Estratto dell’articolo di Andrea Priante per il Corriere della Sera
il camionista che ha investito rebellin Wolfgang Rieke
Il camionista che lo scorso 30 novembre a Montebello Vicentino travolse e uccise il campione di ciclismo Davide Rebellin è disposto a farsi arrestare dalle autorità italiane e affrontare l’accusa di omicidio stradale. Lunedì i difensori di Wolfgang Rieke, 63 anni, hanno formalizzato al giudice tedesco (lo stesso che era stato chiamato a valutare il mandato di arresto europeo emesso dal tribunale di Vicenza) un documento nel quale l’autotrasportatore dà il proprio consenso a essere consegnato alle autorità italiane. Un passo che potrebbe velocizzare l’estradizione dell’uomo, che non è escluso possa avvenire già entro un paio di settimane.
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In attesa di capire quando Rieke arriverà nel nostro Paese, dalle carte dell’inchiesta coordinata dal pm di Vicenza Roderich Blattner, emergono nuovi dettagli. Fin dalla richiesta di misura cautelare presentata il 20 aprile, la procura non si è limitata a mettere il camionista sotto inchiesta per omicidio stradale ma lo accusa anche di frode processuale. In pratica sostiene avesse tentato di trarre in inganno gli investigatori nascondendo le prove che potevano incastrarlo. E l’avrebbe fatto fin dai primi istanti seguiti all’incidente: dopo aver travolto il ciclista con il suo tir, ha cercato di lavare le tracce dal paraurti strofinando via il sangue «con la mano bagnata con la saliva».
davide rebellin
Poi, quando è fuggito in Germania, Rieke ha sostituito il rimorchio e ha cancellato le tracce biologiche dalla motrice utilizzando del detergente concentrato. Secondo il gip che ha emesso l’ordinanza, però, l’ipotesi di frode processuale non regge perché questi tentativi di nascondere le tracce non erano finalizzati a «ingannare» gli inquirenti quanto piuttosto a tutelare se stesso da «una situazione di pericolo per la libertà o l’onore proprio». Restano ovviamente in piedi le accuse di omicidio stradale aggravato dalla fuga.
il camionista che ha investito rebellin Wolfgang Rieke
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Agli atti dell’inchiesta, oltre alle immagini delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso l’intera scena, sono finite le testimonianze di chi era presente nel parcheggio. Nessuno di loro ha visto l’incidente ma hanno subito notato l’autotrasportatore tedesco scendere dal camion dopo averlo parcheggiato.
«L’autista guardava il corpo a terra, si avvicinava a noi e diceva qualcosa di incomprensibile... Dopo cinque minuti (in realtà Rieke è rimasto a pochi metri dal cadavere per un quarto d’ora, ndr) vedevo che si allontanava col camion in direzione di Montebello» mette a verbale un cliente del ristorante. Un altro testimone racconta ai carabinieri: «Ero con mio zio e vedevo un corpo sulla strada. C’era una persona e dei rottami di bicicletta poco distanti.
E a circa 30 metri, un camion rosso faceva delle manovre nel parcheggio... Vedevo l’autista scendere e venire da noi, dove c’era anche il corpo. Diceva qualcosa, mi sembra: “Io no, io no!”... Girava intorno, era agitato... Ha sentito che erano stati chiamati carabinieri e 118, e mi ha detto: “Vado più in là”. Io gli ho risposto: “Più in là dove?», ma lui si è diretto verso il camion, ci è salito sopra ed è andato via».
la bici di davide rebellin dopo l incidente. 1 davide rebellin 9 davide rebellin