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    TUTTE LE BUGIE DI RENZI SUI GENITORI ARRESTATI - MATTEUCCIO PARLA DI MISURA ABNORME E INSINUA CHE SIA IN ATTO UNA MANOVRA POLITICA AI SUOI DANNI. MA LE CARTE RACCONTANO ALTRO - “LA VERITÀ” LO SVELÒ OLTRE DUE ANNI FA, SOLO CHE LUI ERA ALL'APICE DEL POTERE E LA STAMPA PREFERÌ TACERE - BELPIETRO: “L'INDAGINE RISALE A MOLTO PRIMA CHE IL SUO IMPEGNO DIVENISSE NOTO A LIVELLO NAZIONALE. GLI ACCERTAMENTI HANNO RIGUARDATO ESERCIZI RISALENTI ANCHE A DIECI ANNI FA…”


     
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    Maurizio Belpietro per “la Verità”

     

    maurizio belpietro maurizio belpietro

    Provate a digitare sul vostro computer queste quattro parole: bancarotta fraudolenta custodia cautelare. In un secondo appariranno sul video una serie di provvedimenti disposti dall' autorità giudiziaria in tutta Italia. Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per la Toscana, la Puglia e la Calabria, la lista delle persone finite in gattabuia nell' ultimo anno è piuttosto lunga. Tuttavia, secondo Matteo Renzi il provvedimento firmato dal giudice delle indagini preliminari a carico dei suoi genitori «è abnorme».

     

    L' ex presidente del Consiglio, da quando lunedì sera ha appreso dell' arresto di mamma e papà, non si stacca dal pc e, dopo la premessa di rito che lo vuole fiducioso nella giustizia, spara a palle incatenate contro la decisione della magistratura, ovviamente senza nominarla. Renzi non parla di complotto, come invece ha fatto con il caso Consip. Però, dopo aver negato che la restrizione della libertà per entrambi i genitori sia dovuta a una manovra politica, sostiene esattamente questo.

    casa di tiziano renzi e laura bovoli 1 casa di tiziano renzi e laura bovoli 1

     

    Riassumo per brevità le tesi dell'ex segretario del Pd. Per Renzi la vicenda di mamma Laura e papà Tiziano avrebbe oscurato completamente ciò che è accaduto lunedì nel mondo della politica: «Basta leggere i quotidiani», sentenzia. Traduzione dal linguaggio sempre un po' allusivo del senatore semplice di Scandicci: lo hanno fatto per nascondere il voto dei 5 stelle su Matteo Salvini.

     

    Peccato che la faccenda della consultazione grillina sull' autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell' Interno non l' abbia nascosta nessuno. I principali telegiornali di lunedì ne hanno fatto il titolo più importante della serata (anche perché la notizia degli arresti è trapelata alle 20.30, quando già i tg erano agli sgoccioli) e lo stesso hanno fatto nella mattinata di ieri.

     

    TIZIANO RENZI TIZIANO RENZI

    Pure i quotidiani hanno dato il giusto risalto al caso Salvini: Il Messaggero, Avvenire, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale e Libero hanno il titolo in apertura della prima pagina, mentre Corriere della Sera e La Repubblica lo hanno messo come secondo titolo, ma il primo con due commenti. Dunque, per dirla alla maniera di Renzi, la tesi che si sia voluto con l' arresto dei genitori oscurare il voto grillino su Salvini è una fake news.

     

    Seconda tesi renziana. La Guardia di finanza si è presentata a casa di papà e mamma per oscurare con l' arresto il successo che il figliolo sta riscuotendo in giro per l' Italia con la presentazione del suo nuovo libro. «Pensavo di raccontarvi l' entusiasmo di questo fine settimana. Ho girato molto in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte per presentare il libro Un' altra strada. E ho trovato un' accoglienza superiore alle più rosee aspettative».

     

    tiziano renzi con la moglie tiziano renzi con la moglie

    Traduzione del messaggio in bottiglia: li hanno arrestati perché hanno capito che mi preparo a tornare, colpendomi mentre ero del tutto impreparato, nel momento in cui a Nichelino firmavo copie del mio volume come si conviene a un autore di successo.

    Peccato che l' inchiesta della Procura di Firenze sia stata avviata un anno fa, quando ancora non erano pronte neppure le bozze del sul libro. E peccato pure che la richiesta degli arresti domiciliari sia stata presentata dai pm il 26 ottobre dello scorso anno, quando Renzi non era in campagna elettorale, ma impegnato alla Leopolda. Dunque, altra fake news.

     

    casa di tiziano renzi e laura bovoli casa di tiziano renzi e laura bovoli

    Secondo attacco alla magistratura pur dicendo che rispetta la magistratura. «Chi ha letto le carte», scrive Renzi, «e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme». No, chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che la privazione della libertà personale è prevista dal Codice proprio in occasioni come questa e, non a caso, per bancarotta fraudolenza vengono spesso disposte le misure cautelari.

     

    TIZIANO RENZI TIZIANO RENZI

    Del resto nell' ordinanza si può leggere che in almeno due delle società finite in bancarotta, oltre ai reati di false fatturazioni ed evasione contributiva e fiscale, è contestata la sparizione dei libri e delle altre scritture contabili e il sospetto è che in questo modo gli indagati volessero evitare la piena ricostruzione degli eventi che hanno portato al crac. In una delle società, quella non in bancarotta, evidentemente si intendeva evitare che potessero ripetersi i fatti accaduti nelle prime due.

