Estratto dell’articolo di Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”
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Un primato lo hanno già conquistato: quello di essere le prime monache di clausura ad avere un profilo Facebook nel quale appaiono le loro foto. Ma adesso, nel monastero Maria Tempio dello Spirito di Pienza, sta accadendo qualcosa di ancora più inatteso: le tredici «sorelle» sono diventate star dei social da quando, sfidando Curia e Vaticano, hanno deciso di dire «no» al trasferimento dell’amatissima badessa, al secolo suor Diletta, un passato da marescialla delle Guardie Forestali, la vera artefice della loro rivoluzione.
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Così, da ieri, su Internet è iniziato un tifo da stadio per le religiose ribelli. C’è chi incita le suore a continuare la battaglia con un grintoso «Forza monache, non mollate!», chi come Luisa ringrazia «Dio per queste suore benedettine che portano la buona novella al mondo di oggi in cui il male dilaga!».
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E ancora chi ritiene «incredibile che si voglia soffocare la gioiosa apertura al mondo, nelle forme e nei modi comunicativi propri dei nostri tempi». E persino chi è convinto di trovarsi di fronte a un caso di «violenza psicologica» e consiglia a Papa Francesco di pensare «a risolvere il giallo di Emanuela Orlandi».
[…] Nei cinque anni di «regno» di suor Diletta, la madre superiora, oltre alle foto sui social tra le mura una volta più riservate della Val d’Orcia, è nato una sorta di bed&breakfast gratuito pubblicizzato con l’immagine di una bella cucina componibile in legno («è piccolina ma dotata di tutti i comfort») e tanto di slogan: «Vuoi sperimentare una nuova avventura? Vieni 5 giorni in Clausura». Le ex riservatissime religiose hanno anche organizzato mercatini alimentari nel giardino, aperti a tutti.
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Insomma una rivoluzione che ha creato qualche imbarazzo anche al sindaco di Pienza, Manolo Garosi, costretto a sollevare in Curia il caso della nuova linea del Monastero e la questione dei mercatini organizzati dalle religiose per garantire «la sicurezza dei prodotti agroalimentari, le modalità di produzione e le normative in materia». Così, dopo lunghi accertamenti delle autorità ecclesiastiche e pare anche un bel po’ di rimbrotti della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, si è mosso il Vaticano che ha deciso di sostituire la superiora con motivazioni coperte da segreto. […]
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