GIUSEPPE SALVAGGIULO per la Stampa
stefano patuanelli question time in senato 1
I contatti istituzionali di Giovanni Castellucci «in ambienti di altissimo livello» per «ricucire buoni rapporti con il governo», citati dal gip Paola Faggioni nell' ordinanza di arresto, si arricchiscono di un nuovo capitolo.
Se nell' ottobre 2018, mentre il Parlamento discute il decreto Genova che esclude Aspi dalla ricostruzione del ponte accollandole i 220 milioni di costi, Castellucci mette sul piatto 150 milioni per salvare la banca genovese Carige e il governatore ligure Toti gli offre la sua «moral suasion» in veste di «ambasciatore» con Salvini e Giorgetti, nei mesi successivi la merce di scambio diventa Alitalia. Castellucci tratta con il governo un investimento di 350 milioni, in cambio della blindatura tombale e amichevole della concessione autostradale.
giovanni castellucci
Ieri, dopo la smentita della collega delle Infrastrutture Paola De Micheli, il titolare dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha ammesso di essere lui «il ministro che mi ha chiesto di vedermi» citato da Castellucci in una telefonata intercettata il 24 ottobre 2019. Castellucci, in quel momento uscito sia da Aspi che dalla controllante Atlantia, parla con Joerg Eberhart, amministratore di Air Dolomiti, compagnia controllata da Lufthansa, e chiede un gradimento preventivo per eventuali ruoli di vertice in Alitalia, in modo da presentarlo nell' imminente incontro al ministro che «all' inizio mi aveva chiesto di aiutarlo su Alitalia e se ero disponibile».
STEFANO PATUANELLI
Ora Patuanelli conferma di aver incontrato Castellucci e di «aver parlato di Alitalia», negando però «di avergli dato alcun mandato e di avergli mai proposto alcun incarico». Quando? Nel periodo in cui «Atlantia era parte della cordata che doveva rilevare Alitalia». Ma «Castellucci interloquiva anche con Lufthansa per qualche tempo dopo la sua uscita da Atlantia».
Mettiamo in ordine date e circostanze. Atlantia apre il dossier Alitalia nella primavera del 2019. Al governo c' è la compagine M5S-Lega, il ministro dello Sviluppo è Luigi Di Maio. Ad aprile Castellucci ne parla esplicitamente nell' assemblea degli azionisti, subordinando l' investimento alla chiusura dei «molti fronti aperti» col governo.
A metà luglio Ferrovie sceglie Atlantia come partner.
giovanni toti con gli occhiali arancioni
Di Maio, che aveva tacciato i Benetton di essere «predoni» promettendo di «scoperchiare tutto il marcio» di Autostrade, esulta: «Abbiamo posto le basi per il rilancio della compagnia». Ma dopo un mese cade il governo. Il 5 settembre giura il Conte bis, Patuanelli prende il posto di Di Maio.
Una settimana dopo, nove manager e tecnici di Autostrade vengono colpiti da misure cautelari. «Sgomento» dei Benetton, Castellucci esce da Atlantia con 13 milioni di buonuscita. I nuovi vertici scrivono a Patuanelli il 3 ottobre, esplicitando l' indisponibilità a entrare in Alitalia in assenza di «certezza» sulla concessione di Aspi.
gualtieri conte patuanelli
Dunque Patuanelli ministro e Castellucci amministratore di Atlantia si sono potuti incontrare in un arco limitato, tra il 5 e il 13 settembre.
Prima, Patuanelli non era ministro. Dopo, Castellucci era fuori da Atlantia. Non è chiaro, quindi, perché il ministro volesse vedere Castellucci il 24 ottobre, più di un mese dopo. Né è nota la collocazione temporale di incontri precedenti. Certo, come emerge dalle intercettazioni,
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Castellucci non era più «l' uomo nero» per i grillini. Vedeva anche la senatrice del M5S Giulia Lupo, ex hostess Alitalia, che conferma gli incontri a partire dall' estate, nel pieno della trattativa, «perché occupandomi della riforma del trasporto aereo sono un riferimento sul tema Alitalia». Ma nega accenni ad Autostrade, «altrimenti mi sarei alzata e me ne sarei andata».
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In attesa di sapere che ne pensano grillini come l' ex ministro Toninelli, che parlava di «inciuci» a proposito della telefonata Toti-Castellucci, nuove puntate potrebbero aggiungersi grazie alle indagini della Procura di Genova.
Due anni dopo il metodo Castellucci ha ottenuto per Benetton e soci una serie di risultati: la revoca della concessione è scomparsa dalla scena; governo e Atlantia trattano una soluzione concordata; le concessioni aeroportuali sono state prorogate; la nuova agenzia che avrebbe dovuto smascherare decennali magagne di Autostrade, grazie a inerzia tripartisan, dorme ancora sonni tranquilli. Senza mettere un euro. Né in Carige né in Alitalia.
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