capo del villaggio tonyei phawang
Un villaggio indiano di cacciatori di teste, situato vicino al caldo confine con il Myanmar, sta combattendo una lunga battaglia alla dipendenza dall’oppio.
Quasi un terzo dei suoi residenti fumano dalla mattina alla sera, arrivando a svendere tutti i propri averi e indebitarsi fino al collo per finanziare la costosa abitudine.
L'oppio fu introdotto dai colonialisti britannici nel 1940 e da allora è rimasto sempre presente nel piccolo villaggio di Longwa, situato in una zona di confine resa pericolosa da vari gruppi di guerriglia.
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Nei decenni, la vita del villaggio e le sue strutture sociali e politiche sono state corrose dall’abuso. La dipendenza ha sconvolto la vita e i valori della famiglia, i bambini crescono abbandonati da genitori inetti a prendersene cura e spesso si avvicinano alla droga sin dalla più tenera età. Tonyei Phawang, il capo del villaggio, passa le sue giornate a fumare oppio e vive una vita sedentaria.
Il fotografo australiano Raphael Korman aveva deciso di intraprendere un viaggio nel villaggio di Longwa, affascinato dai racconti sui cacciatori di teste (attività praticata fino alla fine del 1960). Ma l’unica cosa che vi trovò furono le cicatrici della tossicodipendenza e dell’abuso di sostanze.
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