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Il presidente Usa, Donald Trump, torna in pressing sui colossi tecnologici americani, pochi giorni dopo l'apertura di una maxi indagine antitrust che mette alle strette i protagonisti dell'economia a stelle e strisce. Nel pieno della stagione delle trimestrali, Trump usa Twitter per tenere alta la pressione su Google e Apple. In entrambi i casi, lo spauracchio agitato è quello delle relazioni con la Cina, che come noto sono incrinate dalla guerra commerciale.
Le accuse del presidente
"Ad Apple non sarà concessa nessuna esenzione dai dazi per i componenti del Mac pro prodotti in Cina". Quindi il caldo invito: "Produceteli negli Stati Uniti e non avrete dazi", cinguetta il presidente americano. In riferimento a Google, invece, il messaggio sibillino: "Potrebbero esserci o non esserci timori di sicurezza nazionale sui rapporti fra Google e la Cina. Se c'è un problema lo scopriremo, mi auguro sinceramente che non ci sia".
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Il riferimento è all'accusa lanciata giorni fa dal finanziere Peter Thiel (un supporter di Trump) contro il motore di ricerca, accusato di essere al servizio di Pechino. Ragione che secondo il finanziere dovrebbe muovere Fbi e Cia, per verificare se nella società del web si sono "infiltrate" spie cinesi. Un'accusa dopo la quale, il 16 luglio scorso, il presidente Usa aveva promesso che avrebbe "guardato" al caso sollevato da Thiel.
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Dal canto suo, la società aveva chiarito: "Non lavoriamo con l'esercito cinese. Stiamo lavorando con il governo americano, incluso il dipartimento della Difesa, in molte aree incluse la cyber-sicurezza e la sanità". Soltanto due giorni fa, poi, era stato il segretario americano al Tesoro, Steven Mnuchin, a smorzare i toni dell'accusa: "Non sono a conoscenze di aree in cui Google sta lavorando con il governo cinese in modi che sollevano preoccupazioni".
I conti: Google torna solida e supera le attese, maxi regalo agli azionisti
GOOGLE ANDROID VS HUAWEI
Proprio Google è stata protagonista di conti assai positivi, pubblicati nella serata di giovedì insieme a quelli di Amazon. I risultati dei due colossi tecnologici, sono stati accolti in maniera opposta da Wall Street. Soddisfazione è emersa per i numeri del motore di ricerca, mentre per la prima volta da tanto tempo il colosso dell'e-commerce ha deluso le aspettative, complici però gli alti costi sostenuti per potenziare la sua rete.
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Nella serata americana di giovedì, a mercati chiusi, la casa madre di Google, Alphabet, ha annunciato di aver chiuso il secondo trimestre del 2019 con un utile netto di 9,9 miliardi di dollari, da 3 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Il dato è nettamente al di sopra delle attese dei mercati e ha spinto il titolo nelle contrattazioni after hours di Wall Street del 7,3%. L'utile per azione è pari a 14,21 dollari, contro 4,53 dollari dello stesso trimestre dello scorso anno, spinto da un margine operativo del 24%. I ricavi sono cresciuti dal 20% a 38,9 miliardi nel secondo trimestre, rispetto a 32,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
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"Dai miglioramenti dei prodotti core e di informazione come Search, Maps e Google Assistant, fino alle nuove scoperte nell'Intelligenza Artificiale e alla nostra crescita nelle Offerte cloud e hardware, sono incredibilmente entusiasta dello slancio delle attività di Google e dell'innovazione che sta alimentando la nostra crescita", ha commentato Ruth Porat, il direttore finanziario di Alphabet e Google. Il manager ha potuto parlare di un trimestre solido, che effettivamente ha tranquillizzato gli osservatori e gli azionisti dopo un periodo balbettante per la pubblicità.
ALPHABET - GOOGLE
Trump all'attacco delle Big Tech. Conti a due facce: bene Google, Amazon delude
Proprio gli azionisti saranno contenti dell'annuncio del più grande buyback della sua storia: ricomprerà titoli propri di classe C per 25 miliardi di dollari.
