Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
OBAMA TRUMP
Liberi tutti. Sani e malati. Giovani e pantere grigie. Il Partito repubblicano cancella dal sistema sanitario l' aggettivo più detestato: «obbligatorio». La copertura assicurativa torna un' opzione per i cittadini, non un diritto rafforzato da disposizioni di legge. L' altro ieri sera, dopo settimane di discussioni e negoziati con le lobby più influenti, ha preso forma lo schema che sostituirà l' Obamacare, la riforma varata nel 2010, uno dei provvedimenti chiave degli otto anni di Barack Obama.
È un ripudio parziale, non totale come chiedevano i gruppi più conservatori e come promesso in campagna elettorale da Donald Trump, che ieri ha comunque twittato: «Il nostro meraviglioso disegno di legge Healthcare è pronto per il dibattito e i negoziati».
I due pilastri principali di Obamacare vengono abbattuti: nessun cittadino sarà più sanzionato con una penale, se non avrà sottoscritto una polizza; le aziende con più di 50 dipendenti non dovranno più provvedere alla copertura sanitaria dei propri lavoratori, condividendone i costi, almeno nella misura del 50%. Un bel regalo per le medie e grandi corporation.
donald trump barack obama
Cambia anche il complicato sistema di sussidi e di crediti di imposta governativi che fin qui hanno aiutato soprattutto le famiglie con figli al di sotto dei 26 anni a sostenere i costi di una polizza. Il nucleo familiare sparisce dall' orizzonte fiscale. L' amministrazione concederà crediti di imposta solo in base all' età, modulandoli su quattro scaglioni di reddito: da 20 mila dollari all' anno fino a 100 mila dollari per singoli individui. L' Obamacare, invece, prevede sconti fiscali a seconda della composizione della famiglia, fino a un tetto massimo di 95.400 dollari per un nucleo di quattro persone.
OBAMA E KATHLEEN SEBELIUS IN COPERTINA SUL NEW YORKER PER OBAMACARE
In queste cifre c' è l' essenza ideologica della manovra repubblicana: liberalizzare il mercato delle polizze; sgravare le imprese da ogni adempimento; favorire i guadagni più alti o le giovani generazioni con buoni impieghi. I contraccolpi sono pesanti per altre fasce della popolazione: i lavoratori dipendenti, le famiglie numerose con redditi medio-bassi.
In questa pagina abbiamo costruito due casi significativi: una famiglia di quattro persone, che si ritroverà con un conto tre volte e mezzo più caro, e una giovane professionista che, invece, sarebbe totalmente spesata dal credito di imposta. Ma, naturalmente, le variabili sono tante, forse migliaia: le quotazioni dei premi assicurativi cambiano da Stato a Stato e anche i piani di copertura variano sensibilmente in ragione delle età e delle prestazioni offerte.
Un fatto, però, è certo. Le nuove misure bloccano il cammino verso l' assistenza sanitaria universale: dal 2010 a oggi, circa 32 milioni di americani hanno trovato riparo sotto un ombrello assicurativo e la percentuale della popolazione scoperta è passata dal 16 all' 8,6 per cento. Ora bisognerà vedere quante persone, caduto l' obbligo, continueranno ad assicurarsi. Molto dipenderà dall' andamento dei prezzi.
paul ryan donald trump
E qui ci sono due scuole di pensiero. Trump e i repubblicani sono convinti che la liberalizzazione porterà più concorrenza tra le società e quindi le quote dei premi scenderanno. I democratici, invece, temono che le compagnie perderanno molti clienti e quindi cercheranno di recuperare aumentando le tariffe.
In ogni caso alcune prescrizioni dell' Obamacare dovrebbero rimanere. I figli con meno di 26 anni saranno ancora inclusi nella polizza stipulata dai genitori e, norma di pura civiltà, le compagnie non potranno rifiutarsi di assicurare un cittadino con malattie pregresse o in corso. Restano, con modifiche da precisare, i programmi Medicare, per gli anziani con più di 65 anni, e Medicaid, per chi ha bassi redditi.
FRATELLI KOCH
L' opera di demolizione dell' eredità di Obama non è considerata sufficiente da diversi senatori, come Mike Lee, dello Utah, espressione di gruppi conservatori come quello degli industriali Charles e David Koch, «Americans for Prosperity». Da oggi via alle trattative nel Congresso .