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    TUTTE LE OMBRE SULLA MORTE DI JULIA ITUMA – NON CI SONO DUBBI CHE LA 18ENNE PALLAVOLISTA ITALIANA SI SIA SUICIDATA, GETTANDOSI DALLA FINESTRA DEL “VOLLEY HOTEL” DI ISTANBUL, MA CI SONO ANCORA MOLTI, TROPPI INTERROGATIVI CHE NON DANNO PACE ALLA MADRE E ALLA FAMIGLIA – COME È POSSIBILE CHE LA COMPAGNA DI SQUADRA CON CUI CONDIVIDEVA LA STANZA, LA SPAGNOLA LUCIA VARELA, ABBIA PARLATO CON LEI FINO ALL’1.20 E POI SI SIA ADDORMENTATA SENZA ACCORGERSI CHE JULIA APRIVA UNA FINESTRA E SI GETTAVA GIÙ? COSA È SUCCESSO?


     
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    Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per www.lastampa.it

     

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    [...] La mamma di Julia Ituma rientra in Italia dopo 36 terribili ore trascorse a rivedere i corridoi dove sua figlia si disperava, la stanza al sesto piano del “Volley Hotel” dove alloggiava, la finestra da cui s’è lanciata nel vuoto. Una donna distrutta. E non ci possono essere altre parole quando tua figlia di 18 anni ha un tale dolore dentro da volerla finire qui e subito, e lei non se ne era resa conto. Se però quando è arrivata non riusciva a crederci, ora ci crede. È successo. Anche se lei, è immaginabile, non potrà mai accettarlo.

     

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    La signora Ituma ha ripetuto per tutto il giorno, inebetita nel coro di questa via crucis: «Julia aveva tutta la vita in mano. Aveva tutto il futuro davanti a sé». Ma proprio questo era il peso che la ragazza non s’è sentita di reggere.

     

    [...] Le autorità di qui considerano il caso già bell’e chiuso. Perché interrogarsi oltre? E invece mamma Ituma è piegata dagli interrogativi. […] Come è possibile che la compagna di squadra di Julia, una coetanea spagnola, Lucia Varela, che condivideva con Julia la stanza 606, abbia parlato con lei fino all’1.20 (così racconta) e poi si sia addormentata senza accorgersi che l’amica apriva una finestra e si gettava giù?

     

    La giocatrice spagnola l’hanno svegliata i poliziotti turchi alle 5 del mattino, quando hanno bussato frenetici alla sua porta, e si guardava assonnata in giro per la stanza perché non capiva che cosa era successo. E la finestra era ancora aperta.

     

    Il video di sorveglianza del corridoio dell’albergo l’hanno visto tutti […]. Si vede Julia che parla a lungo al telefono, poi guarda lo schermo con aria interrogativa, arrabbiata, delusa. Poi si accovaccia a terra. Quella telefonata ormai non è più un mistero. Era un amico di Novara con cui faceva coppia da poco tempo.

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    «Non un fidanzato», si dice. Un incontro di quelli che si fanno a 18 anni, specie se sei una promessa della pallavolo nazionale, già incassi 3 mila euro al mese, ma intanto sei sballottata da una città all’altra, prima Scandicci, poi Novara, prossimamente Chieri, senza un’amica o le compagne di classe. Era solo una vita di palestra, per lei, e con compagne di squadra che pure loro sono una compagnia di ventura internazionale, una che viene dalla Spagna, una dalla Turchia, lei che era italiana ma di origine nigeriana, nata alla Bovisa, vicino Milano, e però quella era già il passato remoto, due vite fa.

     

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    La mamma e i dirigenti sportivi nemmeno sapevano di questo incontro recente di Novara. Era un segreto ben conservato di Julia. Che tutti raccontano come una brava ragazza introversa, che dava poca confidenza, molto riflessiva. E questo era il difficile equilibrio della sua vita: sul campo una combattente, attaccante senza paura, aiutata dalla sua altezza di 1,92 che nel volley è una grande forza; nel privato una bella persona, un volto perfetto, ma timida, forse un po’ troppo chiusa per i suoi 18 anni, frenata da quest’altezza che la faceva svettare su tutti.

     

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    Comunque, che fosse un suicidio senza ombre, anche i poliziotti turchi ne hanno dubitato. Perciò hanno voluto controllare i video di sorveglianza, hanno sequestrato il cellulare […] e hanno voluto fare i controlli di medicina forense sulla posizione del corpo a terra, perché si sa che una persona cade in un certo modo se il gesto è volontario e in un altro modo se viene spinta. Questa, anzi, è stata la prima verifica che la polizia turca ha effettuato. E il riscontro non darebbe dubbi: Julia si è gettata volontariamente. […]

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