Francesco Giambertone per il ''Corriere della Sera''
salvatore mancuso gomez
Dai e dai, la Colombia ce l' ha fatta. Voleva riprendersi a tutti i costi Salvatore Mancuso, paramilitare, trafficante e signore della guerra (figlio di un italiano) che per vent' anni seminò il terrore con le sue Autodefensas Unidas de Colombia, sterminando interi villaggi, muovendo tonnellate di cocaina, torturando civili e guerriglieri filo-marxisti, spesso in combutta con i militari di Bogotá.
E pare esserci riuscita quando la battaglia per riaverlo sembrava persa: El Mono, «la scimmia», era riuscito a ottenere l' estradizione in Italia dagli Usa, dove ha appena finito di scontare 12 anni di carcere per narcotraffico.
salvatore mancuso gomez nel 2004 alla guida delle auc
L' ex capo della guerriglia di destra «pacificata» nel 2004, nato a Córdoba 56 anni fa, padre emigrato da Sapri (Salerno) e madre colombiana, una vita in mimetica tra le coltivazioni di coca con cui finanziava la sua guerra ai rivoluzionari, aveva promesso che davanti ai pm di Catanzaro e Reggio Calabria avrebbe parlato dei suoi legami con la 'ndrangheta, con cui fece grossi affari tra gli anni Novanta e i Duemila: il suo nome era comparso in diverse inchieste su enormi traffici di cocaina dal Sudamerica all' Europa (le operazioni «Decollo» e «Galloway Tiburon»).
I giudici statunitensi gli avevano dato ragione: la richiesta del suo avvocato di trasferirlo in Italia era stata accolta qualche giorno fa, proiettando Salvatore Mancuso Gómez su un volo da New York a Roma entro la fine di settembre. Ieri la retromarcia con inversione a U: le autorità americane hanno deciso a sorpresa di estradarlo in Colombia, dopo forti pressioni (non solo dell' opinione pubblica) di Bogotá, sostenendo - svela El Tiempo - che portarlo in Italia «pregiudicherebbe gli interessi del governo di Trump».
salvatore mancuso gomez nelle mani della dea americana
Agli Usa non conveniva creare un incidente diplomatico col suo alleato più stretto in Sudamerica, il Paese che ospita la seconda sede al mondo della Dea, l' agenzia federale antidroga americana. E l' Italia in ogni caso non avrebbe potuto opporsi: da Roma non era mai partita alcuna richiesta di estradizione di Mancuso, dato che al momento non c' è un' ordinanza di custodia cautelare per lui.
Il legale dell' ex paramilitare italo-colombiano ha ancora una carta da giocare, nei prossimi 14 giorni: chiedere l' applicazione della legge Usa contro la tortura e i trattamenti crudeli, sostenendo che il suo cliente in Colombia sarebbe in pericolo di vita e che per questo debba restare dov' è.
salvatore mancuso gomez 12
In effetti il Mono si è fatto moltissimi nemici nel suo Paese quando ai magistrati americani, davanti a cui era finito per traffico internazionale di stupefacenti, ha cominciato a raccontare molto di più: i rapporti tra le Auc e il parlamento di Bogotá, quelli con la presidenza di Álvaro Uribe, gli intrecci con l' esercito nella lotta alle Farc e all' Esercito di Liberazione Nazionale durante il conflitto armato.
salvatore mancuso gomez 2
Confessioni che migliaia di famiglie di vittime vorrebbero ascoltare per avere qualche forma di giustizia: Mancuso in patria è stato condannato a 40 anni, poi diventati 8 grazie alla legge di «smobilitazione» dei guerriglieri del 2005, ma dev' essere ancora processato per circa 600 omicidi.
Alcune Ong sospettano che il governo di Iván Duque, ex delfino di Uribe, non ci tenga a riaverlo come dice in pubblico. Il presidente aveva minacciato di ricorrere «ai principi di giurisdizione universale per crimini contro l' umanità» se Mancuso fosse stato mandato in Italia. Eppure la richiesta ufficiale di estradizione era arrivata tardi e con errori procedurali, segno - aveva denunciato il direttore di Human Rights Watch in America latina, José Miguel Vivanco - «di sforzi mediocri e gravi negligenze da parte delle autorità colombiane».
salvatore mancuso gomez 1
La prima di tutte, forse, fu proprio estradare Mancuso nel 2008 negli Stati Uniti assieme ad altri 13 capi dei paramilitari che si erano arresi.
Proprio quando la Corte costituzionale stava indagando sulle complicità degli apparati dello Stato (e degli alleati di Uribe al Congresso).
salvatore mancuso gomez salvatore mancuso gomez