions non può passare in secondo piano solo perché c' è la voglia e anche la sensazione di poter lottare alla pari con la Juventus, regina degli ultimi 8 scudetti. «Dovessi ragionare in maniera egoistica direi che avere la settimana libera per gli allenamenti potrebbe essere un vantaggio, ma l' Europa è un grande stimolo per me, per i giocatori e per il club». Zhang si è presentato alla Pinetina, ha salutato Conte e parlato alla squadra (prima di cenare con i dirigenti e Moratti), segno dell' importanza di questo battesimo.
Senza contare che il tecnico ha voglia di smentire chi lo considera perfetto per lo scudetto ma non per la Coppa.
«Purtroppo si vive di luoghi comuni, basta che qualcuno dica una cosa in tv e tutti gli vanno dietro. Io la Champions da allenatore l' ho fatta solo tre volte con squadre appena nate e non solide come servirebbero per vincere. Questo lo dico per rispondere a certi sapientoni...». Opinionisti e ex allenatori.
Conte solo una volta è uscito ai gironi, affondato dal Galatasaray di Mancini e Sneijder. Con la Juve al primo tentativo è arrivato ai quarti (eliminato dal Bayern Monaco) e con il Chelsea agli ottavi (eliminato dal Barcellona).
Ora vuole vedere l' effetto che fa in un girone complesso con il Borussia Dortmund e lo stellare Barça di Messi. Anche per questo l' Inter non può sbagliare la prima che l' ex c.t.
antonio conte marotta
si immagina difficile «perché lo Slavia è una squadra fisica e solida nella fase difensiva. Voglio coraggio e intensità. E se ci sarà bisogno, dovremo essere pronti a battagliare». Lo ha spiegato al gruppo prima dell' allenamento che dovrebbe aver cancellato l' allarme su Lukaku, afflitto dal mal di schiena. «Giocherà se sta bene», dice l' allenatore che non vuole dare vantaggi ai rivali.
Ma il belga ci sarà e al suo fianco è atteso il ritorno di Lautaro Martinez, rigenerato dalla tripletta al Messico con l' Argentina. In difesa spinge D' Ambrosio, in mezzo al campo Vecino sostituirà Barella, mentre sulla fascia destra potrebbe debuttare Lazaro per far rifiatare Candreva. Ma non è una questione di modulo, né di uomini, bensì di atteggiamento. Venti giorni e capiremo se l' Inter ha assimilato la lezione del professor Conte.
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ANCHE KLOPP HA LE SUE ANSIE
M.Sco.per il Corriere della Sera
Viene da Anfield, tempio incontrastato della passione calcistica, e teme l' effetto San Paolo. Per Jurgen Klopp, campione d' Europa, lo stadio napoletano evoca il sorriso beffardo di Lorenzo Insigne e quel gol all' ultimo minuto che costò la sconfitta. Acqua sotto i ponti ne è passata, ma la sfida con il Napoli è di quelle che anche per il Liverpool, avvio sprint in Premier con cinque successi di fila, ha un indice di difficoltà alto. «C' è bisogno di una bella prestazione - dice - qui è dura per chiunque».
Insigne è l' uomo da fermare, certo («ogni volta mi frega», e si riferisce anche alla sconfitta subita con il Borussia Dortmund) ma Klopp è consapevole che la squadra di Ancelotti è cresciuta in qualità e non ha perso la fisionomia di «squadra testarda, che penetra tra le linee e gioca anche molto in contropiede. Mi piace sempre guardarla».
Gli toccherà stasera studiarla da molto vicino durante la gara e provare a far valere il tasso tecnico più elevato dei suoi giocatori.
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chiererà il tridente Manè-Firmino-Salah (che però lo scorso anno rimase a secco) e avvisa il collega Ancelotti: «A noi toccherà difendere bene, ma credo che sia un problema anche vostro». La vittoria della Champions non ha tolto ulteriori stimoli ai Reds, né rappresenta una pressione particolare. Aggiunge Klopp: «Tutti vogliono batterci, questo è chiaro ma a noi toccherà sempre giocar bene per vincere. Siamo affamati e cercheremo di imporre la nostra legge». Poi sorride e precisa: «Non siamo noi la squadra più forte d' Europa, c' è il Manchester City, la migliore al mondo. L' anno scorso abbiamo dimostrato di essere tra le più forti, più di tutte le altre quando contava. Tutto qua».
Un pareggio può andar bene a entrambe?
«Non lo so, dipende da come giochiamo. Ma se meritiamo, meglio vincere».
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