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    TROPPI COLPI DI TESTA? - CINQUE CASI DI ALZHEIMER TRA GLI EX NAZIONALI INGLESI CAMPIONI NEL 1966 – L’ULTIMO AD AMMALARSI È STATO "SIR" BOBBY CHARLTON - GEOFF HURST, CHE RIMANE L'UNICO FIRMATARIO DI UNA TRIPLETTA NELLA FINALE DI UNA COPPA DEL MONDO. “IL COLLEGAMENTO CON I COLPI DI TESTA È CHIARO E INCONFUTABILE. OGNI GIORNO MI CAPITA DI...” - L'ANNO SCORSO UNA RICERCA DELLA FEDERCALCIO AVEVA RILEVATO CHE I CALCIATORI HANNO 5 VOLTE LE POSSIBILITÀ DI SOFFRIRE DI ALZHEIMER DI CHI NON GIOCA A PALLONE


     
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    PAOLA DE CAROLIS per il Corriere della Sera

     

    nazionale inglese 1966 nazionale inglese 1966

    Il 30 luglio 1966 è una data che quasi tutti in Inghilterra conoscono. È il giorno in cui la nazionale dei Tre Leoni vinse il mondiale di calcio, per la prima e unica volta. Nella psiche del Paese, però, non è più solo sinonimo di successo e celebrazioni, ma anche simbolo di un dubbio che riguarda tutti coloro, grandi e piccoli, che giocano a pallone. Qual è il legame tra tiri di testa e demenza?

     

    Dei giocatori che assicurarono all'Inghilterra l'anelato e da allora inafferrabile trofeo, cinque sono stati raggiunti dalla diagnosi di una malattia che tuttora è irreversibile e incurabile.

     

    geoff hurst 2 geoff hurst 2

    «Non può trattarsi di una coincidenza», sottolinea Geoff Hurst, campione oggi 78enne che contro la Germania (occidentale, erano altri tempi) segnò tre gol e che rimane l'unico firmatario di una tripletta nella finale di una Coppa del Mondo. «Il collegamento è chiaro e inconfutabile», precisa Sir Geoff. «Ogni giorno mi capita di leggere di ex calciatori che soffrono di demenza. Bisogna fare di più, aiutare non solo chi ha giocato in passato, ma anche chi gioca adesso».

     

    L'associazione di calciatori professionisti (la Professional Fotoballers' Association) ha annunciato che creerà un gruppo di lavoro per esaminare l'alta incidenza di malattie cerebrali nel mondo del calcio. L'anno scorso una ricerca della federcalcio aveva rilevato che i calciatori hanno cinque volte le possibilità di soffrire di Alzheimer di chi non gioca a pallone, e l'Alzheimer non è che un tipo di demenza.

     

    geoff hurst geoff hurst

    Per Hurst, paladino della nuova campagna, il problema non sono tanto i tiri di testa che si effettuano durante le partite, quanto gli allenamenti. «In campo ti capita di colpire la palla di testa due o tre volte, ma prima fai ore e ore di allenamento, ogni giorno».

     

    Ai tempi in cui giocava al West Ham, squadra dove è ancora ricordato come un eroe, in palestra c'era un pallone affisso al soffitto. «Passavamo un sacco di tempo ad esercitarci». È un problema sul quale serve l'apporto della ricerca, dice, e subito. Lui sarebbe pronto, una volta passato a miglior vita, a donare il suo cervello alla scienza. «Farei qualsiasi cosa per aiutare le prossime generazioni». Il 2020 è stato «un anno brutale», non solo per il Covid, ma anche per il prezzo umano che la leggendaria squadra ha pagato. «Vedersi portare via persone care a questo modo...è terribile».

    bobby charlton bobby charlton

     

    Norbert (Nobby) Stiles è morto a ottobre, Jack Charlton a luglio. Entrambi avevano una forma di demenza. Nel 2018 e 2019 rispettivamente avevano perso la vita Ray Wilson e Martin Peters, malati anche loro. Due settimane fa è arrivata la diagnosi per Sir Bobby Charlton, considerato il miglior giocatore inglese di tutti i tempi. «Ho pensato fosse giusto dare la notizia, per far sentire meno sole altre persone e famiglie colpite dalla stessa malattia», ha sottolineato la moglie. Per Tommy Charlton, fratello minore di Bob e Jack, il legame è innegabile. Fa testo la sua famiglia.

     

    «Quattro zii, oltre ai miei fratelli, tutti calciatori e tutti raggiunti dalla demenza. È molto difficile credere che la malattia non sia causata dai tiri di testa». Sembra d'accordo anche Gary Lineker, con 48 gol in nazionale terzo cannoniere inglese di tutti i tempi che oggi è un'ammirata e seguitissima personalità televisiva.«Un altro dei nostri eroi dei Mondiali colpito dalla demenza, una notizia estremamente triste e preoccupante».

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