1.USA:ACCORDO COMMERCIALE CON CINA;ROSS, TEMPI RECORD
TRUMP WILBUR ROSS
(ANSA) - La Cina aprira' le sue porte al manzo americano e consentira' alle aziende Usa di portare nel Paese gas naturale (liquefatto), mentre a breve carni di pollo -soltanto cotte- dalla Cina potranno arrivare sul mercato americano. Lo prevede un accordo commerciale raggiunto tra Stati Uniti e Cina, dopo l'incontro tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, lo scorso aprile a Mar-a-lago, in Florida. Per il segretario al Commercio Usa Wilbur Ross e' un ''risultato erculeo'' raggiunto in tempi record.
L'accordo commerciale bilaterale tra Stati Uniti e Cina viene presentato dall'amministrazione Usa come un passo significativo per dare slancio all'export degli Stati Uniti oltre che a ridurre la distanza con la seconda economia mondiale. In particolare l'intesa va a toccare una serie di barriere in campi che vanno dall'agricoltura all'energia fino alle operazioni in Cina da parte di aziende finanziarie americane.
WILBUR ROSS1
2.USA: NYT, TRUMP A CENA CON COMEY GLI CHIESE LEALTA'
(ANSA) - Sette giorni dopo il suo insediamento alla Casa Bianca il presidente Donald Trump invito' a cena il direttore dell'Fbi James Comey (adesso licenziato da Trump) chiedendogli di promettergli lealta'. Lo scrive il New York Times citando fonti informate, secondo cui Comey garanti' "onesta'" al commander in chief ma declino' la promessa di lealta', affermando di non poter essere ''affidabile'' nel senso politico convenzionale.
3.TRUMP: "NON SONO INDAGATO COMEY SI PAVONEGGIAVA"
Paolo Mastrolilli per la Stampa
«La decisione di licenziare il direttore dell' Fbi Comey è mia. È un pavone, uno che vuole mettersi in mostra. Lo avrei fatto comunque, indipendentemente dalla raccomandazione ricevuta dal dipartimento della Giustizia».
DONALD TRUMP JAMES COMEY
Il giorno dopo la bufera, il presidente Trump si è assunto tutta la responsabilità di aver cacciato la persona che stava indagando sulle connessioni tra la sua campagna elettorale e la Russia. Lo ha fatto durante un' intervista con la «Nbc», forse anche in risposta alla richiesta di chiarificazione venuta dal vice segretario alla Giustizia Rosenstein, che aveva minacciato di dimettersi quando aveva sentito la Casa Bianca attribuirgli il licenziamento di Comey.
In questo modo però ha contraddetto la versione sostenuta mercoledì dai suoi collaboratori, a partire dal vice presidente Pence, secondo cui la decisione era stata presa dopo aver ricevuto il rapporto di Rosenstein, che criticava il direttore dell' Fbi per come aveva gestito l' inchiesta sulle mail private di Hillary.
Nell' intervista il presidente è stato molto netto: «Comey è un pavone, e l' Fbi è in tumulto.
Tutti lo sanno. Un anno fa era in subbuglio, e non ha recuperato». Trump ha rivelato che in tre occasioni il direttore gli aveva assicurato di non averlo indagato, una volta durante una cena alla Casa Bianca, e due volte al telefono: «Gli ho detto: se possibile, mi faresti sapere se sono sotto inchiesta? Lui aveva risposto che non ero indagato». Quindi Comey aveva chiesto di restare al suo posto, ma il presidente non si era impegnato: «Vedremo cosa succederà».
donald trump xi jinping
Il direttore ha violato le regole dell' Fbi rivelando al presidente che non era indagato, ma questo non è bastato a salvarlo. Trump aveva deciso comunque di cacciarlo, perché non lo riteneva all' altezza e lo oscurava, ma i democratici lo accusano di averlo eliminato per bloccare l' inchiesta sul «Russiagate».
La crisi è stata discussa ieri al Senato, dove si è tenuta un' audizione a cui ha partecipato Andrew McCabe, il vice di Comey che ne ha preso temporaneamente il posto al vertice del Bureau. Come prima cosa, il capo ad interim dell' Fbi ha assicurato che l' inchiesta sui rapporti tra la campagna elettorale di Trump e la Russia continua: «É un' indagine molto significativa, e la nostra organizzazione continua a portarla avanti come prima».
TRUMP XI JINPING
McCabe non ha voluto commentare le conversazioni avvenute fra l' ex direttore e il presidente, aggiungendo però che lui non lo informerebbe del suo stato in una inchiesta. Nello stesso tempo ha contraddetto la Casa Bianca, negando che Comey aveva perso la fiducia degli agenti: «Era tenuto in alta considerazione da tutti».
james comey
L' indagine sul «Russiagate» intanto procede. Proprio il Congresso ha emesso un «subpoena» contro l' ex consigliere per la Sicurezza nazionale Flynn, cioè un mandato di comparizione che lo obbliga a collaborare con gli inquirenti fornendo tutti i documenti in suo possesso riguardo i rapporti con Mosca. Il problema ora è capire se Flynn aveva agito di sua iniziativa, quando aveva discusso le sanzioni per l' invasione dell' Ucraina con l' ambasciatore russo a Washington, oppure se Trump lo sapeva. Gli inquirenti poi vogliono sapere se la campagna presidenziale repubblicana aveva complottato col Cremlino per penetrare gli archivi dei democratici e attaccare Hillary Clinton.
FLYNN
Sullo sfondo restano gli interrogativi sui rapporti di affari che l' attuale capo della Casa Bianca potrebbe aver avuto con Mosca prima dell' elezione. Trump si è irritato ieri, quando ha visto pubblicate le foto sorridenti dell' incontro avuto mercoledì nell' Ufficio Ovale col ministro degli Esteri russo Lavrov, perché danno una cattiva impressione. La questione è nelle mani degli inquirenti, e della sfida politica con i democratici che vogliono nominare un procuratore speciale.