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    TRAVAGLIO STRAPAZZA DI MAIO CHE GIA’ RINNEGA L’ALLEANZA CON IL PD: “L'UMBRIA PASSERÀ: TRA DUE GIORNI NESSUNO SI RICORDERÀ PIÙ DI QUEL VOTO. E CHI OGGI PREVEDE UN'IMMINENTE CRISI DI GOVERNO SI ACCORGERÀ CHE IL CONTE 2 ESCE RAFFORZATO: SIA PERCHÉ NESSUNO HA INTERESSE A REGALARE ALTRO SPAZIO ALLA VOLGARE ARROGANZA DI SALVINI E RENZI; SIA PERCHÉ CI SONO UNA MANOVRA DI BILANCIO DA APPROVARE E IMPORTANTI RIFORME DA VARARE; E SIA, SOPRATTUTTO, PERCHÉ IL GOVERNO È…”


     
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    Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

     

    LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE

    Se le elezioni regionali in Umbria fossero un test nazionale - e lo sono per il 2% dell' elettorato - andrebbero confrontate con le europee del 26 maggio: si scoprirebbe che l'unico partito che guadagna voti è FdI, a spese di FI , mentre ne perde 17 mila persino la Lega trionfante, malgrado la candidata del centrodestra sia una leghista di ferro. Salvini non ha espugnato l'Umbria l' altroieri: l'aveva già conquistata a maggio, anzi addirittura nei due anni precedenti, con le vittorie in quasi tutti i comuni.

    LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO

     

    E il Pd aveva perso ogni speranza, dopo 49 anni di governo ininterrotto, il 12 aprile, con la retata che s'era portata via mezza giunta e mezzo vertice locale. I 5Stelle, in quei giorni, erano ancora al governo con la Lega ed era anche grazie ai loro esposti in Regione che l'inchiesta era partita: eppure, alle Europee, avevano quasi dimezzato i voti delle Politiche di un anno prima.

     

    Già allora le dinamiche nazionali c'entravano poco: la maggioranza degli umbri, impoveriti e indignati da una lunga crisi industriale e morale, aveva già scelto di cambiare tutto dopo mezzo secolo buttandosi sul partitone che dava più garanzie di vittoria e aveva già un candidato forte, la sindaca di Montefalco Donatella Tesei.

     

    SALVINI VESPA E RENZI SALVINI VESPA E RENZI

    L'effetto "carro del vincitore" ha fatto il resto: lo sfondamento di domenica. Che ha penalizzato soprattutto i 5Stelle, cioè il vaso di coccio della coalizione civica giallo-rosa, e molto meno il Pd, vaso di ferro ammaccato ma ancora dotato di una sua rete di potere territoriale in grado di fargli conservare, malgrado tutto, i voti delle Europee.

     

    JOKER INFILTRATO NELLA FOTO DI NARNI JOKER INFILTRATO NELLA FOTO DI NARNI

    Quando si perde con 20 punti di distacco, ogni recriminazione è tempo perso. Neppure candidando Napoleone si sarebbe arrestata la valanga: figurarsi con Vincenzo Bianconi, scovato all'ultimo giorno utile e costretto a rimontare in un mese il trio Salvini-Meloni-Tesei che batteva l'Umbria palmo a palmo da un pezzo. Col senno di poi, 5Stelle e Pd sono stati poco furbi: potevano dare per persa l'Umbria e andare separati al macello, per strappare ciascuno un paio di punticini in più e poi raccontare che la sconfitta è figlia della separazione e bisogna unirsi nelle regioni contendibili.

