Guido De Carolis per il Corriere della Sera
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Eliminata e non sconfitta, l' Inter è uscita da Napoli con tre consapevolezze e un gigantesco problema. Di positivo ci sono la condizione, l' ottima prova della squadra e un Eriksen finalmente sbocciato.
La faccia scura della luna è il volto di Lautaro Martinez, un gioiello opacizzato. L' argentino al San Paolo è stato il peggiore, una figura indefinibile dietro un vetro appannato.
Zero tiri in porta, mai nel cuore del gioco, con un atteggiamento evasivo, particolarmente strano per un giocatore caldo che spesso oltrepassa i limiti del nervoso per diventare addirittura rissoso.
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Troppo facile attribuire le colpe alle voci di mercato e al suo passaggio, non scritto ma vicino, al Barcellona.
Giusto concedere i benefici del dubbio al centravanti. La forma da ritrovare, la tensione agonistica più bassa del solito per la mancanza di pubblico che, per un giocatore elettrico e ad alto voltaggio come l' argentino, equivale a staccare la spina dalla presa della corrente.
Parlando del suo anno all' Inter, Antonio Conte ha sottolineato: «Credo ci sia stata una crescita importante di tutti i giocatori, due su tutti: Lautaro e Bastoni. Il mio compito è quello di alzare il livello e migliorare i calciatori per essere competitivi».
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Lautaro competitivo lo è diventato, anzi lo è stato nella prima parte di stagione. La sua ultima rete è del 26 gennaio. I primi cinque mesi, con ben 16 reti firmate tra campionato e coppe, sono stati da Toro scatenato. Oggi l' argentino pascola mansueto come un agnello nelle aree di rigore avversarie. L' involuzione è iniziata con le due giornate di squalifica che gli fecero saltare il derby.
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Al ritorno contro Lazio e Juve non c' era già più con la testa, distratto dalle lusinghe a scena aperta di Leo Messi e dal possibile passaggio al Barcellona. L' accordo è ancora da sottoscrivere, ma 90 milioni più un giocatore, Vidal è sempre nei pensieri di Conte, possono bastare per separarsi. Alla fine della stagione mancano ancora 13 partite di campionato e tutta l' Europa League, Lautaro deve decidere chi vuole essere. Conte in settimana proverà a parlargli.
lautaro martinez foto mezzelani gmt26
Il tecnico lo ha fatto esplodere, lo ha messo nelle condizioni di nuocere, è riuscito nell' impresa non facile di farlo convivere con Lukaku: in sostanza ha reso un 22enne con del potenziale un giocatore fatto e finito, da 111 milioni e da Barcellona.
Lautaro ha due strade, tirarsi indietro o ripagare Conte e l' Inter. Non bastano cinque mesi ad alto livello per diventare un giocatore internazionale e giocarsi una maglia da titolare con gente come Suarez e Griezmann. Il posto all' Inter ora il Toro può anche rischiare di farselo soffiare: c' è fiducia nella sua ripresa, ma non è a fondo perduto.
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Tra gli errori del centravanti quello di non aver mai proferito verbo sulla possibile cessione al Barcellona, una scelta che ha solo amplificato i dubbi sul rendimento. L' attaccamento alla maglia non esiste, quello alla causa è decisivo. Si esce dalla crisi solo con i gol, un atteggiamento maturo (poche volte mostrato), e la voglia di lasciare un buon ricordo, non solo un assegno pesante.
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