DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Paolo Russo per “La Stampa”
Una super tassa di scopo sulle sigarette per finanziare la sanità. L'idea non è nuova ma questa volta, con la caccia aperta ai fondi per asl e ospedali, potrebbe avere più chance di tagliare il traguardo. Perché non solo l'appoggiano gli oncologi e le opposizioni, ma riscuote consensi anche in frange della maggioranza.
L'idea lanciata dai medici oncologi dell'Aimo della vice presidente del Senato, la pentastellata Maria Domenica Castellone, prevede di aumentare di 5 euro il costo di un pacchetto di sigarette per ricavarne un gettito di 13,2 miliardi da mettere sul piatto della sanità, riducendo contemporaneamente consumi e tumori.
maria domenica castellone foto di bacco
E realizzando un extra gettito che consentirebbe di riallineare il finanziamento della sanità rispetto al Pil agli standard europei. L'ipotesi non la disegna nemmeno il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che sa però quanto poco favore incontri nel Palazzo dell'Economia, dove temono non solo un crollo dei consumi e quindi del gettito legato alle accise sulle bionde, ma anche un drastico calo della produzione nazionale di tabacco e dell'occupazione a questa collegata. Una analisi contraddetta dalla Castellone, «perché in realtà solo l'1% della produzione del tabacco consumato in Italia è prodotto nel nostro Paese, mentre la produzione nostrana è oramai altamente automatizzata».
Ma in caso di muro da parte del Tesoro, 5S e il Pd, che appoggia l'iniziativa, hanno già un piano B. «Stiamo lavorando anche a una seconda ipotesi di un aumento limitato a meno di un euro a pacchetto che consentirebbe comunque di introitare circa 3 miliardi di euro», rivela la vice presidente del Senato.
Somma che corrisponde a quanto Schillaci va cercando per finanziare la prima tranche del suo piano di assunzioni di medici e infermieri più la detassazione al 15% della indennità di specificità medica, che prendono tutti i camici bianchi ospedalieri, che in tal modo metterebbero in tasca circa 250 euro in più al mese. Un incentivo utile ad arginare la loro fuga dalla sanità pubblica.
L'idea di tassare le sigarette per curare la sanità non piace comunque solo alle opposizioni. Come ammette la stessa Castellone, «ci sono stati contatti con ampie frange della maggioranza e l'idea ha trovato consensi soprattutto tra le fila di Fratelli d'Italia, dove al contrario non è vista di buon occhio l'idea alla quale starebbe lavorando il Mef di finanziare con nuove tasse la sanità pubblica». La tassa sulle bionde, maxi o mini che sia, dovrebbe entrare in manovra con un emendamento. Ma nel caso questo non fosse approvato c'è un'altra strada che si potrebbe seguire.
GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI
«Grazie ad un cambio di regolamento del Senato, se ci sono proposte di iniziativa popolare che raccolgono 50mila firme, queste - spiega Castellone - possono essere discusse in aula entro tre mesi dalla data in cui sono depositate. Possiamo coinvolgere i cittadini su questo argomento». E i sondaggi dicono che non sarebbe un'impresa raggiungere il quorum.
Secondo un'indagine del 2024 commissionata dall'Istituto farmacologico Mario Negri, il 62% degli italiani sarebbe favorevole a una tassa sul tabacco per finanziare l'Ssn. […]
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