     

    Invece Di Maio, Zinga e Conte si sono pure fatti fotografare insieme e ora se lo sentono rinfacciare da Renzi, il re degli sciacalli, così esperto in vittorie da non aver neppure una lista. Sì, potevano fare i furbi come lui: fuggire dalla campagna elettorale per poi dare la colpa a qualcun altro. Ma con le furbizie si salva magari la faccia, però si perde l'anima. Ora Di Maio, con la precipitazione della paura, rinnega i patti civici dopo il primo flop, peraltro scontato e inevitabile.

    giuseppe conte nicola zingaretti 1 giuseppe conte nicola zingaretti 1

     

    E dice che "i 5Stelle da soli vanno meglio". In Umbria, col Pd sputtanato dalle inchieste, certamente sì. Ma non tutte le regioni e i comuni sono uguali, anche perché i 5Stelle avranno pure qualche buon sindaco o governatore da proporre. In ogni caso, in dieci anni di Regionali, erano sempre andati da soli e avevano sempre perso lo stesso. Prima di tornarsene sulla torre d'avorio a gridare vaffanculo a tutti, dovrebbero forse pensare meno agli alleati e più a se stessi.

     

    Chi avrebbero candidato in Umbria senza il civico Bianconi? E su quale progetto politico? E con quali forze territoriali? Vagheggiare il "ritorno allo spirito delle origini" non ha alcun senso: l'Italia di oggi non è più quella del 2009 grazie soprattutto a loro, che hanno contaminato e migliorato tutta la politica. Inclusi se stessi. Ma, a furia di dare agli altri, si sono svuotati.

    LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO

     

    La spinta dal basso dei meetup s'è esaurita perché gli attivisti sono stati eletti, lasciando il deserto sui territori: il che dovrebbe spingerli ad accelerare la mille volte annunciata e rinviata riorganizzazione, con la nomina di responsabili regionali e tematici che riprendano a pensare e a proporre e inizino a reclutare e formare una classe dirigente (gente come Bianconi andrebbe coinvolta, valorizzata, non gettata via).

    TRAVAGLIO DI MAIO TRAVAGLIO DI MAIO

     

    L'Umbria, non essendo l'Ohio, passerà: tra due giorni nessuno si ricorderà più di quel voto. E chi oggi prevede un'imminente crisi di governo si accorgerà che il Conte 2 esce non indebolito, ma paradossalmente rafforzato: sia perché nessuno ha interesse a regalare altro spazio alla volgare arroganza di Salvini e Renzi; sia perché ci sono una manovra di Bilancio da approvare e importanti riforme da varare; e sia, soprattutto, perché il governo è nato appena 50 giorni fa, e gli esecutivi si valutano dopo anni, non dopo due mesi (così come le alleanze inedite non si giudicano da un primo, frettoloso e disperato esperimento).

     

    Poi però, oltre a fare cose utili, sarà importante raccontarle nel modo giusto, lasciando i due Mattei a latrare alla luna e mostrando ai cittadini che chi sostiene il governo lo fa con orgoglio ed entusiasmo. La tanto bistrattata "foto di Narni", se aveva un difetto, era quello di tradire troppo imbarazzo e scarsa convinzione. Ora andrebbe replicata e riempita di contenuti.

    giuseppe conte nicola zingaretti giuseppe conte nicola zingaretti

     

    Un governo non regge se discute ogni giorno di quanto dura o di quando cade. Il Conte 2, fino a prova contraria, è il migliore possibile su piazza: ma, se non ci credono le forze che lo compongono, non possono pretendere che ci credano i cittadini.

     

    Ps. L' altra sera, alla MaratonaMentana, il direttore del Verano Illustrato è riuscito a paragonare - restando serio - il parere pro veritate dato da Conte quand' era avvocato a una società (che poi non ebbe alcun favore dal suo governo, che decise sul punto in sua assenza) alla sceneggiata di B. che esce dal Consiglio dei ministri mentre i suoi impiegati varano il decreto salva-Rete4 per neutralizzare due sentenze della Consulta che impongono il passaggio della tv su satellite e fargli guadagnare centinaia di milioni.

    Ecco: in questo momento si sentiva giusto la mancanza di un po' di salvinismo di sinistra.

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