Francesco Paolo Sisto
1 - LAUREE ABILITANTI, SISTO PRECISA: "NON PER AVVOCATI, INGEGNERI, NOTAI..."
La “riforma delle lauree abilitanti” che trova spazio nel Recovery Plan italiano, poteva sembrare una rivoluzione copernicana, ma le precisazioni del sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ne ridimensionano immediatamente la portata. “Preciso che l’ipotesi di lauree idonee da sole a far conseguire abilitazioni professionali non trova applicazione né per gli avvocati né per altre categorie professionali come i commercialisti, gli ingegneri e i notai. Si tratta, infatti, di percorsi professionali che, per specificità, sono esclusi da tali eventuali ipotesi”.
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Nel testo si leggeva come “la riforma prevede la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato, con ciò rendendo semplificando e velocizzando l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati”.
L’idea era stata già proposta dall’ex ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, per rendere più veloci i processi di abilitazione alle professioni: da capire, però, a questo punto, quali professioni.
MARIO DRAGHI PATRIZIO BIANCHI
2 - DALL'UNIVERSITÀ AL LAVORO LA LAUREA SARÀ VALIDA COME ESAME DI STATO
Lorena Loiacono per “il Messaggero”
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Farmacisti, odontoiatri, geometri e periti agrari potranno iniziare subito a lavorare dopo la laurea che, con un solo esame, diventerà infatti abilitante. È questo il futuro del titolo di studi universitario: nella prova conclusiva del corso di laurea ci sarà oltre alla discussione della tesi anche una prova tecnica durante la quale lo studente potrà dimostrare le sue capacità professionali. In questo modo si eviterà il passaggio dell'esame di iscrizione all'albo delle professioni che di fatto può aver bisogno, oggi, anche di un anno di tempo: l'accesso al mondo del lavoro potrà essere quindi molto più veloce.
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Sarà così per le professioni sanitarie di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo ma anche per le professioni tecniche di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale attraverso le lauree professionalizzanti. È questo uno dei passaggi cruciali per l'università previsti dagli interventi del Recovery Plan.
L'obiettivo è riformare l'offerta formativa universitaria per permettere ai giovani di accedere al mondo del lavoro più velocemente, senza quindi doversi sottoporre ad un ulteriore esame dopo la laurea, che appare ormai una ripetizione e lungaggine fuori tempo. Del resto è quello che si è deciso di fare per la laurea in medicina che, con il Cura Italia dello scorso anno, è diventata abilitante perché servivano subito dei medici neolaureati già abilitati per fronteggiare le criticità negli ospedali dovute alla pandemia da Covid.
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L'ABILITAZIONE
Nei mesi iniziali dell'emergenza, con gli ospedali al collasso e la ricerca di camici bianchi anche tra specializzandi e pensionati, il Governo ha deciso di immettere nel mondo del lavoro professionisti appena usciti dal percorso universitario.
Un'esigenza dettata dalle difficoltà del momento ma che ha contribuito ad accelerare l'iter anche per tutti gli altri corsi di studio. La laurea abilitante infatti è un progetto che viene studiato da anni, ora sembra essere arrivato il suo momento. In questi giorni il disegno di legge, che mette nero su bianco l'intero progetto, è all'esame della commissione congiunta giustizia e cultura della Camera e, dopo la presentazione degli emendamenti, arriverà in Aula.
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Si tratta di una iniziativa che guarda al mercato del lavoro, per cui l'iscrizione all'albo professionale resta un punto fermo, e potrà essere estesa anche ad altre classi di laurea: è previsto, infatti, che la procedura possa essere attivata su richiesta dei consigli o degli organi nazionali degli ordini o dei collegi professionali o delle relative federazioni. Dipenderà dalle richieste e dai diversi profili professionali, dovranno quindi essere stretti degli accordi tra le università e gli ordini delle diverse professioni come potrebbe accadere, ad esempio, per avvocati e giornalisti.
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Come si procederà, in pratica, per arrivare al titolo abilitante? Durante gli studi ci sarà un tirocinio pratico, con attività formative di natura professionalizzante, da cui arriveranno i crediti formativi, probabilmente 30, necessari per accedere all'esame di laurea: sarà quindi un percorso interno a quello universitario o comunque organizzato a livello accademico. L'abilitazione arriverà quindi solo dopo l'accertamento dell'effettiva idoneità tecnica del professionista.
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Per verificare la preparazione, nell'esame di laurea ci sarà una duplice prova: da un lato la valutazione delle conoscenze e delle abilità tecniche acquisite durante il tirocinio interno ai corsi di studio e, dall'altro, la valutazione di una prova pratica che lo studente dovrà sostenere in sede di esame con gli esperti che faranno parte della commissione giudicatrice. Nel disegno di legge è prevista anche una disciplina transitoria per coloro che si ritroveranno sospesi nel mezzo della riforma: vale a dire coloro che, durante il periodo dell'adeguamento degli ordinamenti didattici dei corsi di studio, si laureano nei vecchi corsi non abilitanti.