     

    tiziano renzi filippo roma le iene tiziano renzi filippo roma le iene

    Gli arresti in genere vengono disposti quando vi sia pericolo di fuga, reiterazione del reato o inquinamento delle prove. Quindi, anche a proposito dell' applicazione della custodia cautelare, non si tratta di un provvedimento abnorme, non giustificato dal reato, e pure questa tesi va perciò catalogata fra le fake news. Andando avanti, Renzi però passa all' offensiva, ripescando il suo vecchio cavallo di battaglia, quello del complotto. «Chi conosce la realtà», spiega, «sa che quelle carte, peraltro, non corrispondo al vero».

     

    Ohibò, qui l' ex presidente del Consiglio, che premette di parlare come «uomo delle istituzioni», ci va giù pesante, perché insinua che nelle carte ci siano dei falsi, cioè che qualcuno abbia costruito una vera e propria trappola per incastrare i genitori. Renzi scrive proprio «chi conosce la realtà, sa che in quelle carte», come se lui avesse documenti diversi da quelli contenuti nell' ordinanza e dunque in grado di provare l' innocenza di mamma e papà. In realtà, agli atti vi sono mail che si sono scambiati gli indagati e rapporti della Guardia di finanza che segnalano come fosse parzialmente falsa la distribuzione dei volantini, che invece di essere consegnati porta a porta finivano in discarica.

    matteo renzi filippo roma le iene matteo renzi filippo roma le iene

     

    False sarebbero anche alcune prestazioni, dichiarate e quindi fatturate. Mentre irrintracciabili sarebbero alcuni dei fornitori. Senza poi dire dei contributi evasi e dei mancati pagamenti fiscali. Tutta una montatura? Un meccanismo infernale per incastrare due poveri settantenni? Il figliolo non lo spiega, anche se si capisce che il cuore gronda lacrime. Infatti, aggiunge: «Non avevo mai pensato di farli soffrire così. Per colpa del mio impegno civile. E mi piacerebbe dire: prendetevela con me, non con la mia famiglia».

     

    lotti tiziano renzi lotti tiziano renzi

    Anche questa a dire il vero è una fake news, perché l' indagine non è su Matteo Renzi, ma sulle società che ruotavano intorno alle attività del padre e della madre. Un' inchiesta che risale a molto prima che l' impegno civile dell' ex segretario del Pd divenisse noto a livello nazionale. Gli accertamenti hanno riguardato esercizi risalenti anche a dieci anni fa e puntato gli occhi su una modalità operativa che scaricava su altre aziende una serie di costi attribuibili alla società principale della famiglia dell' ex premier.

     

    Del resto, nel passato, Renzi senior era già finito nel mirino della magistratura. In particolare, con la Chill post, l'impresa di cui lo stesso Matteo fu dirigente per pochi mesi prima di essere eletto presidente della Provincia di Firenze. La società, che aveva in pancia un finanziamento garantito dal sistema pubblico di circa 700.000 euro, a un certo punto fu ceduta dal babbo del senatore di Scandicci a un pensionato genovese, tal Gianfranco Massone, un ex marittimo che lunedì è finito indagato insieme ai genitori di Renzi.

     

    tiziano renzi e laura bovoli tiziano renzi e laura bovoli

    Ma una volta venduta, la Chill post non andò incontro a un futuro radioso, ma ad un fallimento. E per questo i pm di Genova indagarono Tiziano Renzi con l'accusa di bancarotta fraudolenta, procedimento che poi fu archiviato, mentre Mariano Massone, uno degli arrestati di lunedì (figlio di quel Gianfranco che si intestò la Chill post), patteggiò. L'inchiesta che ha portato all' arresto dei coniugi Renzi non ha poi proprio nulla a che fare con le iniziative politiche di questi giorni.

     

    Già, perché ha un inizio molto più lontano nel tempo, che nulla ha da spartire con la presentazione del libro o il tentativo di rimonta dell' ex segretario. Era il 20 settembre del 2016 quando il primo numero della Verità diede la notizia di un' indagine giudiziaria della Procura di Cuneo. Strani giri di fatture e di sospette chiusure aziendali. Molte di quelle operazioni erano segnalate nel libro I segreti di Renzi, scritto a sei mani da Giacomo Amadori, Francesco Borgonovo e dal sottoscritto, e uscito lo stesso giorno della Verità. In esso si parlava già della Delivery Service, di Eventi 6 e anche della Marmodiv, cioè di tutte quelle società che oggi sono all' attenzione degli inquirenti.

    MATTEO RENZI TIZIANO MATTEO RENZI TIZIANO

     

    Insieme ai Renzi c'erano tutti anche i personaggi oggi sotto inchiesta: Mariano Massone, Gianfranco Massone, Roberto Bargilli, Pasqualino Furii, Piergiovanni Spitieri, Mirco Luca, Giuseppe Mincuzzi, etc etc. E però quando uscirono in edicola il primo numero della Verità e in libreria le copie de I segreti di Renzi, l'allora presidente del Consiglio era all' apice del potere, pronto ad acquisirne ancora di più con il referendum costituzionale. Dunque, nessun giornale riprese le vicende.

     

    No, allora nessuno pensò di prendersela né con lui, né con i genitori, ritenendo fosse meglio stare alla larga da questi fatti. Del resto, mesi prima c' era stato qualcuno che aveva provato a raccontare gli atti del processo di Genova. Giacomo Amadori ne aveva scritto sulle pagine di Libero, il quotidiano che allora dirigevo. Erano seguiti anche altri servizi, dedicati al Giglio magico. Ma gli articoli non servirono ad alzare il velo su un sistema, bensì contribuirono alla mia rimozione dalla direzione del quotidiano.

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