Lorenzo Cremonesi per corriere.it
baradar
Non è la prima volta che un movimento rivoluzionario si ritrova diviso da laceranti lotte interne non appena riuscito a conquistare il potere. Ma certamente lo scontro che sta sbriciolando la coesione dei talebani, a poco più di una settimana dalla nascita suo nuovo «governo ad interim», comporta ripercussioni gravi per l’Afghanistan e per gli equilibri internazionali.
Nell’ultimo paio di giorni hanno trovato diverse conferme le voci di un violento alterco, forse anche a colpi d’arma da fuoco, tra il fronte che per semplicità chiameremo «moderato» capeggiato dal vicepremier Abdul Ghani Baradar, e invece quello più radical-islamico legato al ministro degli Interni Sirajuddin Haqqani.
Sui social locali, rilanciati soprattutto tra Kabul e Kandahar, si racconta che le tensioni erano cresciute già prima dell’annuncio del nuovo esecutivo lo scorso 7 settembre. Baradar, uno dei leader fondatori del movimento negli anni Novanta, ex prigioniero per 9 anni in Pakistan, quindi capo negoziatore a Doha con gli americani per l’accordo sul ritiro della coalizione internazionale in agosto, avrebbe voluto un governo davvero inclusivo.
baradar haqqani
La Bbc riporta che le sue fonti concordano con l’essenza di ciò che tanti afghani hanno già letto sui cellulari. In sostanza, ci sarebbe stata una rissa nelle sale del palazzo presidenziale a Kabul. Baradar chiedeva nomine di esponenti più moderati, aperti all’eventualità di ministri donna, magari includendo esponenti di punta dei governi che hanno collaborato con gli americani. Suo fine sarebbe stato tra l’altro calmare i timori della comunità internazionale e lanciare segnali di apertura sulle questioni relative ai diritti delle donne e delle libertà individuali.
abdul ghani baradar
Ma a lui si è opposto con durezza il muro intransigente del clan Haqqani. Gente ricercata dalla Cia e l’Onu per le sue collusioni col terrorismo jihadista. I giornalisti del canale pashtun della Bbc sono venuti a sapere che Baradar avrebbe scambiato frasi di fuoco sia con il neo-ministro degli Interni Salajuddin Haqqani che con Khalil ur-Rahman Haqqani, capo del dicastero per i Profughi e uomo di punta dell’apparato armato del clan, che tra l’altro è alleato storico dei servizi dell’intelligence militare pakistana. Secondo fonti non confermate, Baradar potrebbe essere addirittura morto, o comunque ricoverato in un ospedale di Kandahar.
haqqani
Al Corriere i portavoce della municipalità di Kandahar smentiscono. «Voi giornalisti stranieri dovete smettere di diffondere notizie false», ci ha detto il 40enne Hafez Nurachmad Said. Nel maggiore ospedale cittadino nessuno sa nulla. Altri esponenti talebani locali a sentire il nome di Baradar sono però impalliditi e hanno subito voluto cambiare discorso. In un confuso audio diffuso lunedì una voce sosteneva di essere Baradar e di trovarsi all’estero <per lavoro>.
Ma il mistero s’infittisce. E non aiuta la vicenda simile del Mullah Haibatullah Akhunzada, leader spirituale del movimento dal 2016, dopo l’uccisione del suo predecessore per un missile sparato dai droni americani. Di lui si sono letteralmente perse le tracce. Non ci sono fotografie, non rilascia dichiarazioni. Anche nel suo caso, sono in tanti a pensare sia deceduto da tempo. Non sarebbe poi così strano. Non si dimentichi che il Mullah Omar, fondatore dei talebani, venne dichiarato morto nel 2015. Poi emerse che forse il decesso risaliva al 2013. Ma le circostanze restano misteriose.
abdul ghani baradar 1 AFGHANISTAN - UNA FOLLA ACCLAMA KHALIL HAQQANI