Luis Andres Henao per “Yahoo”

analia pasantino nel suo ufficio

Analia Pasantino per venti anni ha fatto parte della polizia federale argentina, poi si è dichiarata transgender ed è stata costretta a sospendersi. Oggi sorride orgogliosa perché indossa nuovamente il distintivo da agente e sulla porta del suo ufficio c’è scritto: «Capo.

E’ il primo comandante transgender della polizia nella storia dell’America Latina. L’Argentina nel 2012 è diventata leader mondiale per i diritti LGBT, riconoscendo la possibilità di cambiare identità fisica e legale senza per forza essere sottoposti a torture psichiatriche e a procedure mediche. Il governo ha legalizzato il matrimonio fra persone dello stesso sesso nel 2010.

analia pasantino poliotto trans

«Non c’è più bisogno di vivere una doppia vita» dichiara orgogliosa Analia, 49 anni, sposata felicemente con Silvia Mauro. Prima che fossero applicate le nuove leggi, ha sofferto molto. Ha iniziato come poliziotto nel 1988, ha fatto carriera ed è diventata capo dell’antinarcotici di Buenos Aires. A casa, però, viveva come una donna.

analia pasantino primo capo della polizia trans

Il coming out nel 2008 la costrinse a lasciare il lavoro: ogni tre mesi doveva sottoporsi a valutazione psichiatrica per rientrare in squadra, ma la commissione continuava a respingerla. La diagnosi era sempre un disturbo dell’identità, inconciliabile con il suo mestiere. Alla fine, dopo tanti scogli burocratici, ha vinto lei e questa settimana si è ripresa il suo posto, bene accolta dai colleghi.

Il sostegno più grande lo ha avuto da Silvia, che è anche avvocato. Erano già fidanzatini al liceo, stanno insieme da oltre 30 anni. Quando la Pasantino ha iniziato a indossare gonne e tacchi alti, Silvia l’ha convinta ad uscire allo scoperto.

analia pasantino reintegrata in polizia

Analia non ce la faceva: usciva dal garage per non farsi vedere dai vicini, entrava in macchina e insieme giravano per la città senza mai scendere: «Il momento decisivo è stato quando mia moglie mi ha detto: Ci ho messo tre ore a truccarti. O scendi dalla macchina oppure non ti vestirai mai più così».