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    TRUMPATE IN ALLEGRIA - ASSANGE PROMETTE: ''SVELEREMO PURE I REDDITI DI DONALD'', MA POI FA UN PASSO INDIETRO - DOPO IL CAPO DEL KU KLUX KLAN, IL REPUBBLICANO INCASSA IL SOSTEGNO DEL PARTITO NAZI AMERICANO


     
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    1. ASSANGE SFIDA IL TYCOON: «SVELEREMO I SUOI REDDITI» MA POI FA UN PASSO INDIETRO

    Dal “Corriere della Sera

     

    Donald Trump non vuole pubblicare la dichiarazione dei redditi, una prassi decennale, consolidata ormai dai tempi di Nixon. Ci penserà WikiLeaks a fare chiarezza? L' altro ieri il fondatore Julian Assange ha suggerito che l' organizzazione è «al lavoro» per trovare e pubblicare quei dati. Sarebbe un trattamento bipartisan dopo che WikiLeaks ha diffuso nei giorni scorsi diverse email che hanno fatto scandalo nel Comitato nazionale democratico.

    snowden assange snowden assange

     

    Ad Assange, che parlando dall' ambasciata dell' Ecuador a Londra, ha promesso la divulgazione di nuove informazioni che potrebbero danneggiare Hillary Clinton e i democratici, infatti, il presentatore della Cnn Bill Maher ha chiesto se non abbia intenzione di colpire anche il rivale repubblicano Donald Trump.

     

    «Perché non hackerare la sua dichiarazione dei redditi?», ha chiesto.

    «Beh, ci stiamo lavorando», ha risposto Assange. Ma un messaggio sul profilo Twitter ufficiale di WikiLeaks ieri mattina ha smentito quella frase definendola «una battuta» e sottolineando: «Ciò a cui lavoriamo è incoraggiare nuove spie». Il rifiuto di Trump ha portato a speculazioni e teorie come quella che la dichiarazione dei redditi contenga le prove che ha fatto affari con Mosca.

    Il comico Bill Maher e Arianna Huffington dellomonimo blog Il comico Bill Maher e Arianna Huffington dellomonimo blog

     

     

    1. I NAZISTI USA SI SCHIERANO CON TRUMP

    Arturo Zampaglione per “la Repubblica

     

    Il presidente del Partito nazista americano non ha dubbi: si schiera a favore di Donald Trump e chiama a raccolta il suo popolo. «Abbiamo un' opportunità meravigliosa che forse non si ripeterà mai più», dice entusiasta Rocky Suhayda: «Se Trump vincerà le elezioni alla Casa Bianca, si aprirà una grande opportunità per noi nazionalisti bianchi».

     

    Dal 2014 Suhayda, che ha 64 anni, presiede il partito dei nostalgici americani di Adolf Hitler, che ha sede ad Arlington, in Virginia, e la svastica come simbolo. Ieri la sua dichiarazione di voto per Trump è stata ripresa con molta enfasi dal Washington Post, ma il presidente dei neo-nazisti non è certo il primo, negli ambienti del suprematismo e della destra autoritaria americana, a schierarsi al fianco del tycoon.

     

    david duke ku klux klan david duke ku klux klan

    Ex-membro del Ku Klux Klan e attuale senatore dello stato della Louisiana, David Duke invita da febbraio gli ascoltatori di un suo programma radio ad appoggiare Trump e votare per lui. E ha anche risposto alle accuse di razzismo rivolte al suo candidato: «Non è un razzista, ma negli Stati Uniti basta difendere la nostra eredità culturale europea per essere bollati come tali». Pro-Trump è anche Rachel Pendergraft, che coordina il Partito dei cavalieri, un' organizzazione vicina al Ku Klux Klan: «La candidatura di Trump - dice - è uno strumento che ci consente di agganciare nuovi membri del gruppo».

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    Che cosa piace tanto di Trump a neo-nazisti e separatisti? «Come minimo», risponde Suhayda, «sta dimostrando che le nostre opinioni non sono poi così impopolari ». Ma il capo dei neo-nazisti punta anche più in là: nel trumpismo vede la possibilità di aggregare le ideologie della destra estrema. Ipotizza, ad esempio, che si potranno piantare dei semi di nazionalismo bianco in una coalizione politica più ampia e così conquistare il sostegno di un numero crescente elettori bianchi.

     

    «Ma non dobbiamo più essere un movimento "contro", come lo siamo stati per decenni », avverte Suyada, riferendosi alla connotazione di questi ambienti come "anti- neri" o "anti-minoranze". «Dobbiamo semplicemente essere pro-bianchi».

     

    paperino nazista paperino nazista

    Come nel passato con David Duke, Trump continuerà in un difficile equilibrismo: da un lato cercherà di non chiudere la porta ai suprematisti, rinunciando al loro sostegno; dall' altro prenderà pubblicamente le distanze. Ma il suo vero problema è un altro. L' ultima settimana è stata disastrosa: le polemiche del tycoon con la famiglia di un ufficiale musulmano morto in Iraq sono state accolte male dal partito e dall' opinione pubblica. Il tycoon è crollato nei sondaggi e ha litigato con i vertici.

     

    Nelle ultime ore ha cercato di riprendere in mano la situazione, cambiando atteggiamento e focalizzando i suoi attacchi su Hillary. Ma il recupero dei consensi non si presenta affatto facile.

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