1. SCARICATO COME UNA SERVA
Fabrizio Biasin per ''Libero Quotidiano''
Si sono lasciati anche Al Bano e Romina Power, figuratevi se non poteva capitare ad Allegri e la Juve. E infatti è successo: alle ore 12.58 di un barboso venerdì il club bianconero ha pubblicato un comunicato succinto e allo stesso tempo devastante: «Massimiliano Allegri non siederà sulla panchina della Juventus nella prossima stagione 2019/2020. L' allenatore e il Presidente, Andrea Agnelli, incontreranno insieme i media in occasione della conferenza stampa, che si terrà domani, sabato 18 maggio, alle ore 14 presso la sala conferenze dell' Allianz Stadium». Saluti e baci.
ALLEGRI AGNELLI
E quindi oggi conosceremo i perché della separazione, ma fin da subito possiamo dire tutta una serie di cose a nostro avviso indiscutibili: la Juventus decide di rinunciare a un «gigante», al tecnico che in 5 stagioni in bianconero ha vinto 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane. Praticamente tutto quello che si poteva portare a casa in ambito nazionale. Poi, certo, è mancata la Champions, come se conquistarla fosse frutto di un' equazione (compro Ronaldo, vinco il coppone). No, non è così, le «equazioni» il calcio le rigetta e Allegri non è andato oltre due euro-finali. Come se fosse poco.
Condizioni non accettate
massimiliano allegri foto mezzelani gmt9
La Juve rinuncia ad Allegri, non accetta le condizioni poste dal tecnico per proseguire insieme. Eccole. 1) Uno spogliatoio «rinfrescato», con diversi giocatori da allontanare e altrettanti da prendere. 2) Un contratto nuovo, non per forza più oneroso, ma che fosse garante di un' intesa solida non solo a parole. 3) La «protezione» della società sulla faccenda molto televisiva e molto meno concreta sulla questione «quanto è importante il bel calcio». Ecco, Allegri ne aveva piene le mutande di sentir dire «son tutti buoni a vincere lo scudetto con la Juve, ma con quel gioco lì in Europa non si va da nessuna parte» e non avere una voce amica che dicesse «non rompete i maroni, facciamo come ci pare».
Ebbene, Agnelli ma soprattutto chi gli sta a fianco (e quindi Nedved e Paratici) piuttosto che trovare un' intesa hanno preferito indicare la via d' uscita. Se ne pentiranno? Avranno ragione loro? Queste cose mica le sappiamo, ma sappiamo che Allegri lascia Torino con tante certezze. La prima: il suo successore difficilmente riuscirà a compiere lo stesso miracolo che ha realizzato lui nel post-Conte, ovvero vincere più di chi l' ha preceduto.
massimiliano allegri foto mezzelani gmt5
gioco al massacro La seconda: quelli che ora portano avanti il tipico e italianissimo "gioco al massacro" («con quella squadra lì, avrei vinto anche io») nel tempo si accorgeranno di quel che ha combinato il fidanzato di Ambra. La terza: dalla prossima stagione il buon Massimiliano potrà scegliere una destinazione dove la Champions sia più "obiettivo" che "obbligo", una destinazione dove la vittoria di un campionato nazionale sarà vista come un vero trionfo e non come "ordinaria amministrazione". Sia chiaro: questo è il grande merito di una squadra fortissima, la Juve, ma contemporaneamente rappresenta la condanna di chiunque finisca ad allenarla.
Finisce qui. La Juve sceglie di rischiare e dà il benservito a Max. In tutta onestà lo fece anche quando, un lustro fa, decise di puntare su di lui. All' epoca l' autore di questo articolo scrisse: «La Juventus prende Allegri? Fa una cazzata! A Torino farà malissimo!». Pensa te che topica colossale...
