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    TUTTA LA FUFFA DEL SOGNO AMERICANO - SUCCESSO E POLEMICHE PER LA SERIE NETFLIX DEDICATA ALLA STORIA DI ANNA SOROKIN, LA DONNA CHE SI È FINTA UNA RICCHISSIMA EREDITIERA PIGLIANDO PER IL CULO IL JET SET NEWYORKESE - "IL DENARO È IL LATO OSCURO DELLA NOSTRA SOCIETÀ. CREDO CHE MOLTI UOMINI CONDANNATI PER UN CRIMINE ANALOGO SIANO STATI MITIZZATI E PERDONATI DALL'OPINIONE COMUNE MOLTO DI PIÙ DI LEI" - VIDEO


     
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    Sofia Mattioli per “La Stampa

     

    la finta ereditiera anna sorokin 4 la finta ereditiera anna sorokin 4

    «È tutto iniziato con il denaro, come spesso accade a New York»: così inizia l'articolo «How Anna Delvey Tricked New York's Party People» pubblicato sul New York Magazine sulla vicenda di Anna Sorokin, che è riuscita a ingannare il jet set newyorkese fingendosi l'ereditiera di un immenso patrimonio fantasma di una famiglia tedesca, i Delvey.

     

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    L'autrice dell'articolo è la giornalista Jessica Pressler, che ora è la produttrice di Inventing Anna (Netflix), la serie che ripercorre questa storia incredibile che alla vera Anna Sorokin (interpretata da Julia Garner) è costata una condanna per frode e la galera (è tornata in libertà l'11 febbraio 2021).

     

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    La serie, tra le mani di Shonda Rhimes, creatrice dell'impero ShondaLand, non è solo una storia di denaro e identità fittizie: è tra le prime storie diventate di pubblico dominio che si sono propagate online, una bolla costruita a tavolino con piscine feticci e selfie con celebrità.

     

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    Nel ruolo della giornalista Vivian che mette insieme i pezzi del puzzle tra indagini e distorsioni del sogno americano c'è Anna Chlumsky.

     

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    Anna, in questa storia lei è la paladina della verità.

    «Ho pensato tanto al ruolo della stampa, soprattutto in tempi odierni di fake news. Ammiro la dedizione dei giornalisti, la perizia nel ricostruire una storia, tassello dopo tassello, fonte dopo fonte. Il mio personaggio è fedele alla sua missione così come io lo sono alla mia vocazione di attrice».

     

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    Cosa l'ha convinta ad accettare il ruolo?

    «Lo sguardo con cui Shonda Rhimes rilegge e attraversa la vicenda di Anna è multiforme, complesso. Ha raccontato in che modo la storia di Anna abbia influenzato le sue relazioni, le sue amicizie, quello che la bolla social significa per chi ne è coinvolto o osserva. Anche quale sia la linea di demarcazione tra intenzionale e non intenzionale, giusto o sbagliato».

     

    Ora Anna Sorokin è in libertà, durante le riprese non lo era ancora. Conosceva la vicenda giudiziaria prima del ruolo?

    «A essere sincera no, non la sapevo. Non sono su Instagram, è come se vivessi a volte in un'isola deserta o in cima a una montagna. Ho scoperto tutto per questo lavoro. Credo sia anche una storia sul sogno americano e sui rischi, anche su come da una prospettiva esterna venga immaginato e percepito.

     

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    È difficile essendo nati qui capirlo. Mi interessa anche analizzare come è cambiato rispetto alla sua "invenzione". Forse inventare il lato più conturbante del sogno americano è una storia analoga a Inventing Anna».

     

    Jia Tolentino ha scritto Storia di una generazione in sette truffe. Secondo lei perché ci affascinano tanto avventure e identità camuffate?

    «Credo che sia un antico mistero cosa sia vero o no, raccontato dalla letteratura nei secoli e unito alla narrazione e alla mitizzazione del sé. Poi abbiamo bisogno di certezze, ci fanno sentire al sicuro ma non possiamo mai essere sicuri di niente e di nessuno fino in fondo, questo ci spaventa e incuriosisce, è drammatico e ilare.

     

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    Tutto dipende dal punto di vista. Il viaggio di Anna, quello che ha vissuto ha i contorni molto sfumati, non puoi dire quanto di tutto ciò sia stato intenzionale o no, ma forse non importa.

     

    C'è chi la dipinge come generosa con gli amici, chi ne evidenzia lati negativi, ma poco conta. A un certo punto ci sono state le conseguenze, qual è stato il prezzo da pagare? Credo che anche questo sia parte di ciò che ha reso la storia appetibile al pubblico. Come si è arrivati fin qui? Il tutto ha un risvolto quasi filosofico».

     

    inventing anna inventing anna

    Certi profili criminali ci affascinano, hanno un'aura mitica, questo non è successo per Anna Sorokin: crede che questo sia dovuto al fatto che è donna?

    «Credo che molti uomini condannati per un crimine analogo siano stati mitizzati e perdonati dall'opinione comune molto di più».

     

    Le truffe più celebri hanno spesso a che vedere con soldi facili e ricchezze (fasulle) esibite. Oggi che le nostre vite sono online e passano dai social è più facile smascherarle?

    «Sociologi e filosofi hanno scritto per secoli di culto del denaro e ancora ne stanno parlando. Ogni nuova tecnologia è neutrale, può essere usata nel bene e nel male. Non è certo un fatto recente. Da sempre uomini e donne si sono finti altre persone, i truffatori sono sempre esistiti ma non erano così sotto i riflettori, non ne avevamo una traccia così persistente come è quella lasciata online».

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