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Trigoria trema. Come a Bodø, più che a Bodø. Il durissimo discorso di José Mourinho alla squadra dopo la sconfitta contro l’Inter ha lasciato il segno, perché completamente inaspettato rispetto alle parole pacate che l’allenatore aveva pronunciato nelle interviste a San Siro. Se in pubblico aveva sottolineato come la Roma avesse «giocato bene», in privato Mourinho ha accusato senza mezzi termini i giocatori di scarsa personalità (per usare un enorme eufemismo).
I motivi
Ma perché andare così a fondo nelle critiche? Intanto perché questo è il suo stile. Dopo le partite, in trance agonistica, Mourinho è spesso “estremo” (...) La strategia è abbastanza netta: Mourinho ha capito che la Roma, questa Roma, si è abituata per troppi anni a vivacchiare ai margini del grande calcio, senza mai trovare il coraggio di saltare in avanti. Ed è disposto a smantellare il gruppo che ha ereditato, dopo aver già imposto Abraham, Rui Patricio e Sergio Oliveira e aver rilanciato Zaniolo e Cristante.
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Mourinho non è troppo interessato alle conseguenze nell’immediato, e quindi alla partita contro il Sassuolo, perché «non ho particolari obiettivi di classifica in questa stagione». È concentrato piuttosto sulla trasmissione della mentalità vincente, alternando durezza e dolcezza a seconda dei momenti, nella convinzione di piantare nell’erba un’orma indelebile per il futuro del club (...)
Perplessità
FRIEDKIN MOURINHO
(...) La vera incognita, adesso, è comprendere se la scossa fornirà impulsi positivi alla squadra, che è chiamata a riprendere la marcia in campionato per restare agganciata almeno all’Europa League. I giocatori sono abbastanza abituati alle scariche di adrenalina di Mourinho, perciò non sono troppo turbati dalle parole. Ieri peraltro il confronto a Trigoria è stato assolutamente sobrio.
Alcuni sono semmai infastiditi dal fatto che siano finite sul nostro giornale, alimentando il malcontento della tifoseria. I principali referenti di Mourinho nello spogliatoio, tuttavia, si sobbarcheranno il compito di reagire in modo costruttivo: dal capitano Pellegrini, che contro il “suo” Sassuolo torna titolare, a Cristante e Mancini, proveranno a trascinare il plotone dalla parte giusta. Con l’allenatore, per forza. Perché l’alternativa è molto peggiorativa, per tutti.
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