TRONCA RENZI
Andrea Galli e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
È la scelta che spiazza tutti. Perché la nomina del prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca a commissario che guiderà il Campidoglio dopo la caduta del sindaco Ignazio Marino, serve a lanciare un segnale preciso: basta con le polemiche, si volta pagina.
Per Roma è uno schiaffo, soprattutto dopo la sortita del commissario anticorruzione Raffaele Cantone che due giorni fa aveva definito il capoluogo lombardo «la capitale morale, mentre Roma ha dimostrato di non avere anticorpi sufficienti contro il malaffare».
TRONCA
A firmare il decreto è il prefetto Franco Gabrielli, ma la decisione è stata presa a Palazzo Chigi. È stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a sceglierlo - dopo essersi consultato con il ministro dell' Interno Angelino Alfano - nella convinzione che «il modello Expo possa essere la carta vincente anche per il Giubileo». E infatti nel pomeriggio ha inviato un tweet che vale più di mille indiscrezioni: «Viva Milano, viva l' Italia».
È una mossa a sorpresa, quella del premier, che certamente non mancherà di suscitare nuove polemiche. Il candidato indicato da Gabrielli era Bruno Frattasi, capo dell' ufficio legislativo del Viminale. Già consultati anche alcuni possibili subcommissari con un' indicazione precisa: fuori dalla squadra gli ex assessori della giunta guidata da Marino vale a dire Alfonso Sabella e soprattutto i due parlamentari del Partito democratico Marco Causi e Stefano Esposito.
GABRIELLI
Più volte Alfano aveva però manifestato la proprie perplessità rispetto alla possibilità di privarsi di un funzionario come Frattasi che gode della sua fiducia e infatti ricopre un incarico estremamente delicato. E proprio su questo alla fine ha fatto leva Renzi per sparigliare e cambiare completamente linea.
Rimane invece ferma la volontà di creare un gruppo di esperti che possano affiancare il commissario durante i mesi del Giubileo e fino alle elezioni che dovrebbero svolgersi in primavera. Una sorta di giunta, ognuno con deleghe precise, per governare la città eliminando la sensazione di continua emergenza come è stato in quest' ultimo periodo. Nell' elenco rimangono Marco Rettighieri, il general manager constructions di Expo che aveva sostituito Angelo Paris dopo l' arresto avvenuto l' 8 maggio scorso. E poi Carlo Fuortes, sovrintendente all' Opera di Roma, e soprattutto Giovanni Malagò, anche se bisognerà superare il problema di un possibile conflitto di interessi visto che è p residente del Coni.
carlo fuortes pier carlo padoan e consorte
Quella di Tronca («Sono orgoglioso e felice, sarà una sfida difficile ma ho fiducia in me e nei miei prossimi collaboratori») è una scelta che spiazza tutti tranne forse che lui. Originario di Palermo, sposato, un figlio, il 63enne appassionato e studioso di Storia del diritto italiano, vanta un rapporto di «profonda stima e amicizia» con l' attuale prefetto di Roma, Gabrielli.
Hanno lavorato insieme sul disastro della Concordia, quando Tronca era a capo del Dipartimento dei vigili del fuoco. A inizio del mese aveva incontrato Gabrielli a Milano e gli aveva detto: «Io ho appena affrontato la sfida di Expo e tu stai per affrontare il Giubileo: ma siamo sempre noi».
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La cronaca, fin qui, parla per lui: prima dell' Esposizione universale, Milano ha gestito bene sia il semestre europeo sia il vertice euroasiatico. A suo agio con la tipica sobrietà meneghina, poco incline (fino all' eccesso) ai clamori mediatici, gradito all' ex ministro dell' Interno e oggi governatore lombardo Roberto Maroni («Apprezzo le sue qualità di alto funzionario dello Stato»), Tronca ha Milano nel cuore.
Non soltanto perché vi ha trascorso gran parte della sua carriera prima del ruolo di prefetto, avendo lavorato per quindici anni nella segreteria del prefetto e nell' ufficio del capo di Gabinetto. Della «sua» città Tronca ama due luoghi: uno, scontato, è Sant' Ambrogio; l' altro, meno frequentato dai vertici istituzionali, è la periferia popolare e complicata di Niguarda.
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