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    VAFFANBANKA! - TORNANO I BOND-BIDONE PER PENSIONATI E PICCOLI RISPARMIATORI? LA CONSOB SUONA IL CAMPANELLO D'ALLARME E STRIGLIA LE BANCHE


     
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    Francesco De Dominicis per "Libero quotidiano"

    L'epoca dei bond bidone venduti dalle banche a pensionati e piccoli risparmiatori è lontana. Cirio, Parmalat e obbligazioni argentine, però, hanno lasciato «ferite» profonde. E ancora oggi, dopo oltre dieci anni, decine di migliaia di consumatori pagano il conto della stagione del «risparmio tradito». Che torna improvvisamente d'attualità.

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    La crisi finanziaria ha spostato i riflettori altrove, in parte sui fallimenti dei grandi gruppi bancari internazionali e in parte sulla questione del credit crunch, cioè il taglio drammatico ai prestiti a imprese e famiglie, assai pesante in Italia. Alla Consob, però, è suonato un campanello d'allarme. Ci risiamo?

    Forse è solo prevenzione. Sta di fatto che la Commissione che vigila sui mercati finanziari sembra ritenere che qualche problema, nel rapporto tra banche e clienti sul versante di prodotti venduti allo sportello, esista ancora. Così, il presidente dell'authority, Giuseppe Vegas, ha preso carta e penna per strigliare gli istituti. Il senso del j'accuse dell'ex viceministro può essere tradotto grosso modo così: ai vecchietti e, in generale, ai correntisti non particolarmente esperti, non possono essere venduti prodotti sofisticati o considerati ad alto rischio. Principio sacrosanto che, in teoria, dovrebbe essere applicato da un pezzo. Ma alla Consob, evidentemente, non sono così sicuri della piena correttezza delle banche. Le furbate sono dietro l'angolo e le fregature per i risparmiatori sempre in agguato.

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    Ecco perché, alla prima «scusa», gli sceriffi della Borsa hanno tirato le orecchie ai banchieri. L'occasione è stata offerta dalle linee guida realizzate dall'Abi (l'Associazione bancaria italiana) su una delicatissima direttiva europea: si tratta della Mifid, quella che, tra altro, obbliga gli istituti a classificare la clientela in varie categorie secondo la propensione al rischio negli investimenti.

    Il terreno, dunque, è quello giusto. Vegas picchia duro. Bisogna leggere attentamente quello che il numero uno Consob scrive nel passaggio chiave della missiva protocollata lo scorso 5 marzo e recapitata alla Confindustria del credito: «Si ritiene opportuno, nell'occasione, richiamare l'attenzione di codesta Associazione sulla centralità per gli intermediari, anche alla luce del contesto operativo nazionale, di implementare efficaci misure che consentano di tener conto, in sede di valutazione dell'adeguatezza degli investimenti effettuata nell'ambito della prestazione dei servizi di consulenza in materia di investimenti ovvero di gestione di portafogli, di un adeguato livello di diversificazione del rischio».

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    Il linguaggio strettamente formale, tipico del regolatore, non deve portare fuori strada. Alla Commissione stanno a cuore due aspetti: la «adeguatezza degli investimenti» consigliati allo sportello e la «diversificazione del rischio». Traduciamo: a un cliente che non ha tanta dimestichezza con la finanza, possono essere venduti btp o altri prodotti a basso rischio (e basso rendimento); e, in ogni caso, attenzione anche con i più esperti: guai a far piazzare i risparmi di una vita solo su un titolo o singolo prodotto. Buon senso, si dirà. In banca mai dare nulla per scontato.

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