2. CHI SARÀ IL SUCCESSORE? - PIACCIONO TEN HAG E POCHETTINO MA RONALDO DICE ANCELOTTI O MOU
Filippo M. Capra e Tommaso Lorenzini per ''Libero Quotidiano''
allegri
Il giorno dopo l' addio fra Allegri e la Juve, alla Continassa sono ore di riflessione per individuare un sostituto che metta d' accordo tutti. I profili che trapelano vanno da un estremo all' altro, ovvero da chi ha sufficiente esperienza internazionale per dare l' assalto alla Champions, a chi ha meno trascorsi europei ma in attesa di una chance per mostrare il proprio valore.
Per questo è difficile stabilire quali siano i candidati maggiormente tenuti in considerazione nelle logiche dirigenziali, ma quel che appare certo è che Pochettino sia uno dei nomi più gettonato. Il tecnico finalista di Champions col Tottenham affascina Agnelli, ma pesa il potenziale sacrificio economico da 20 milioni all' anno per averlo. La stessa cifra che avrebbe dovuto garantire a Guardiola, prima che Pep mettesse a tacere le voci: «Non andrò alla Juve, né in Italia. Voglio restare al City, fine».
L' allenatore degli Spurs fa gola anche a Nedved e Paratici, che non lo reputano comunque la loro prima scelta.
ten hag
Per il vice presidente, la Juve necessita di un tecnico vincente che abbia confidenza con l' ambiente, motivo per cui insiste con la candidatura di Conte, promesso sposo dell' Inter.
Trova spazio anche la soluzione meno quotata che porta a Simone Inzaghi. Il fresco vincitore della Coppa Italia con la Lazio è stato offerto da Tullio Tinti, suo storico agente, in ottimi rapporti con Paratici. Inzaghi sarebbe l' outsider low cost destinato al ruolo di rivelazione, ma Agnelli rimane scettico, nonostante sia l' allenatore italiano più vincente nell' ultimo quinquennio dopo Allegri.
Nel mezzo dei discorsi tra i quadri del club, si è "intromesso" anche Cristiano Ronaldo: dopo il match con l' Inter CR7 ha avuto un colloquio privato con Agnelli, a cui ha suggerito un cambio in panchina, caldeggiando l' assunzione dell' amico Carlo Ancelotti, ora sulla panchina del Napoli.
pochettino
L' operazione appare molto difficile, quasi impossibile (anche per l' ostilità della tifoseria verso Carletto), ma la mossa di una decina di giorni fa del ds azzurro Giuntoli di contattare Gasperini per sondarne la disponibilità al trasferimento estivo lascia uno spiraglio. Ronaldo avrebbe inoltre suggerito il nome di Josè Mourinho, con cui condivide l' agente, Jorge Mendes, per indurre la dirigenza a fare quantomeno un tentativo, forte del peso specifico che ricopre nelle logiche tecniche e di blasone del club.
"Impossibile, è interista dichiarato", si dirà, ma nel calcio...
Niente da fare nemmeno per Didier Deschamps, tolto dal mercato dalla Federazione francese, mentre Maurizio Sarri pare più in orbita Roma o Milan in caso di addio al Chelsea.
mourinho
C' è però un altro nome proposto alla Juve, è quello di Erik Ten Hag, mister dell' Ajax dei miracoli e fresco campione d' Olanda. Uno che farebbe al caso di Ronaldo perché gioca davvero d' attacco, uno che farebbe al caso del pubblico che ora vuole il bel gioco, uno che farebbe al caso della società perché porterebbe uno dei suoi (De Ligt?) e costerebbe poco.
A far saltare il banco potrebbe però essere proprio Allegri: aspetta il Psg, ma occhio alle piste che portano a Milano.
Marotta si sente forte del pre-accordo con Conte per sostituire Spalletti, ma nel remoto caso in cui l' ex ct accettasse l' eventuale chiamata di Agnelli, il nome di Max potrebbe tornare in auge. E anche al Milan c' è chi ancora lo apprezza: Leonardo - venisse confermato - non lo vedrebbe male di nuovo riportarlo in rossonero.
ancelotti