Lucetta Scaraffia per “La Stampa”
cattedrale trani
Penso che molti, se non tutti, siano d'accordo nel ritenere la cattedrale di Trani uno dei monumenti più belli del Mezzogiorno e di tutto il nostro Paese. Ma ciò che ne definisce la straordinaria bellezza non è solo la purezza della sua struttura romanica, forte e leggera al tempo stesso, né soltanto la rara pietra bianca e lucida con la quale è stata costruita, ma anche quella che oggi con un termine televisivo abusato potremmo definire la location.
Si può cioè affermare con sicurezza che la stessa bellissima cattedrale, senza lo sfondo del mare verso il quale è rivolta, quasi come una nave sul punto di salpare, o senza la piazza con i palazzi che la costeggiano e la pavimentazione, tutti della stessa pietra bianca e lucida, sarebbe meno straordinaria, meno meravigliosa. Si capisce quindi facilmente la delusione di chi in una domenica di agosto va a visitarla e scopre che la piazza antistante è tutta ingombra di sedie e di un palco che ne impediscono la visuale e costringono a un percorso tortuoso, tra sbarramenti e ostacoli, chi voglia visitare la cattedrale.
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E purtroppo non si tratta di un allestimento ingombrante ma di breve durata: il programma degli eventi comici e canori previsti ha infatti un calendario che va da luglio a settembre. Chi ha venduto la piazza, e quindi la cattedrale, a questa orribile invasione, del tutto estranea al luogo e alla sua storia?
Si suppone che sia stato il Comune di Trani, lo stesso che ha permesso che il porto e le bellissime piazzette antistanti venissero letteralmente occupate da una successione continua di pizzerie, gelaterie, ristoranti, con un numero enorme di tavolini e di sedie - per di più con ogni evidenza non rispettosi dei distanziamenti necessari a prevenire il Covid - che impediscono il passaggio ai pedoni, ma certo non alle auto che sfilano impavide rendendo il bellissimo porto infrequentabile. Ma questi luoghi, questi monumenti carichi di storia e bellissimi, sono veramente esclusiva proprietà dei Comuni, o meglio di chi li amministra, i quali possono ridurli a oggetti di puro consumo e d'immediato e facile guadagno?
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Se non mi sbaglio, fra i Comuni italiani c'è una gara a farsi nominare dall'Unesco luoghi patrimoni dell'umanità: una medaglia da esibire, da usare per ottenere finanziamenti, senza dubbio, ma anche una definizione impegnativa, che ne definisce il valore ben al di sopra del possesso di un'amministrazione comunale. Anche la cattedrale di Trani ha iniziato questo cammino, e ha già ottenuto un primo riconoscimento: è stata infatti definita dall'Unesco «monumento messaggero di una cultura di pace».
Non si capisce bene il motivo, ma non importa: ne è stata dichiarata l'importanza per l'umanità intera. Siamo sicuri che l'umanità approvi l'uso, o meglio l'abuso, della cattedrale come sfondo per i concerti o gli show comici programmati durante l'estate? Si possono nutrire in proposito seri dubbi, ma certo l'umanità rappresentata dall'Unesco non può controllare tutto, mentre il Comune che è lì vicino si può muovere liberamente.
dario franceschini
Invece il governo italiano, o meglio il ministro Franceschini, che ha la responsabilità al tempo stesso della cultura e del turismo, potrebbe gettare un occhio su questo triste e miserabile sfruttamento di un prezioso bene comune. Che non è certo un caso unico: l'estate è il periodo in cui, in tutto il nostro Paese, luoghi antichi, preziosi e delicati, bellissimi e unici, diventano scenari - location, appunto - e si riempiono di folle che applaudono cantanti o intrattenitori, senza alcun riguardo per la loro conservazione, senza rispetto per la loro bellezza.
dario franceschini
Sono infatti luoghi in cui l'atmosfera raccolta, il silenzio, la pace, costituiscono un ingrediente fondamentale per coglierne l'anima, per capirne la natura autentica e profonda. Tutti i nostri politici, ma proprio tutti, si affannano a ripetere sempre che una delle principali risorse dell'Italia è il turismo, attirato sì dalle nostre bellezze naturali - pur ormai pesantemente alterate da abusivismi di ogni genere - ma soprattutto dal nostro patrimonio artistico e storico, davvero unico.
Certo, c'è da pensare che, trattato così, questo bene inestimabile durerà poco, finché la mancanza di rispetto che noi italiani gli dimostriamo dissuaderà dal venirci, o dal ritornarci, turisti capaci di fare migliaia di chilometri per ammirarlo. E sicuramente gli spettatori che affolleranno la piazza di Trani per i concerti non saranno stimolati ad approfondire la storia della cattedrale, a capire da chi è stata costruita e perché proprio lì. Perché i fondali servono solo a far risaltare chi in quel momento è sul palcoscenico.
lucetta scaraffia foto di bacco LUCETTA SCARAFFIA cattedrale trani