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    L’AMICA FERALE – NUOVI DETTAGLI SUL CASO DELLA 15ENNE STUPRATA IN PROVINCIA DI VICENZA. SAREBBE STATA LA 31ENNE ELISA FAGGION (AI DOMICILIARI) A ORGANIZZARE LA TRAPPOLA PER LA RAGAZZINA, VIOLENTATA BRUTALMENTE DA DUE MAROCCHINI IN CAMBIO DI HASHISH E COCAINA – PER IL GIP L’ADOLESCENTE È STATA “STRUMENTALIZZATA, INGANNATA E MERCIFICATA”, MA SI ERA DETTA PRONTA A MENTIRE TEMENDO LA REAZIONE DEL PADRE: "UCCIDERÀ TUTTI"


     
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    1 – “HAI VENDUTO MIA FIGLIA AI MAROCCHINI PER LA DROGA” – IN PROVINCIA DI VICENZA UNA RAGAZZINA DI 15 ANNI VIENE COSTRETTA A DROGARSI E POI STUPRATA DA DUE PERSONE NELLA VILLA DI UN’AMICA

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-hai-venduto-mia-figlia-marocchini-droga-rdquo-ndash-202692.htm

     

    2 – TRISSINO, QUINDICENNE DROGATA E STUPRATA. IL GIP: VENDUTA DALL’AMICA ELISA FAGGION AI DUE IN CAMBIO DI HASHISH E COCAINA

    Benedetta Centin per www.corriere.it

     

    ELISA FAGGION ELISA FAGGION

    L’amica quindicenne «offerta sessualmente» da quella che riteneva essere una sorella più grande, «ai suoi sodali». Dopo una «fredda trattativa, alle spalle ma sulla pelle», appunto, di quella minorenne. E solo per avere in cambio della droga.

     

    Per il giudice Massimo Gerace che venerdì scorso ha fatto scattare gli arresti domiciliari per Elisa Faggion, 31 anni di Trissino, Zahir Es Sadouki, marocchino 28enne di San Bonifacio, Verona, dipendente di una coop, e il connazionale Nadir El Fettach, fisioterapista 27enne di Arzignano, i fatti avvenuti a Trissino ad ottobre scorso, a casa della donna, sono di «estrema gravità».

     

    E ad organizzare la trappola sarebbe stata proprio la 31enne che ha dato in pasto l’amica quindicenne a due adulti che l’avrebbero stuprata brutalmente, anche «a turno», e assieme alla donna. Due marocchini che in sere differenti, per l’accusa, avevano portato hashish e cocaina da consumare con la padrona di casa. Stupefacente che avevano costretto anche la minore ad assumere, «spingendole la testa sulla sostanza» per poi approfittare di lei in camera.

    NADIR EL FETTACH NADIR EL FETTACH

     

    «Strumentalizzata, ingannata, mercificata»

    Nell’ordinanza, il gip parla di un’adolescente «strumentalizzata», «ingannata», «mercificata» dall’amica più grande che conosceva bene la sua età, le sue debolezze, a cui aveva confidato complessi e frustrazioni vissute anche a scuola, tanto che con l’aveva già difesa da chi l’aveva derisa. Assieme ai due stranieri la trentunenne ha costituito «un consorzio criminale di consistente spessore delinquenziale e dotato di pericolosa capacità a delinquere».

     

    Capace di agire ancora. Un branco che ha iniziato a tremare solo quando la minore del Basso Vicentino ha raccontato ciò che aveva subito. «Non è capace di stare zitta... si è lasciata scappare tutto con lo psicologo» è la conversazione della 31enne con l’amico fisioterapista, con cui pensa anche a un’unica versione da dare ai carabinieri. Quella cioè che i rapporti erano consenzienti e che non sapessero che la giovane era minorenne.

     

    L’amica adulta

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    Per l’accusa è l’amica adulta ad aver tirato le fila, ad aver organizzato quel weekend nella sua villa ospitando la ragazza, ad averle fatto conoscere i due marocchini il venerdì sera, in un locale. Lì dove sarebbe avvenuto il primo accordo. Insomma, quelle violenze denunciate dalla ragazza (che con la famiglia è assistita dall’avvocato Sonia Negro), per il giudice sono «cinica e spregiudicata iniziativa assunta da Elisa Faggion», che, tra l’altro, «atteggiava una falsa amicizia e benevolenza».

     

    Per il gip, che parla di mercimonio, ha «ampia verosimiglianza» il messaggio che il padre della minore manda alla 31enne, che considerava persona perbene e dal quale si è sentito tradito: «Hai venduto mia figlia ai marocchini per la droga». Stando alla ricostruzione dei carabinieri della procura di Vicenza e del nucleo investigativo - basata sul racconto della minore, ritenuta credibile, e su chat e conversazioni telefoniche tra gli indagati - Faggion ha venduto la sua amichetta, già in balia degli effetti della droga, venerdì e anche sabato.

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    La prima sera, stando alle accuse messe nero su bianco dal sostituto procuratore Cristina Carunchio, l’aveva accompagnata in camera, lasciandola con il 28enne, chiudendo la porta a chiave, assistendo comunque allo stupro con l’altro marocchino senza però intervenire, pur vedendola piangere e soffrire. «Io con Zahir non volevo fare niente. L’ho quasi spinto ma non riuscivo tanto perché ero sotto l’effetto delle canne» si legge in un messaggio spedito dalla ragazzina all’amica che la sera dopo l’avrebbe data in pasto ad entrambi gli uomini contribuendo a sua volta a violentarla.

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    Il padre «ucciderà tutti»

    La quindicenne, sulle prime, temendo la reazione del padre «che ucciderà tutti» diceva, si era detta pronta a mentire pur di salvare la 31enne: era disposta addirittura a negare lo stupro. Ulteriore dimostrazione, per gli inquirenti, che invece ora sta dicendo la verità su quei rapporti sessuali estorti, «consenzienti» secondo invece Faggion che - assistita dall’avvocato Paolo Mele junior - domani avrà la possibilità di parlare con il giudice. Verranno sottoposti a interrogatorio anche i due marocchini, compreso il 28enne - difeso dall’avvocato Simone Bergamini - che pare pronto a parlare con il magistrato.

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