Il buon andamento dei conti conferma, secondo gli analisti, la solidità di Google, il cui dominio nelle ricerche online resta quasi assoluto. E proprio su questo dominio puntano ora a vederci chiaro le autorità americane. Il Dipartimento di Giustizia ha infatti avviato un'indagine antitrust sulle maggiori aziende tecnologiche americane. Un'inchiesta che potrebbe avere forti conseguenze per Google, Amazon, Apple e Facebook. Le autorità puntano a capire come i big della Silicon Valley hanno raggiunto la loro forza di mercato e soprattutto se lo hanno fatto soffocando la concorrenza.
Bezos spende tanto per migliorare i servizi
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Sensazioni diverse in casa Amazon, dove per la prima volta in due anni sono stati comunicati ai mercati numeri deludenti sull'utile. Come nota la Reuters, inoltre, anche il trimestre già in corso vedrà una contrazione dei profitti e questo non può che generare malumori nel breve a Wall Street. Di più ampio respiro, invece, la strategia del portale. Se gli utili sono scesi, infatti, è perché sono aumentati sensibilmente i costi, in particolare per spingere i servizi di consegna rapidissima (in giornata) e permettere così di dare un supporto alle vendite.
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Nel secondo trimestre l'utile netto sale è salito solo del 3,6% a 2,63 miliardi di dollari dopo essere più che raddoppiato nel trimestre precedente. I ricavi sono invece saliti del 20% a 63,4 miliardi, oltre le previsioni. Un balzo che però non è bastato: la delusione per i profitti ha portato Amazon a perdeere a Wall Street nelle contrattazioni after hours il 2,7%. Nonostante la flessione Amazon ha guadagnato in borsa il 30% dall'inizio dell'anno per una capitalizzazione di mercato di 981 miliardi di dollari.
AMAZON E IL SUO AEROPORTO
A pesare su Amazon è l'aumento dei costi di spedizione, schizzati del 36% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, dopo essersi aggirati sul 20% negli ultimi trimestre. L'aumento dei costi è legato all'investimento da 800 milioni di dollari effettuato dal colosso di Jeff Bezos per rendere le consegne in 24 ore gratuite per gli abbonati Prime. Complessivamente i costi per Amazon nel secondo trimestre sono saliti del 21%. I ricavi della divisione cloud computing sono saliti del 37% a 8,4 miliardi di dollari: è la òprima volta dal 2014, da quando Amazon ha iniziato a comunicarli, che hanno registrato un tasso di crescita inferiore al 40%. I ricavi internazionali sono saliti del 12% a 16,4 miliardi di dollari, ma le perdite operative sono aumentate a 601 milioni di dollari dai 494 milioni del 2018.
JEFF BEZOS
"I consumatori stanno rispondendo alle consegne in 24 ore per Prime, abbiamo ricevuto molti commenti positivi e vediamo un'accelerazione della crescita delle vendite. Le consegne gratuite in un giorno sono disponibili per gli abbonati prime su oltre 10 milioni di prodotti, e questo è solo l'inizio" ha commentato il miliardario fondatore. Per il terzo trimestre Amazon prevede ricavi in una forchetta fra i 66 e i 70 miliardi di dollari, con un utile operativo di 2,1-3,1 miliardi.
JEFF BEZOS POMPATISSIMO
I risultati arrivano mentre tornano a diffondersi voci su uno sbarco a New York di Amazon. Nonostante abbia accantonato i piani per una seconda sede nella città, Amazon sta continuando la sua caccia a un ufficio e avrebbe avuto contatti con WeWork per affittare l'edificio storico che ospitava Lord & Taylor, uno dei grandi magazzini costretto a chiudere i battenti a causa del successo di Amazon.
Bene gli utenti di Twitter
Nel plotone dei conti positivi si inscrive invece Twitter che chiude il secondo trimestre sopra le attese degli analisti. I ricavi sono saliti del 18% a 841 milioni di dollari, spinti dalla solida raccolta pubblicitaria negli Stati Uniti. Aumenta anche il numero degli utenti giornalieri: sono saliti di 5 milioni alla cifra record di 139 milioni. Per il terzo trimestre Twitter stima ricavi in una forchetta fra 815 e 875 milioni di dollari.
AMAZON E IL SUO AEROPORTO amazon jeff bezos