Paolo Russo per “la Stampa”
crisanti
Sull' andamento dell' epidemia gli scienziati si dividono. Da un lato larga parte del Cts che, senza lasciarsi andare a facili entusiasmi, inizia a vedere la luce in fondo al tunnel.
«L' Rt, l' indice di contagiosità, si sta abbassando e questo è la premessa al calo della curva dei contagi e, a seguire, di quella dei ricoveri e infine dei decessi», sostiene il fronte degli ottimisti.
«Niente affatto», replicano gli scettici, sostenendo che oramai con la Caporetto del tracciamento ogni previsione sia falsata, visto che quel che emerge sarebbe soltanto la punta dell' iceberg della massa dei contagiati che non riusciamo più a scovare. Due visioni opposte dalle quali dipende che Natale passeremo: a tavola solo con i «conviventi» e i regali acquistati su Amazon nel caso avessero ragione i pessimisti. Con qualche parente in più e un po' di shopping scegliendo i regali dalle vetrine se avranno visto giusto gli ottimisti.
locatelli
Il fronte degli scettici Nel mirino degli scettici è finito soprattutto l' Rt. Giorgio Parisi, che è un fisico di fama internazionale oltre che presidente dell' Accademia dei Lincei, lo ha detto a chiare lettere: «L' Rt così non è affidabile». «Capisco le difficoltà, perché visti i numeri dei contagi va fatto uno sforzo enorme per ritracciare le persone che si sono ammalate e sapere l' inizio dei sintomi», tutte cose che servono al calcolo dell' Rt.
Secondo il professore inaffidabile per gli stessi numeri riportati nel documento di sintesi del monitoraggio settimanale, quello che poi definisce i colori e quindi le chiusure delle regioni. «Se la settimana scorsa avevamo un indice di contagio che con il 95% di probabilità era compreso tra un valore di 1,45 e 1,83, nell' ultimo report la forchetta è raddoppiata, oscillando da 1,08 a 1,81. Come per gli exit poll non c' è certezza e la sintesi dell' ultimo report a leggerla bene vuol dire che il numero dei contagiati giornalieri potrebbe essere rimasto quasi costante, o essere quasi raddoppiato o aver fatto qualcosa di intermedio».
Per questo a suo parere servono in assoluto più dati.
ANDREA CRISANTI
«Sappiamo quanti sono i posti letto occupati nelle terapie intensive ma non quanti pazienti vi entrano e quanti ne escono ogni giorno. Non conosciamo quante chiamate arrivano nei pronto soccorso regionali e nemmeno quante persone si sono ammalate nei singoli comuni lombardi», afferma il prof, anticipando quella che sarà la prossima missione dell' Accademia.
Stesso scetticismo manifesta Andrea Crisanti, il padre del «metodo Vo'», che giudica inattendibili sia i numeri sull' indice di contagiosità che quelli dei positivi rilevati quotidianamente «da un sistema di tracciamento che è oramai collassato da tempo». «Siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo - afferma spegnendo qualsiasi entusiasmo - e qui non stiamo facendo nemmeno un vero lockdown. Per cui l' impatto delle misure restrittive sarà inferiore a quello di allora e servirà più tempo perché producano effetto».
presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli
«Poi magari allenteremo un po' la guardia a Natale e il lockdown lo dovremo fare comunque a gennaio», afferma. Continuando a ripetere che «saltato il contact tracing, gli unici dati attendibili sono quelli dei ricoveri e dei decessi». Sicuramente meno rincuoranti dell' Rt.
Il fronte dei "cauti ottimisti" Sul fronte opposto il presidente del Consiglio superiore di sanità, nonché tra i più ascoltati scienziati del Cts, Franco Locatelli, non ha invece dubbi: «Il dato relativo all' Rt è un indicatore della decelerazione, il primo risultato delle restrizioni adottate a fine ottobre, che iniziano a mostrare i loro effetti sulla curva dei contagi». E del resto lo stesso consulente di Speranza, Walter Ricciardi, se non si sfrega le mani al calo dell' Rt, almeno per le regioni in zona rossa si aspetta nella prossima settimana che le curve dei letti occupati in terapia intensiva e dei decessi comincino a piegarsi verso il basso.
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Sul fatto poi che in queste condizioni l' Rt sia inattendibile dissente il Presidente dell' Iss, Silvio Brusaferro, che lontano da voler alimentare polemiche ci tiene a spiegare che «l' indice di contagiosità è calcolato solo sui positivi sintomatici, che proprio per questo difficilmente sfuggono al tracciamento».
La decelerazione sembra comunque già iniziata. L' analisi degli scienziati del gruppo Facebook "Coronavirus, dati e analisi scientifiche" mostra che a metà ottobre il raddoppio delle curve era per i nuovi casi di una settimana, degli ospedalizzati di 9 giorni, delle terapie intensive di 10 e dei decessi di 6,5 giorni per i decessi.
Mentre ora i casi raddoppiano ogni 35 giorni, le ospedalizzazioni 19 e i decessi dopo 12.
Non sarà ancora la fine del tunnel, ma quei numeri accendono almeno la speranza di passare un Natale meno blindato.
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